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giovedì 29 giugno 2017

ALTERNATIVE ALLO ZUCCHERO BIANCO: quelle naturali, senza esagerare!

Dopo aver letto attentamente i miei articoli ZUCCHERO e DOLCIFICANTI: insidie, pro e contro anche da quelli naturali  siamo pronti ad accogliere benevolmente quelle che dobbiamo considerare tutte (o forse quasi tutte) le alternative allo zucchero bianco e ai dolcificanti artificiali che, come abbiamo visto sono estremamente dannosi e portatori di disequilibri e patologie croniche anche molto gravi.
ZUCCHERO DI CANNA INTEGRALE
Abbiamo sicuramente già provato ad eliminare lo zucchero, prima riducendolo e poi provando le alternative che spesso non sono ideali per la nostra salute; piano piano ci siamo abituati a diminuire le quantità, a gustare il vero sapore degli alimenti così come sono, senza alterarli con l’aggiunta del solito sapore dolce che lo Zucchero Bianco porta con se, ricoprendo e abbruttendo il vero sapore del cibo.
Si è raggiunta una vera e propria dipendenza dal sapore dolce, ed è vero, è difficile farne a meno quando il dolce poi è dato dallo Zucchero Bianco da Barbabietola, quello dannoso per l’uomo e per l’ambiente.
Quello che dobbiamo sempre aver ben presente è che comunque, una volta deciso di cambiare strada sulla via del “Dolce”, dobbiamo rispettare la regola primaria che in fondo, se vale per tutto ciò che ingeriamo, soprattutto vale per tutti i prodotti dolcificanti: non abusarne e non abituarsi al consumo dello stesso dolcificante per lungo tempo.
PERCHE’? Semplice! Prima di tutto l’eccesso ha sempre degli effetti sul nostro organismo che è indotto a continui sforzi al fine di compensare i disequilibri provocati dall’introduzione di sostanze (contenute naturalmente o artificialmente) in tutti i dolcificanti.
Quindi, se proprio ancora non ci siamo abituati al sapore non adulterato dei cibi, proviamo ad utilizzare con assoluta parsimonia e solo se necessario, quei dolcificanti naturali che ancora possono essere considerati tali, ma che, ripeto, non sono garanzia per nostra la salute, soprattutto se questa è già intaccata.
Vediamo quali sono le alternative:   


-         Zucchero di Canna: ovviamente non deve essere raffinato altrimenti ricadiamo nello stesso errore dello Zucchero Bianco da Barbabietola. Lo Zucchero di Canna per essere accettabile deve essere integrale, ancora ricco di micronutrienti come Vitamine, Sali minerali e Oligoelementi
      E’ riconoscibile per il colore intenso e per la consistenza umida ed irregolare che presenta. Non confondiamolo con lo zucchero bianco caramellato che viene proposto nei bar, in bustine e spacciato come integrale. Lo zucchero bianco può essere caramellato ed assumere un colore brunastro imitando appieno quello integrale ma non avendo nessun benefico vantaggio rispetto al "veleno" di base che è lo Zucchero Bianco. 
      -         Miele: molto probabilmente è il dolcificante più antico, che accompagna l’uomo fin dalla vita nella foresta. E’ composto da Fruttosio, Glucosio e altri zuccheri, acqua, acidi organici, Sali minerali ed enzimi. In Italia esisto più di 140 varietà diverse naturali di Miele, ed ognuna ha una composizione differente oltre che un aroma un gusto che risalgono alle infiorescenze da cui le api hanno eseguito la raccolta. I Vegani integralisti non utilizzano il miele perché proveniente da una attività di allevamento e sfruttamento animale.
      -         Malto: sembra essere il miglior dolcificante vegetale naturale adatto a tutti, vegani e celiaci compresi che sceglieranno quelli di cereali senza glutine. A seconda del cereale da cui è ricavato esistono varie tipologie di Malto (mais, riso, orzo, miglio, frumento) anche se la produzione viene fatta sempre a partire dagli enzimi dell’orzo.
      -         Melassa: può essere estratta sia dalla canna da zucchero che dalla barbabietola; è un liquido bruno che si separa dallo zucchero per centrifugazione. Il contenuto di zuccheri di diverso tipo, di fibre e di Sali minerali, la rendono un dolcificante nutritivo. Purtroppo non è facile trovarla pura e quando la si trova occorre fare attenzione che sia biologica per evitare residui chimici della lavorazione dello zucchero.
      -         Succo d’Agave: è la linfa della pianta omonima. Ha un buon contenuto di Sali minerali, Oligoelementi ed ha un tasso glicemico inferiore a quello dello zucchero.
      -         Sciroppo d’Acero: prodotto dalla linfa estratta dall’Acero; contiene saccarosio, potassio, Vitamine gruppo B e Calcio. 
      -         Succo di Mela e succo d’Uva: vengono ricavati direttamente dai rispettivi frutti dei quali rispecchiano il contenuto nutrizionale in funzione del tipo di lavorazione cui sono sottoposti. Da evitare quelli industriali.
      -         Zucchero di Cocco: ricavato dal nettare del fiore della Palma da Cocco, ha la caratteristica non poco importante di avere un indice glicemico inferiore a quello dello zucchero e se non è stato sottoposto a condizioni di lavorazione industriali stressanti, contiene ancora piccole quantità di Sali minerali e Vitamine.
       -         Amasake: si ottiene dalla fermentazione del riso dolce mediante il fungo KoJi. Si presenta come un liquido denso e gelatinoso
      Le alternative allo zucchero ed ai dolcificanti artificiali e naturali di cui ho parlato nell’articolo ZUCCHERO e DOLCIFICANTI: insidie, pro e contro anche da quelli naturali. , sono tante e ci permetto di variare le nostre scelte in modo da non incorrere in dannose carenze o peggio, sovraccarichi, queste ultime, tipiche del consumo di un singolo prodotto per lunghi periodi.
      Provare e cambiare spesso i dolcificanti, se proprio non ne possiamo fare a meno, è una buona regola per non alterare l'equilibrio della nostra salute.

mercoledì 28 giugno 2017

ZUCCHERO e DOLCIFICANTI: insidie, pro e contro anche da quelli naturali.

Di Zucchero, chimicamente noto col nome di SACCAROSIO, ho scritto tempo fa (2013) nel mio articolo ZUCCHERO BIANCO: LA STORIA ED I DANNI CHE HA FATTO


Di Zucchero e dolcificanti se ne parla sempre e ritengo giusto mantenere alta l'attenzione su un alimento, o componente alimentare (artificiale o naturale che sia), perchè si sa che quasi tutti i dolcificanti nascondono insidie, pro e contro spesso sconosciuti alla maggior parte delle persone che li consumano.
Nel 2015 l'Organizzazione Mondiale della Sanita (OMS) ha sottolineato l'importanza di limitare l'assunzione di zucchero al di sotto del 5% del totale dell'energia derivante dai cibi.
Lo Zucchero causa picchi glicemici (Glicemia = Glucosio ematico) ed è la causa principale del Diabete.
Essendo un Disaccaride (due monosaccaridi associati) è costituito da 1 molecola di Glucosio e 1 molecola di Fruttosio; il fruttosio ostacola il buon funzionamento dell'insulina (l'ormone secreto dal Pancreas che favorisce l'assorbimento del Glucosio all'interno delle cellule) ed inoltre toglie il senso di sazietà. Chi pensa di utilizzare il Fruttosio come dolcificante, adesso sa perchè questa non è un'alternativa molto salutare.
Se poi si va a vedere quali prodotti vengono usati nel processo produttivo (calce, anidride carbonica, anidride solforosa, resine) si consideri che i residui di questi nel prodotto finale non possono essere accettabili.
Si può risolvere il problema del gusto dolce, tanto apprezzato da tutti fin da quando nasciamo, utilizzando dei sostituti chimici sintetici che assolvono al compito di DOLCIFICANTE?
Se queste sostanze artificiali promettono di non avere calorie, o averne prossime a zero, e possono quindi allettare le aspettative di chi si trova ad affrontare diete dimagranti, dall'altra occorre tenere conto che le insidie nascoste dietro agli effetti di queste sostanze, sono MOLTISSIME: dalla cancerogenicità alla capacità di alterare i livelli di Glucosio nel sangue.
Per elencare i più utilizzati, ecco quelli che troviamo più spesso nelle etichette dei prodotti che riportano in grande " SENZA ZUCCHERO" oppure "LIGHT" o simili dizioni che traggono in inganno chi non sa cosa ci sta dietro: Aspartame, Acesulfame K, Sucralosio e Saccarina.
Dimentichiamoci che queste sostanze non possano causare scompensi de e ll'omeostasi del Glucosio o non ne aumentino l'assorbimento; non causano picchi glicemici ma sotto sotto creano problemi forse più importanti. E neppure ci sono certezze che l'assunzione di queste sostanze rechi benefici nel controllo del peso, nella regolazione della glicemia dei diabetici e la prevenzione del Diabete tipo 2.
Le conclusioni tratte da una ricerca pubblicata nel Giugno del 2015 su Physiology and Behaviour sono: " I dati di numerosi studi epidemiologici mostrano che il consumo di dolcificanti artificiali, soprattutto nelle bevande dietetiche, è associato ad un aumento del rischio di obesità, sindrome metabolica e Diabete tipo 2"
I meccanismi con cui esercitano la loro azione nociva sull'organismo, sono riconducibili con i processi di controllo del Glucosio inducendone la tolleranza, alterando il Microbiota intestinale (Flora batterica) ed interagiscono con i recettori del sapore dolce, i quali hanno un ruolo molto importante nell'assorbimento del Glucosio stesso e nella secrezione dell'Insulina.

EFFETTI CANCEROGENI DEI DOLCIFICANTI ARTIFICIALI


Sono quasi 40 anni che si discute della cancerogenicità dei dolcificanti artificiali, soprattutto del primo che nel fin dal 1981 ebbe l'approvazione della Food ans Drug Administration americana. Vecchi studi fatti per valutarne la cancerogenicità sono molto carenti nelle metodologie, viste con l'esperienza dei giorni di oggi; tuttavia nel 2014 è stato pubblicato uno studio sull'American Journal of Industrial medicine che ne conferma il nefasto effetto. Ma qualcuno si è mai attivato per sospenderne l'uso nei 6000 prodotti alimentari e almeno 500 formulazioni medicinali? Ricordiamoci poi che quando una sostanza mostra effetti cancerogeni, il più delle volte produce malformazioni fetali e modificazioni dell'assetto immunologico.
Questo non vi pare che possa avere un'importanza rilevante dal punto di vista della salute pubblica?
Evidentemente gli interessi a favore delle industrie chimiche e alimentare sono più importanti della salute umana.

CI SONO ALTERNATIVE NATURALI SICURE?
Sciroppo di Mais, Fruttosio e Stevia sono fra i più gettonati ma anche loro, nonostante siano naturali, hanno qualche attività scomoda che merita di essere analizzata.
Sciroppo di Mais: ha un contenuto di Glucosio elevato ed è dimostrata una relazione tra il Diabete di tipo 2 e il suo consumo.
Fruttosio: ha un forte impatto sull'aumento della Glicemia e delle sindromi che influenzano il Metabolismo umano. Nel 2014 uno studio dimostra la relazione tra consumo di fruttosio e steatosi epatica (fegato grasso) o addirittura un suo consumo abitale lo assocerebbe al carcinoma epato-cellulare (anche se questa ipotesi necessita di ulteriori studi).
Stevia: nel 2011 è stata ammessa nella lista dei prodotti dolcificanti naturali avendo un potere dolcificante da 40 a 300 volte superiore a quello dello Zucchero. Secondo il Prof. F. Berrino, riprodurrebbe il meccanismo del fruttosio, inducendo i recettori intestinali ad assorbire più Glucosio.
Per ulteriori approfondimenti e possibilità di scelta nell'ambito dei dolcificanti naturali vedi il mio articolo "ALTERNATIVE NATURALI ALLO ZUCCHERO BIANCO"

CHE FARE ALLORA?
Sicuramente la prima regola da seguire ed imporsi è quella di non consumare abitualmente questi prodotti, artificiali o naturali che siano, facendo attenzione sia a non aggiungerli, se non in rare occasioni, ai cibi e alle bevande (minicompresse e dispensatori tascabili sono assolutamente DA EVITARE!); fare attenzione alla lista degli ingredienti dei prodotti alimentari e delle bevande che acquistiamo, lasciandoli sullo scaffale del negozio o del supermercato che tenta di propinarceli.
Una soluzione definitiva è quella di modificare le proprie scelte alimentari; certo quest comporta consapevolezza e conoscenza (adesso non avete scuse), attenzione negli acquisti e volontà.
D'altra parte siamo noi responsabili della nostra salute, se non siamo noi ad occuparcene chi lo dovrebbe fare?

martedì 27 giugno 2017

La Felicità: le mie riflessioni.

Dire che cosa è la Felicità non è cosa semplice.
Siamo in 7 miliardi di esseri umani su questo Pianeta e se chiedessimo ad ognuno di definire cosa è la Felicità, forse otterremmo 7 miliardi di risposte diverse.
Potremmo cominciare col dire cosa non è la Felicità. Molto spesso si pensa che la Felicità sia ciò che si prova quando si ottiene la soddisfazione di un bisogno, necessario, indispensabile, estremo; avere un bene desiderato da tanto, avere il cibo o l'acqua che manca, vincere alla lotteria, e chi sa quante altre cose sembrerebbero essere fonte di Felicità. Tutto ciò che proviene da una soddisfazione temporanea dei propri bisogni, fisici o mentali, non è certamente ciò che io penso possa essere la Felicità. 
Il benessere, fisico o mentale, che proviene da qualsivoglia bene materiale non può essere Felicità.

E questo è presto confermato da nuovi bisogni, aspettative e desideri che compaiono non appena il precedente bisogno è stato soddisfatto.
Si potrebbe pensare che l'essere Umano sia molto lontano dal provare la vera Felicità; forse non è così.
Gli esseri umani sono troppo aggrappati a ciò che è materiale e sperimentabile con i propri sentimenti, emozioni e organi di senso (vista, tatto, gusto, udito e odorato) per sperimentare anche la Felicità, quella vera.
Se potessimo misurare un Indice di Felicità nel mondo, avremmo a che fare con risultati che ci fanno capire quanto tutto ciò che è "materiale" non ha a che fare con la Felicità; chi ha provato a misurarlo, ha stilato una classifica che su 176 Stati analizzati, pone gli Stati Uniti d'America più o meno al 146 posto. Sorprendente? no, è solo che ci aspettavamo il contrario, ma semplicemente perchè non sappiamo cos'è la Felicità. Ci sono paesi invece che hanno già introdotto la misurazione del PIF (indice di felicità dei cittadini) anzichè del PIL che in quanto a soddisfazione ha più a che fare con l'Economia mondiale e gli interessi delle Banche che neanche con il vero benessere della popolazione abitante.
Molto probabilmente la quasi totalità degli esseri Umani non riesce neppure a cogliere il momento in cui si ha a che fare con la Felicità, perchè non si conosce come essa si manifesta. Alla ricerca di soddisfazioni temporanee, ci si dimentica che abbiamo la possibilità di essere, invece, esseri Felici.
I Condizionamenti che l'essere umano ha acquisito da generazioni, soprattutto nel mondo Occidentale, distraggono dalla possibilità di percepire la Felicità. Il materialismo e l'attaccamento a tutte le cose materiali ci allontanano dalla percezione della Felicità.
Avrete notato che io non so affiancare un sostantivo al termine Felicità. Mentre lo si può fare con la Gioia, l'Amore, la Contentezza, la Rabbia, l'Ira, l'Odio, l'Invidia, ecc, (emozioni, sentimenti), per la Felicità non mi viene alcun ché.
Ciò che possiamo cominciare a chiarire è che la Felicità è un diritto per tutti gli esseri viventi. E questo non l'ho inventato io.
Se solo riuscissimo a ricordarci questo principio almeno per qualche momento durante le nostre giornate, già potremmo avvicinarci ad assaporare un inizio di Felicità che proviene dal semplice rispetto verso tutte le forme di vita e dal riconoscere, mediante la consapevolezza, che tutti gli abitanti di questo Pianeta hanno il diritto di essere felici: se ogni forma di vita ha un diritto alla Felicità, dovremmo ricordarcelo ogni volta che ci troviamo al cospetto di un qualsiasi essere vivente perchè quell'essere sta tentando in questa sua vita di raggiungere l'obiettivo che madre natura gli ha dato: essere Felice portando a termine il compito, lo scopo della vita che gli è stata data. Dunque quando abbiamo a che fare anche con un "semplice" insetto, per pur piccolo che sia, portiamo rispetto per quello che è, ha uno scopo nella sua natura di essere vivente e questo scopo ha a che fare con la Felicità. Se pensiamo, come umani, di essere superiori agli altri esseri viventi, ricordiamoci che il nostro corredo genetico è identico a quello di un piccolo verme appena visibile (Cernorhabditians elegans), e di poco superiore a quello di un piccolo moscerino che ama la frutta (Drosophila Melanogaster). Se la nostra vita è relativamente più lunga della sua, non è un buon motivo per sottovalutare l'importanza dello scopo della sua vita. Quindi rispetto!
Noi esseri umani non riusciamo più a sentire qual'è il nostro scopo nella vita e questa mancanza ha fatto dimenticare, alla maggior parte delle persone, che abbiamo davvero uno scopo nella vita che stiamo vivendo.
Forse è il ritorno a questa consapevolezza che ci può avvicinare alla Felicità.
E forse la CONSAPEVOLEZZA è la chiave per poter accedere alla Felicità.
Mi capita spesso di osservare qualche piccolo animale in un prato, in un bosco, guardando il cielo, o semplicemente i pochi metri cubi che mi circondano anche quando sto in casa; c'è sempre qualcuno da vedere e osservare per quello che fa. Questo mi porta internamente una sensazione che io credo sia la mia Felicità, la consapevolezza che quell'essere vivente ha uno scopo nella sua vita e lo sta perseguendo semplicemente seguendo il programma che madre natura gli ha dato, ed io non ho il diritto di interferire in nessun modo con la Natura.
Forse è per questo motivo che in queste occasioni mi sorge spontaneo un sorriso.





mercoledì 21 giugno 2017

Lattobacilli Probiotici contro Candida Albicans: cosa e come assumerli.

Vorrei aggiungere qualcosa di confortante e favorevole all'uso dei Probiotici per combattere le Disbiosi da Candida Albicans. Nel mio articolo " CANDIDA LA DIETA PER SCONFIGGERLA" ho riportato non solo uno stile alimentare utile ad affamare la Candida Albicans e ripristinare l'equilibrio del Microbiota intestinale, ma ho inserito nei primi giorni del programma "Anti-Candida" un prodotto a base di Saccharomyces Cerevisie, l'Enterococcus Faecium ed il Lactobacillus Acidophilus (contenuti nel prodotto Enterelle ditta Bromatech), microrganismi utili ad effettuare una sorta di "pulizia" intestinale.
Il resto dell'articolo si concentrava su una certa alimentazione utile ad evitare la sopravvivenza della Candida Albicans in quanto povera di nutrienti di cui la Candida è "ghiotta".
Il miglior modo di procedere prevede tuttavia anche un ripristino della flora batterica intestinale mediante assunzione di Probiotici "amici", quelli che normalmente ed in condizioni fisiologiche normali, risultano essere i veri guardiani e custodi della salute intestinale e quindi di tutto il nostro organismo.
Inutile ricordare che l'intestino svolge un ruolo fondamentale per la nostra salute ed in primis per il nostro Sistema Immunitario, del quale l'intestino svolge il 60% della funzione. Questo ovviamente se il Microbiota intestinale è ben equilibrato e ricco di Lattobacilli (in particolare del genere Biphidus e Acidophilus).
Per chi è il lotta contro la Candida, è certamente un atto dovuto ripristinare l'Eubiosi (equilibrio della popolazione di microrganismi che fanno parte della flora batterica intestinale). Per fare questo occorre quindi assumere per circa 2 mesi i microrganismi che possono riportare in equilibrio il Microbiota intestinale.
Assumeremo dunque dopo ogni pasto 1 Capsula di "fermenti", in particolare:
- 1 capsula di Bifiselle (ditta Bromatech) dopo colazione  
- 1 capsula di Ramnoselle (ditta Bromatec) dopo pranzo 
- 1 capsula di Ramnoselle dopo cena.

Il motivo per cui si assumono separatamente i Biphidus e gli Acidophilus, è che questi due microrganismi sono competitivi nell'attecchimento sulle pareti intestinali, ed è buona norma per un efficace impianto non assumerli contemporaneamente.






ECCO LE PROVE SCIENTIFICHE
A riprova dell'utilità dell'assunzione di Lactobacilli per combattere la Candida, esiste uno studio scientifico (1) fatto per la valutazione degli effetti inibitori di specie Probiotiche di Lactobacillus in diverse fasi di sviluppo di biofilm (film biologico costituito da colonie di microrganismi) di Candida Albicans. Mettendo a contatto con tecniche di laboratorio il Biofilm di Candida Albicans con varie specie di Lactobacillus (Rhamnosus, Casei e Acidophilus) si è constatata una significativa riduzione del numero di cellule di Candida (dal 25,5 al 61,8% in funzione ceppo di Lattobacillo utilizzato).
Gli effetti sono differenti e differentemente influenti sulle diverse fasi dello sviluppo della Candida, ma tutti i Lattobacilli hanno influenzato negativamente la formazione di ife (i filamenti tipici delle specie fungine) e del biofilm. Gli autori dello studio osservano che con questo test è stato chiarito per la prima volta il meccanismo attraverso cui specie di Lactobacillus possano antagonizzare la colonizzazione dell'ospite da parte di Candida Albicans. I risultati ottenuti documentano una serie di meccanismi inibitori che conferiscono attività "Candidacida" (killer della Candida) di questi Probiotici; questo supporta la loro utilità come modalità terapeutica aggiuntiva nel contrasto delle infezioni da candida che interessano le mucose.

(1) Ricerca realizzata da vari istituti, fra questi UQ Oral Health Centre, School of Dentistry, The University of Queensland, QLD, Australia. Matsubara MP, and Samaranayake LP. Probiotic lactobacilli inhibit early stages of Candida albicans biofilm development by reducing their growth, cell adesion, and filamentation. Appl Microbiol Biotechnol. 2016  Jul; 100(14):6415-26.








venerdì 16 giugno 2017

Progetto Genoma Umano: FLOP nella storia della scienza.

Per continuare nel percorso sulla conoscenza delle verità che riguardano il nostro patrimonio genetico, eccomi a raccontare un altro passo fondamentale per aiutare a chiarire  un argomento che troppo spesso è stato ed è oggetto di numerose speculazioni.
Il precedente articolo IL CANCRO E’ QUESTIONE DI SFIGA? COMINCIAMO DA QUI introduceva l’argomento per giungere alla conclusione che la scienza moderna è ben lontana dal continuare a perseguire progetti di ricerca sulle malattie legate a specifici geni insiti nel nostro DNA, che costituisce la memoria progetto di tutte le proteine che fanno funzionare il nostro organismo.
Era il 1990 quando James Watson diede inizio al Progetto Genoma Umano (HGP = Human Genome Project), uno dei padri della fisiologia genetica, scopritore, insieme a C. Crick, del DNA, la doppia elica nucleotidica che sta dentro le nostre cellule e precisamente nel Nucleo.
I principali obiettivi del progetto dovevano essere i seguenti 3:
      -          Identificare le basi genetiche di tutti i tratti caratteristici umani (positivi e negativi)
      -          Creare un database di ricerca e gli strumenti per l’analisi dei dati da condividere con l’industria Biotech e con il settore privato
      -          Promuovere lo sviluppo di nuove applicazioni mediche in tutto il mondo.
Dunque grandi aspettative da quello che, si pensava, potesse essere la soluzione di tutti i mali, sia per gli esseri umani che per le industrie che ne avrebbero tratto profitti vertiginosi. Probabilmente, ma con la quasi assoluta certezza, è stato più che altro questo ultimo aspetto la leva che ha dato benzina al motore della ricerca sulla caratterizzazione dei Geni umani.
L’aspettativa sul numero di Geni presenti nel nucleo della cellula umana era commisurata alla quantità di proteine che lo gestiscono: 100.000 proteine diverse dovrebbero essere prodotte da altrettanti Geni. Ecco perché la caratterizzazione di 100.000 geni che ci si aspettava di “trovare” poteva essere ricondotta alle ampie possibilità dell’industria di Brevettare tutte le sequenze delle basi molecolari dei Geni (Adenina, Citosina, Timina e Guanina), con conseguenti enormi possibilità di grandi incassi.
Questo potenziale lucro fu stroncato da un grandioso scherzo della natura!
Con l’idea ben consolidata che i geni controllano tutte le caratteristiche di un organismo, i capi del Progetto Genoma Umano si aspettavano che “organismi più complessi avessero più geni rispetto agli organismi più semplici”:
-          Microrganismi come i Batteri: 3000 – 5000 geni
-          Cernorhabditias elegans, (un vermiciattolo appena visibile) fatto di 1271 cellule: 23.000 geni
-          Moscerino della Frutta, organismo più complesso: ahimè solo 18.000 geni
E già qui la teoria cominciava a tremare!
Come poteva un organismo più complesso avere meno geni?
Va be non importa! Pensarono i capi del Progetto Genoma Umano. Andiamo avanti col progetto, non si può tornare indietro, che figura si sarebbe fatta stoppando un progetto così immenso e ricco di aspettative? Avanti tutta! 
Chissà quanti miliardi spesi per arrivare alla conclusione deludente che l’uomo ha una quantità di geni simile a quello del Vermiciattolo di cui sopra, fatto di sole 1271 cellule rispetto ai 70 trilioni di cellule del corpo umano! Ebbene si, 23.000 geni è lo stesso patrimonio della cellula umana, paragonabile ad un Nematode (il vermetto Cernorhabditias elegans, appena visibile ad occhio nudo).
Il 2003 fu l’anno del grande annuncio: “IL PROGETTO GENOMA UMANO HA IDENTIFICATO TUTTI I GENI DEL PATRIMONIO CELLULARE dell’UOMO” . Grandi ricercatori, montagne di soldi spesi per lanciare l’annuncio del più grande progetto mai realizzato. Ma che delusione! E che ridimensionamento delle aziende di Bioingegneria che si erano preparate ad affrontare numeri di geni in numero di 4 volte quelli effettivamente trovati! Quanti licenziamenti dei direttori generali di queste aziende (Celera e Human Genome Sciences)
Paul Silverman, sostenitore del progetto, pioniere e architetto nella ricerca genetica, concluse che LA SCIENZA AVREBBE DOVUTO RICONSIDERARE L’IDEA DEL “Determinismo Genetico” (vedi IL CANCRO E’ QUESTIONE DI SFIGA? COMINCIAMO DA QUI):
STIMOLI EXTRACELLULARI POSSONO dunque INNESCARE la trasduzione del DNA.
Riassumendo, grazie anche ai contenuti del precedente articolo.
      1)      Il progetto Genoma Umano non ha trovato i 100.000 geni che si aspettava ma solo 23.000.
      2)      I Geni non si attivano da soli
Eppure, nonostante queste conclusioni scientifiche, tutti continuano a credere che moltissime malattie sono il risultato di geni esistenti e difettosi nel DNA e che danno luogo a una miriade di espressioni tra cui appunto le MALATTIE.
La storia non finisce qui, continuerò a pubblicare gli articoli che possono aiutare a smentire l’atteggiamento e le teorie cui ancora la ricerca scientifica continua a rimanere appiccicata, senza motivo reale!

mercoledì 14 giugno 2017

VEGANESIMO: splendido ma .... perchè non è garanzia di salute?

Sono Vegano, Crudista all'80%: soluzione perfetta per uno che in cucina non ci sa fare! 
Ci pensa la natura a preparare per me, e non le industrie alimentari, ma scelgo Biologico e cerco di comperare nel mio territorio, prodotti freschi e più vicini a me; coltivo un orto con gli ortaggi di stagione che non mi impegnino troppo, ma lo faccio con passione nel tempo che ho a disposizione.
Non ho gusti particolari e mangio non per il semplice gusto di mangiare ma per un motivo molto più importante: NUTRIRMI.
Di alimentazione legata alla salute ne ho ampiamente parlato e scritto (anche in questo Blog a partire dal 2013) e per fortuna non è solo un pensiero mio e sempre di più tale connubio sta portando molta gente a prendere consapevolezza del proprio stile di vita e diventare responsabili della propria salute.
Il Veganesimo è uno stile alimentare molto apprezzato e sempre più in espansione, dal punto di vista dei consensi e delle adesioni; molti si avvicinano al Veganesimo come ultima spiaggia perchè non sanno più che pesci pigliare per guarire, per stare meglio, per smettere di soffrire del male sociale che è una credenza consolidata: le migliaia di malattie cui siamo soggetti come esseri umani.
Da qui non si staccano più salvo qualche eccezione, perchè quando si sta bene è difficile cambiare per andare a stare peggio.
Vorrei però sfatare un mito nei confronti del Veganesimo: Vegano non significa automaticamente senza Malattie. Sarebbe troppo bello!
Tuttavia il Veganesimo è il punto di inizio di un percorso, decisamente CONSAPEVOLE, che può condurre alla perfetta salute e longevità in salute senza dipendenze da farmaci e terapie di qualsiasi tipo.
Ci sono e ci saranno sempre attacchi ed esperienze di chi vuole screditare questo stile di vita nutrizionale; chi lo fa è attratto da interessi personali (un macellaio o salumiere non lo sosterrà mai pubblicamente).
Veniamo al punto: perchè un Vegano qualsiasi non può avere la garanzia di essere in salute, non avere disturbi e disequilibri che possano compromettere il suo benessere?
Ammettiamo che io mangi solo riso. Sarei un Vegano perfetto! Ma potrei vivere a lungo mangiando da Vegano solo riso? NOOOOOOO !!!! Ovviamente.
Questo l'ho scritto semplicemente per introdurre un concetto importante: l'equilibrio nell'assunzione di nutrienti è fondamentale!
Non starò certo qui ad elencare nel particolare quali sono gli alimenti necessari per mantenere un perfetto equilibrio, forse ognuno di noi ha un proprio elenco di alimenti; mi limito a dire che Vitamine, Minerali, Oligoelementi, Acidi Grassi essenziali, proteine, carboidrati e pochi grassi saturi, sono tutti necessari e pertanto occorre avere un "parco" di alimenti tale che ne siano contenuti tutti. Anche una Alimentazione Vegana deve dunque essere tale per cui tutti questi elementi vengano assicurati al nostro corpo e nelle quantità idonee a mantenere una struttura e una funzionalità metabolica completa e commisurata al nostro stile di vita, al nostro lavoro, alla nostra attività fisica.
In generale, ma molto in generale, una alimentazione varia e ricca di Vegetali all'80% (Verdura in primis e Frutta) preferibilmente crudi e il 20% di Cereali, Semi, Legumi (distribuiti tutti nel 20%) è un mix ipoteticamente ideale per mantenere in salute un organismo.
Ci sono molte variabili che possono compromettere la bontà di questa alimentazione: cotture, conservazione dei cibi crudi, poco utilizzo di germogli, consumo abitudinario degli stessi cibi, e troppi legumi oltre al mancato rispetto del bilancio 80/20 possono compromettere un apporto ideale dei nutrienti.
Oltre a tutto questo ci sono anche altri aspetti che sono complementari e devono essere rispettati al fine di avere un risultato ottimale nella conservazione della buona salute: stile di vita, attività fisica, stress fisico e mentale, emozioni e pensieri negativi (che sono essi stessi delle tossine).
La Vitamina B12? E' vero e forse l'unico elemento che occorre tenere sotto controllo.
Ahahaaaaa! allora c'è qualcosa che non va nel Veganesimo! No, c'è qualcosa che non va nell'essere umano che per vari motivi non riesce ad assorbire correttamente questa Vitamina (il fattore di assorbimento intestinale ad esempio può non funzionare perchè ci siamo abituati a qualcosa che lo ha compromesso; la nostra flora batterica intestinale ottimo produttore di B12 è compromessa per cattiva alimentazione); quanti Onnivori sono anemici per mancanza di B12 dovuta a questo motivo?
Sono convinto che nel tempo l'uomo abbia "mutato" la sua capacità di produrre e assorbire questa Vitamina, d'altra parte mi risulta difficile pensare alle MUCCHE ANEMICHE! eppure carne (ricca di B12, non ne mangiano, tanto meno quella dei loro vitellini!). Però hanno la capacità di produrne in abbondanza.
Per ultimo voglio accennare ad un libro scritto recentemente da Lierre Keith (Cosa mi insegnato essere Vegana) che non fa una buona pubblicità al Veganesimo. Contestatissima dai vegani integralisti, l'autrice racconta di come si sia ammalata durante il suo essere Vegana. Bene, un esperienza di vita che forse nasconde tanti ma tanti ERRORI alimentari seppure nell'ambito della scelta dei cibi vegani. Come ho detto prima, se mangio solo riso sono un perfetto vegano ma con molta molta e molta probabilità (e qui è pura certezza) mi ammalerò.





martedì 13 giugno 2017

IL CANCRO E' QUESTIONE DI SFIGA? COMINCIAMO DA QUI!

Mi ha molto turbato la notizia che anche i media televisivi hanno divulgato qualche tempo fa: "E' ufficiale, il cancro è una questione di casualità". Quindi se sei afflitto dal cancro sei sfigato!
Non potevo credere che tanta ignoranza e ottusità si annidasse ancora nei cosiddetti "esperti" di scienza. Uno dei libri che ho riletto e sto rileggendo è " Evoluzione spontanea – Bruce Lipton e Steve Bhaerman" . Bruce Lipton è un vero scienziato, aperto a tutto quello che può condurre alla verità, slegato da dogmi, cosa che quasi tutti gli scienziati non possono vantare.
Ecco dunque un bellissimo passaggio del Capitolo 7 – Percezione mito n.3: è nei tuoi geni di un libro che secondo me è insuperabile. Lo riporto così come scritto, nella speranza che possa essere apprezzato da chi si volesse prendere la briga di leggerlo fino in fondo, ne vale la pena. 
In questo capitolo del libro si possono apprezzare gli indizi per comprendere quanto la scienza sia ancora legata ai DOGMI, cioè "assunti" non confermati scientificamente, che, a mio avviso, deviano molte delle conclusioni cui ancora oggi la "scienza" giunge, senza mettere in discussione nulla, se non i dati specifici della specifica ricerca purtroppo ancora eseguita partendo da credenze inesatte. 
Ciò che più sconvolge è l'atteggiamento chiuso cui la scienza ufficiale è strettamente attaccata e che non fa che compromettere la vera Conoscenza.

In corsivo il testo riportato dal libro; in rosso sono commenti personali. E sconvolge ancora di più che ancora negli anni 60 chi si presentava con conclusioni scientifiche confermate praticamente, veniva tacciato per pazzo e pertanto meritevole di isolamento.
Leggete!


<< Nel 1953 Watson e Crick cambiarono il corso della storia dell’umanità con la pubblicazione del loro articolo “Molecular Structure of Nucleic Acids” nella prestigiosa rivista inglese Nature. Lavorando con la cristallografia ai raggi X, essi scoprirono che la molecola di DNA (Desossi Ribonucleic Acid – Acido Desossiribonucleico) era un lungo filamento lineare composto da quattro diversi tipi di componenti molecolari chiamati Basi Nucleiche o Nucleotidi: Adenina, Timina, Citosina e Guanina, abbreviate in A,T, C, G. Essi scoprirono anche che le coppie di filamenti di A, T, C e G si assemblano in doppie eliche. Ma la scoperta più importante fu che la sequenza delle basi A,T, C e G, lungo la molecola del DNA rappresentava un codice usato per sintetizzare le molecole proteiche del corpo.
Un Gene pertanto rappresenta un tratto di codice di DNA contenente le sequenze di nucleotidi necessarie a produrre una specifica proteina. Le molecole proteiche sono i componenti materiali della cellula, e, in quanto tali, sono responsabili delle caratteristiche fisiche e comportamentali di un organismo.
Sulla base della natura del meccanismo di codificazione del DNA, Francis Crick postulò il concetto noto come il dogma centrale della biologia molecolare.
Questo dogma centrale, anche chiamato il primato del DNA, definiva la direzione del flusso dell’informazione nei sistemi biologici. Le sequenze delle basi ATCG del DNA rappresentano informazioni espresse sottoforma di geni, che codificano la struttura di una proteina. La cellula fa l’equivalente di una fotocopia di gene nella forma di un altro tipo di acido nucleico chiamato Acido Ribonucleico (RNA).
La copia di RNA è la molecola effettivamente impiegata per assemblare il codice in una molecola proteica (nel processo di Sintesi intracellulare delle proteine). Di conseguenza l’informazione contenuta nel DNA viene trascritta nell’RNA, quindi l’informazione presente nell’RNA è trasferita nelle molecole proteiche. Secondo il dogma centrale di Crick, il flusso d’informazione nella maggior parte dei sistemi biologici era unidirezionale: dal DNA all’RNA alla Proteina.
Dato che gli schemi originali della struttura proteica che procura i tratti caratteristici sono codificati nel DNA, questa molecola fu considerata il principale fattore determinante del nostro carattere biologico. Perciò il dogma centrale si traduce nell’affermazione che il DNA è la causa principale della nostra condizione nella vita. Grazie a Watson e Crick il segreto della vita era finalmente ridotto a effetti a cascata molecolari che hanno origine nel nucleo della cellula mediante l’attivazione o la disattivazione di determinati geni. Questa conclusione rappresentò l’epitome (essenzadel riduzionismo biologico: la vita scaturisce dai materiali geni.
Il dogma centrale divenne una delle dottrine più importanti della scienza moderna, dottrina che influenzò significativamente la direzione della ricerca genetica nei cinquant’anni successivi. La credenza in un mondo fisico newtoniano convinse del tutto i biologi che la vita e i suoi meccanismi erano chiaramente il risultato d’interazioni materiali, come nella vecchia storia degli ingranaggi concatenati semoventi degli orologi a molla meccanici. Perciò, ancor prima della nascita di Watson e Crick , la scienza aveva già concluso che è un assemblaggio di molecole fisiche a controllare la vita. L’unica domanda che ancora rimaneva era: “Quali molecole saranno mai?”. Quando Watson e Crick riferirono i risultati delle loro ricerche sul DNA, decidere fu un gioco da ragazzi: le molecole di DNA controllano la vita.
Gli scienziati accettarono la validità delle conclusioni del dogma centrale senza discussioni perché se le aspettavano. Sorprendentemente, i biologi adottarono subito l’ipotesi di Crick anche se la sua validità non era mai stata verificata. Ed è allo stesso tempo interessante e importante notare che Crick chiamo dogma la sua ipotesi di una vita d’informazione molecolare DNA-RNA-Proteina. Per definizione, la parola DOGMA rappresenta una “credenza basata sulla convinzione religiosa e non sul fatto scientifico”.

Adottando un dogma mai verificato e trasformandolo nel fondamento stesso della biomedicina, il materialismo scientifico ufficialmente e ironicamente scivolò nel regno della religione! La risposta alla domanda se la scienza moderna rappresentasse la scienza o la religione, ora dipendeva dal fatto che il DNA controllasse effettivamente la vita o no. Prima di entrare in ogni stanza d’albergo a sostituire la Bibbia di Gedeone con un libro di genetica, esaminiamo attentamente questa faccenda del primato del DNA: è davvero così?
Una implicazione cruciale del dogma centrale di Crick è che l’informazione ereditaria scorre in un’unica direzione, dal DNA all’RNA alle proteine, e mai nella direzione opposta, il che significa che secondo Crick la proteina non può influenzare la struttura e l’attività del codice del DNA. Ma qui sta l’intoppo: il corpo che sperimenta la vita è fatto di proteine, ma dato che le proteine non possono ritrasmettere le informazioni sulle esperienze della vita al DNA, le informazioni ambientali non possono modificare il destino genetico. Questo significa che l’informazione genetica è disconnessa dall’ambiente.
Il flusso di informazioni alla base del dogma centrale dunque concretizzò la nozione di determinismo genetico, concetto che ha influenzato la vita di ogni abitante di questo pianeta.
Il determinismo genetico è la credenza che i geni controllino tutte le ostre caratteristiche, fisiche, comportamentali ed emozionali. Esso è la ragione per cui andiamo alla ricerca dei tratti caratteristici che discendono lungo i lignaggi familiari, e per cui la scienza continua a cercare questa o quella caratteristica particolare. Semplicemente, è la credenza che il nostro destino è racchiuso ne nostri genie, dal momento che non possiamo cambiare i geni, siamo veramente, come essi sostengono, vittime del nostro patrimonio genetico.
TUTTAVIA, COL PASSARE DEL TEMPO, NUOVE SCOPERTE HANNO INDEBOLITO LA VALIDITA’ DI QUESTA CREDENZA.
Negli ultimi anni 60, il genetista dell’Università del Wisconsin Howard Temin (ecco il pazzo!), stava studiando il modo in cui i tumori dirottano il controllo di un codice genetico cellulare infetto. Il virus con cui egli stava lavorando conteneva soltanto RNA come unica molecola genetica. Di conseguenza, quando pubblicò la sua ricerca che suggeriva che l’informazione dell’RNA poteva scorrere a ritroso e alterare il codice genetico della cellula ospite, Temin fu messo al bando e dichiarato eretico. In questo caso la connotazione religiosa del marchio di eresia era un epiteto appropriato, dal momento che egli era colpevole di sfidare il dogma (vi ricordate la Santa Inquisizione? ma qui siamo negli anni 60!!!)
All’epoca nessuno era preparato per le profonde implicazioni della scoperta di Temin, ma da allora siamo giunti alla scoperta che il virus dell’HIV, presunta causa dell’AIDS, utilizza lo stesso meccanismo eretico dell’RNA. Alla fine Temin condivise il premio Nobel per la fisiologia nel 1975 per la scoperta della trascrittasi inversa, l’enzima che copia l’informazione dell’RNA nel codice del DNA.(cosa che prima era considerata un'eresia!)
Il lavoro di Temin spezzò la spina dorsale del dogma centrale di Crick dimostrando che l’informazione ereditaria scorre in entrambe le direzioni: il DNA invia le informazioni all’RNA, e l’RNA può ritrasmettere informazioni al DNA. L’implicazione del suo lavoro è che attraverso l’elaborazione inversa i cambiamenti nel patrimonio genetico possono essere provocati intenzionalmente o attraverso l’influenza dell’ambiente, e non solo mediante mutazioni accidentali come si era supposto.(Ecco perchè se hai il cancro non è questione di sfiga!)
Entro l’anno 1990 fu demolita un’altra dottrina fondamentale del dogma centrale e del determinismo genetico. Come riferì il biologo H. Frederik Nijhout della Duke University, i geni non sono “auto-emergenti” e non possono “accendersi e spegnersi da soli”. (rinforza ulteriormente il concetto che il cancro non può essere questione di sfortuna)
L’articolo di Nijhout sottolineava che i geni non sono che progetti, e l’idea che un progetto abbia la facoltà di attivarsi o disattivarsi è assurda.
Immaginate di essere nell’ufficio di un architetto ad esaminare una copia cianografica e chiedere: “questo progetto è acceso o spento?” La domanda giusta invece è : “ Quel progetto di DNA sta venendo letto o no?
Questo perché i geni non si leggono da soli, il che significa che sono incapaci di attivare la propria espressione, e non sono auto-emergenti né si mettono in atto automaticamente. La domanda successiva allora diventa: “Che cos’è responsabile della lettura di un gene?”. Nelle parole di Nijhout: “ Quando è necessaria la produzione di un certo gene, un segnale proveniente dal suo ambiente, e non una proprietà emergente del gene stesso, attiva l’espressione di quel gene
In parole povere, i segnali ambientali controllano l’attività dei geni.
Come abbiamo già visto, le scienze biomediche stanno venendo filosoficamente trasformate dalla nuova scienza del controllo epigenetico. Il prefisso EPI significa “al di sopra”, per cui la nuova scienza tratta letteralmente del controllo dei geni dall’alto. In altre parole, l’epigenetica descrive come l’attività genetica e l’espressione cellulare siano in ultima analisi regolate dall’informazione proveniente dal campo esterno d’influenza piuttosto che per mezzo della materia interna del DNA.
La seconda verità che i geni non controllano la propria  attività e che l’informazione ereditaria non scorre in un’unica direzione, così come asserito dal dogma centrale, è stata stabilita più di 20 anni fa. Ma nonostante questi piccoli nei che guastavano tutto, i testi di scienze di base, i media e soprattutto l’industria farmaceutica continuano a rifiutarsi di abbandonare il dogma centrale. In tal modo essi perpetuano la concezione del profano che i geni controllino la sua vita. Evidentemente, se si continua a nutrirlo con “cibo per dogma” anche un dogma defunto puo’ essere mantenuto in vita.
Nonostante la scienza abbia dimostrato che il dogma del determinismo genetico è privo di valore, i media ortodossi continuano a focalizzarsi sul concetto che i geni controllino la vita. Ogni giorno nuovi articoli sostengono che è stato scoperto un gene che controlla questa o quell’altra caratteristica. Le persone ansiose fanno la coda per lanciare un’occhiata al proprio destino come viene loro offerto dall’ultima e più grandiosa tecnologia del chip genetico, che glieli rivelerà attraverso la lettura del loro genoma individuale.

Il concetto di determinismo genetico è così consono al paradigma di base dominante che nemmeno le incontestabili prove scientifiche possono sloggiarlo>>

BELLO VERO? 
Ho già avuto modo di commentare negativamente l'atteggiamento di certi personaggi famosi (Angelina Jolie) che si sono fatti togliere tutti gli organi possibili che potessero essere colpiti dal cancro semplicemente perchè la madre ne era stata colpita, con l'assurda certezza che tutto ciò fosse questione di geni ereditati. Peccato!

domenica 11 giugno 2017

CANDIDA: la dieta per sconfiggerla.


La Candidosi è un disturbo ormai diffusissimo e non ritengo di dover introdurre questo articolo dicendo cosa è la Candida Albicans, il microrganismo responsabile. Si possono trovare informazini affidabili a questo LINK.
Tuttavia ci sono 3 informazioni che vanno tenute in considerazione:  
1) La Candida Albicans è un microrganismo (lievito) che fa parte della normale flora batterica intestinale dell'uomo (il Microbiota intestinale).
2) In condizioni ambientali ad esso favorevoli si sviluppa in forma di Fungo e, in funzione delle condizioni delle pareti intestinali (ad esempio la Sindrome dell'intestino bucato dove le pareti dell'intestino diventano permeabili a macromolecole e microrganismi) può diffondersi in tutto l'organismo e manifestarsi ovunque (unghie, pelle, mucose, bocca e organi, tessuti interni, ecc)
3) Le condizioni ambientali favorevoli allo sviluppo e diffusione della candida sono influenzate dall'alimentazione e dal modo in cui mangiamo
Ecco perchè il processo di riequilibrio della Disbiosi (disequilibrio del Microbiota intestinale) da Candida deve necessariamente partire da un nuovo stile Alimentare, inizialmente privo dei nutrienti utili ad un buon sviluppo e mantenimento della Candida (Zuccheri e carboidrati raffinati e industriali, dolcificanti, frutta dolce, carni, insaccati, latticini) favorendo un ripristino del pH fisiologico neutro o leggermente alcalino.


Riporto qui di seguito le indicazioni che suggerisco ai miei clienti che lamentano problemi di Candidosi e che mi hanno dato riscontri molto positivi sui risultati ottenuti.
Alimentazione
Iniziare con 6 giorni di Alimentazione a base di sola Frutta Acida, verdure Crude e Cotte (iniziando sempre con le crude) a volontà, condite con Olio EVO (max 2 cucchiai) e Olio di Canapa (1 cucchiaio), poco sale integrale, curcuma in polvere ½ cucchiaino, Zenzero in polvere.
La mattina, appena svegli bere un bicchiere di Acqua calda + 1 limone (eventualmente + zenzero).
Colazione: frutta acida (agrumi, kiwi, ananas, pompelmi); 2 cps Enterelle (ditta Bromatech acquistabile in farmacia o Parafarmacia)
Pranzo e Cena: Verdure crude e cotte (preferibilmente a vapore o stufate senza soffritti e condite come sopra). 1 Cps Enterelle a fine pasto (Totale 4 cps al giorno)
Bevande: Acqua a pH sopra il 7 e basso residuo fisso, almeno 1,5 litri al giorno, di cui 1 lt di Equiseto (semidecotto, Vedi istruzioni a seguire)

Dopo i primi 6 giorni, per almeno 2 mesi eliminare completamente i seguenti alimenti :
-         Cereali raffinati e derivati (pasta, riso, farro, orzo, ecc) e tutte le farine bianche;
-         Prodotti da forno industriali e simili (brioches, merendine, biscotti, budini, ecc)
-         Prodotti con lieviti (pane, focacce, grissini, crakers, taralli, fette biscottate, pizze, torte, ecc)
-         Zuccheri (anche di canna grezzi) e dolcificanti naturali (fruttosio, malto/maltosio, miele, succo 
          d’Acero, succhi di frutta industriali, melasse)
-         Frutta dolce
-         Frutta essiccata (Albicocche, fichi, datteri, prugne, ecc)
-         Frutta sciroppata
-         Mostarde
-         Arachidi, Castagne, Anacardi, Noci del Brasile.
-         Tutte le bevande alcoliche e quelle industriali zuccherate (Coca-cola, Fanta, gazzose, Thè, ecc)
-         Carni rosse, insaccati, e derivati già pronti.
-         Latticini stagionati
-         Funghi
-         Aceto e sottaceti (vino e mele)
-         Fiocchi e Muesli
Mangiare invece con moderazione:
-         Patate di tutti i tipi
-         Ortaggi amidacei (zucca, carote, barbabietole, cavolfiore)
-         Cioccolato fondente
-         Arance
-         Latte di riso
Alimenti consentiti:
-         Verdure (salvo ortaggi amidacei) soprattutto crude ma anche cotte a vapore o stufate; consumarne
           in abbondanza anche sottoforma di estratti/succhi;
-         Consigliati Aglio, Cipolle, Porri
-         Frutta invernale: mele, pere, kiwi, limoni, arance (con moderazione)
-         Legumi (piccole quantità)
-         Pesce (1-2 volte a settimana)
-         Uova (gallina o Quaglia) (1volta a settimana)
-         Cereali integrali (evitare il più possibile Cereali con Glutine: grano, farro, orzo, segale); suggeriti
          quelli senza glutine come Riso, Miglio, Amaranto, Quinoa, Grano saraceno, Avena). Da 
          consumarsi in grani (cotti) e come preparati senza lievito (ad esempio Ciapati, Piadine)
-         Sott’oli
-         Derivati della Soia: Yofu (Soiade), Tofu e preparati pronti senza lattosio e zuccheri.
-         Olio extravergine, Oli di semi spremuti a freddo (Canapa molto consigliato per l'ottimo equilibrio
          Omega 3 e 6, Girasole,Cartamo, Vinaccioli, Zucca)
-         Semi: tutti i semi tranne Anacardi, Noci del Brasile
-         Latti vegetali (senza zuccheri aggiunti ad esempio della marca “ISOLABIO”): Soia, Mandorle,
          Miglio, Avena, Nocciole, Kamut)

Organizzazione dei Pasti e spuntini
COLAZIONE: Crema Budwig (QUI vedi istruzioni ai miei articoli precedenti), così composta:
-         Yofu (2 cucchiai)
-         Olio di Canapa (1 cucchiaio)
-         ½ Banana piccola schiacciata
-         Grano saraceno (1 cucchiaio macinato o ammollato la sera prima) oppure 1 cucchiaio di Aktiv acquistabile nei negozi di alimenti biologici oppure aa QUESTO LINK 
     
       -       Semi di Lino (1,5 cucchiai) macinati
       -       Mezzo Limone spremuto
       -       Erba di Grano (www.macrolibrarsi.it/prodotti/__erba-di-grano-in-polvere-250g.php?pn=4053 ): 1 cucchiaio raso
       -       Frutta: ½ mela, oppure ½ pera, oppure 1 kiwi maturo
In alternativa: 150 ml di Latte Vegetale NON zuccherato/non dolcificato (Miglio, Mandorla), Olio di Canapa, Semi di lino, Erba di grano, Frutta (nelle quantità come sopra); frullare e sorseggiare.
In entrambe i casi, successivamente si può bere una tisana (Thè verde o quella gradita) non zuccherata o caffè d’orzo, o caffè di cicoria.

SPUNTINO MATTINA:
-         Frutta (quella) consentita, semi oleosi (girasole, zucca, noci); Bacche di Goji; yogurt soia (non zuccherato)

PRANZO:
-         Iniziare con abbondanti Verdure crude di stagione (anche Succhi Freschi da estrattore/centrifuga vanno bene); una manciata di Germogli; condire con 1 Cucchiaio di Olio ExtraV di Oliva, 1 Cucchiaio di Olio di Canapa, Semi macinati (quelli consentiti), Curcuma in polvere (1/2 cucchiaino), Sale integrale o alle Erbe, Succo di Limone (o Acidulato di Umeboshi)
-         Verdure Cotte (stufate o al vapore)
-         Cereali (riso o pasta integrale senza esagerare) e Legumi
-         In alternativa con le verdure cotte: Proteine Animali: Pesce, Uovo, Oppure proteine Vegetali (Tofu o prodotti derivati)
Spuntino Pomeriggio: come mattina

CENA:
-         Iniziare con Verdure crude di stagione (anche succhi freschi da estrattore); una manciata di Germogli; condire con 1 Cucchiaio di Olio ExtraV di Oliva, 1 Cucchiaio di Olio di Canapa, Semi macinati (quelli consentiti), Curcuma in polvere (1/2 cucchiaino), Sale integrale o alle Erbe, Succo di Limone,
-         Verdure Cotte
-         Cereali e Legumi (riso o pasta integrale senza esagerare)
-         In Alternativa dopo le Verdure Crude: Minestrone di verdure con cereale e Legumi.
-         Mai proteine animali alla sera.

COSA BERE: durante la giornata consiglio di bere almeno 2 litri in totale:
Equiseto decotto/tisana. Si utilizza la pianta secca: bollire poco più di 1 lt di acqua, all'ebollizione mettere 2 cucchiai colmi di pianta secca, continuare a bollire per 10 minuti, spegnere e lasciare riposare 5-10 minuti. Per dare un po' di sapore alla tisana si può introdurre: 1 cucchiaino di Melissa o Menta (aggiunte quando si spegne il fuoco) oppure Semi di finocchio o Liquirizia (aggiunti quando si mette l'Equiseto). Utilizzare come bevanda giornaliera fredda o calda per lungo periodo.
Camomilla (azione specifica anticandida): come tisana alla sera o durante una pausa
Acqua naturale minimamente mineralizzata (residuo secco < 50 mg/l) e pH superiore a 7,3-7,4 (7,8 ideale) – Plose, Lauretana, S. Anna, Cozie, o simili.

Non bisogna tuttavia dimenticare l'uso di Probiotici buoni per effettuare un ripristino della flora batterica intestinale. Per questo Vedi il mio articolo successivo "LATTOBACILLI PROBIOTICI CONTRO CANDIDA ALBICANS: cosa e come assumerli"