Per continuare nel percorso sulla conoscenza delle verità
che riguardano il nostro patrimonio genetico, eccomi a raccontare un altro
passo fondamentale per aiutare a chiarire
un argomento che troppo spesso è stato ed è oggetto di numerose speculazioni.
Il precedente articolo IL CANCRO E’ QUESTIONE DI SFIGA? COMINCIAMO DA QUI introduceva
l’argomento per giungere alla conclusione che la scienza moderna è ben lontana
dal continuare a perseguire progetti di ricerca sulle malattie legate a specifici
geni insiti nel nostro DNA, che costituisce la memoria progetto di tutte le
proteine che fanno funzionare il nostro organismo.
Era il 1990 quando James Watson diede inizio al Progetto
Genoma Umano (HGP = Human Genome Project), uno dei padri della fisiologia
genetica, scopritore, insieme a C. Crick, del DNA, la
doppia elica nucleotidica che sta dentro le nostre cellule e precisamente nel
Nucleo.
I principali
obiettivi del progetto dovevano essere i seguenti 3:
-
Identificare le basi genetiche di tutti i tratti
caratteristici umani (positivi e negativi)
-
Creare un database di ricerca e gli strumenti
per l’analisi dei dati da condividere con l’industria Biotech e con il settore
privato
-
Promuovere lo sviluppo di nuove applicazioni
mediche in tutto il mondo.
Dunque grandi aspettative da quello che, si pensava, potesse
essere la soluzione di tutti i mali, sia per gli esseri umani che per le
industrie che ne avrebbero tratto profitti vertiginosi. Probabilmente, ma con
la quasi assoluta certezza, è stato più che altro questo ultimo aspetto la leva
che ha dato benzina al motore della ricerca sulla caratterizzazione dei Geni
umani.
L’aspettativa sul numero di Geni presenti nel nucleo della
cellula umana era commisurata alla quantità di proteine che lo gestiscono:
100.000 proteine diverse dovrebbero essere prodotte da altrettanti Geni. Ecco perché
la caratterizzazione di 100.000 geni che ci si aspettava di “trovare” poteva
essere ricondotta alle ampie possibilità dell’industria di Brevettare tutte le
sequenze delle basi molecolari dei Geni (Adenina, Citosina, Timina e Guanina),
con conseguenti enormi possibilità di grandi incassi.
Questo potenziale
lucro fu stroncato da un grandioso scherzo della natura!
Con l’idea ben consolidata che i geni controllano tutte le
caratteristiche di un organismo, i capi del Progetto Genoma Umano si
aspettavano che “organismi più complessi avessero più geni rispetto agli organismi
più semplici”:
-
Microrganismi come i Batteri: 3000 – 5000 geni
-
Cernorhabditias elegans, (un vermiciattolo
appena visibile) fatto di 1271 cellule: 23.000 geni
-
Moscerino della Frutta, organismo più complesso:
ahimè solo 18.000 geni
E già qui la teoria cominciava a tremare!
Come poteva un organismo più complesso avere meno geni?
Va be non importa! Pensarono i capi del Progetto Genoma
Umano. Andiamo avanti col progetto, non si può tornare indietro, che figura si
sarebbe fatta stoppando un progetto così immenso e ricco di aspettative? Avanti
tutta!
Chissà quanti miliardi spesi per arrivare alla conclusione deludente che l’uomo ha una quantità di geni simile a quello del Vermiciattolo di cui sopra, fatto di sole 1271 cellule rispetto ai 70 trilioni di cellule del corpo umano! Ebbene si, 23.000 geni è lo stesso patrimonio della cellula umana, paragonabile ad un Nematode (il vermetto Cernorhabditias elegans, appena visibile ad occhio nudo).
Chissà quanti miliardi spesi per arrivare alla conclusione deludente che l’uomo ha una quantità di geni simile a quello del Vermiciattolo di cui sopra, fatto di sole 1271 cellule rispetto ai 70 trilioni di cellule del corpo umano! Ebbene si, 23.000 geni è lo stesso patrimonio della cellula umana, paragonabile ad un Nematode (il vermetto Cernorhabditias elegans, appena visibile ad occhio nudo).
Il 2003 fu l’anno del
grande annuncio: “IL PROGETTO GENOMA UMANO HA IDENTIFICATO TUTTI I GENI DEL
PATRIMONIO CELLULARE dell’UOMO” . Grandi ricercatori, montagne di soldi spesi
per lanciare l’annuncio del più grande progetto mai realizzato. Ma che
delusione! E che ridimensionamento delle aziende di Bioingegneria che si erano
preparate ad affrontare numeri di geni in numero di 4 volte quelli
effettivamente trovati! Quanti licenziamenti dei direttori generali di queste
aziende (Celera e Human Genome Sciences)
Paul Silverman,
sostenitore del progetto, pioniere e architetto nella ricerca genetica,
concluse che LA SCIENZA AVREBBE DOVUTO RICONSIDERARE L’IDEA DEL “Determinismo
Genetico” (vedi IL CANCRO E’ QUESTIONE DI SFIGA? COMINCIAMO DA QUI):
STIMOLI EXTRACELLULARI POSSONO dunque INNESCARE la trasduzione del DNA.
STIMOLI EXTRACELLULARI POSSONO dunque INNESCARE la trasduzione del DNA.
Riassumendo, grazie anche ai contenuti del precedente articolo.
1)
Il progetto Genoma Umano non ha trovato i
100.000 geni che si aspettava ma solo 23.000.
2)
I Geni non si attivano da soli
Eppure, nonostante queste conclusioni scientifiche, tutti
continuano a credere che moltissime malattie sono il risultato di geni
esistenti e difettosi nel DNA e che danno luogo a una miriade di espressioni
tra cui appunto le MALATTIE.
La storia non finisce qui, continuerò a pubblicare gli
articoli che possono aiutare a smentire l’atteggiamento e le teorie cui ancora
la ricerca scientifica continua a rimanere appiccicata, senza motivo reale!
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