Da lungo tempo ormai,
i calcoli e le coliche renali sono diventate un'afflizione per il genere umano.
Le statistiche dicono che la percentuale dei casi va dal 2% al 5% di media e
sono colpiti più gli uomini delle donne.
La Colica renale è caratterizzata da un
dolore violento e acuto
che pur partendo dall'uretere si riflette in un'ampia area corporea, dal fianco all'inguine, allo scroto o alla vulva; esso è causato dal passaggio dei calcoli che provocano dapprima
una dilatazione e poi spasmi. Il dolore è dato dalla
presenza del calcolo, anche se esso non ostruisce completamente le
vie urinarie, e dalle attività di contrazione e rilassamento della muscolatura liscia delle vie urinarie in cui è contenuto il calcolo.
Buona parte delle persone che hanno i calcoli renali se ne accorgono casualmente in concomitanza di analisi cliniche o di ecografie addominali durante un check up; spesso però ci si accorge dei calcoli renali quando il
peggiore dei dolori si fa sentire durante una colica, quando il corpo tenta di espellere quei sassolini più o meno grossi (dimensioni che vanno da meno di un millimetro per la cosiddetta "renella" o "sabbiolina", fino a oltre il centimetro).
La formazione dei calcoli è in genere dovuta alla rottura di un delicato
equilibrio che la funzione renale riesce a mantenere in condizioni fisiologiche normali.
La funzione dei reni infatti è di risparmiare acqua da una parte e di eliminare
sostanze di vario genere scarsamente solubili dall'altra; questo deve essere fatto in continuo adattamento alle diverse
situazioni in cui l'organismo viene a trovarsi, situazione di idratazione, di dieta, di clima, di terapia
farmacologica, di attività fisica.
In condizioni fisiologiche normali i calcoli non si formano grazie alla presenza nelle urine
di sostanze che impediscono la precipitazione e la cristallizzazione
dei sali (di calcio e non solo) che vengono mantenuti in complessi
solubili. Purtroppo questi meccanismi non sempre garantiscono una protezione
efficace; infatti
se le urine si saturano di composti insolubili si producono in
una prima fase dei cristalli che aggregandosi fra loro danno origine al
calcolo.
In ordine di frequenza,
i calcoli di Ossalato di Calcio rappresentano il 40% del totale dei calcoli che si possono formare nelle vie urinarie (a seguire quelli di
Fosfato di calcio,
Acido Urico, ma anche misti fra quelli appena citati).
Bene, cominciamo con il dire che
i calcoli di Ossalato di Calcio sono più frequenti nei paesi "sviluppati" rispetto a quelli in "via di sviluppo".
Continuiamo poi col dire che ci sono dei
collegamenti tra l'alimentazione e il tasso di calcolosi renale.
Lo scienziato T. Colin Campbell
, nel suo bestseller
"The Cina Study", riporta fedelmente i risultati delle sue ricerche bibliografiche e relaziona in merito al
rapporto tra cibo e calcoli: questa è materia dello studioso
più esperto a livello mondiale in quanto a calcolosi, il Dott. Robertson, che continua ancora oggi un lavoro iniziato più di 30 anni fa; il Dott. Robertson è l'artefice degli studi che hanno condotto alla stupefacente
relazione fra consumo di proteine animali e calcoli renali: ad esempio uno studio effettuato nel Regno Unito mediante l'osservazione protratta nel tempo, dal 1958 al 1973, di persone che avevano consumato proteine animali in quantità superiore ai 21 grammi al giorno, aveva portato alla straordinaria evidenza di un elevato numero di coliche renali nella popolazione osservata. L'equipe del Dott. Robertson aveva sviluppato un modello molto consistente per la valutazione del rischio di calcoli renali: tra i
sei fattori di rischio evidenziati, dai loro studi risulta che
il maggior rischio si corre con il consumo di proteine animali. Inoltre le proteine animali influenzano anche la ricomparsa dei calcoli renali una volta che sono stati espulsi o rimossi. Lo stesso Robertson ha dimostrato come egli fosse riuscito ad eliminare i calcoli renali ricorrenti semplicemente
eliminando le proteine animali dalla dieta alimentare.
La dimostrazione di quanto sperimentalmente si era verificato fu individuata dal gruppo di ricerca di
Robertson che aveva scoperto la correlazione tra consumo di proteine animali ed un innalzamento repentino ed importante nelle urine di Calcio e Ossalato. Quando i reni subiscono in modo persistente questo attacco da parte del Calcio e dell'Ossalato, si possono formare i calcoli.
Recenti studi hanno evidenziato come la genesi dei calcoli renali possa essere causata dei
radicali liberi che ne inizierebbero la formazione; una dieta ricca di antiossidanti sarebbe quindi indicata per prevenire la calcolosi: non è una sorpresa che gli alimenti vegetali siano ricchi anche di di antiossidanti.
Uno studio Italiano ha individuato nel Limone un valido aiuto nella
cura dei calcoli renali e delle coliche. Ma perché, tra
tutti, proprio il limone?
Quando si parla di proprietà benefiche del limone nella prevenzione e
nella cura della calcolosi renale, il riferimento è principalmente l’
acido citrico; infatti proprio il citrato con la sua
azione alcalinizzante impedisce la
precipitazione del calcio urinario e quindi la formazione di cristalli
che sono all’origine dei calcoli renali più comuni, ovvero quelli di
calcio ossalato. E se è vero che tutti gli agrumi sono delle sorgenti
naturali di citrato, il limone è quello che ne contiene in maggiore
quantità (circa 42,9 grammi per chilo) equivalente ad almeno 5 volte di più rispetto all’arancia.
Ma se tutto questo funziona, allora mi viene di pensare che l'
acidosi (di cui ho ampiamente parlato nei miei articoli relativi al
Metodo Kousmine) sia l'imputato più probabile nel meccanismo di genesi dei calcoli renali: in condizioni di acidosi (pH fisiologico inferiore a 7) ci sono condizioni tanto più favorevoli quanto più ci si allontana dal pH 7 verso il pH più acido di 5 e anche meno che favorirebbe la precipitazione di sali che vanno ad aggregarsi in formazioni concrete come i calcoli renali: si tratta di vere a proprie cristallizzazioni che si possono evitare mantenendo il pH fisiologico leggermente superiore a 7 (7,3-7,4), così come la
Dr.ssa Catherine Kousmine prevede nel suo metodo. Guarda caso per mantenere un pH fisiologico a questi livelli dovremo impegnarci ad assumere una dieta ricca di alimenti vegetali con poche, o meglio niente, proteine animali acidificanti.
Ancora una volta i conti tornano.