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mercoledì 17 luglio 2013

Stitichezza: i consigli per una soluzione definitiva - 4° Parte (stimolare l'Evacuazione)

Siamo giunti al 4° appuntamento sul tema della Stitichezza, il disturbo molto comune che secondo me viene troppo spesso sottovalutato, specialmente dai medici che generalmente, sapendone ben poco, tendono a minimizzare e a farci ricorrere ai rimedi meno indicati o quelli più veloci e banali.
Dopo gli articoli precedenti sul problema generale della Stitichezza, l'Alimentazione ed il Sistema Nervoso Autonomo legati a questo problema, eccoci giunti all'argomento forse più atteso: l'Evacuazione, intesa come lo svuotamento dell'ultima parte dell'Intestino, quella che va dall'ampolla rettale alla valvola Ileocecale, situata nella connessione tra l'intestino Tenue (Ileo) ed l'Ampolla Cecale del Crasso (dove si trova l'Appendice vermiforme) con la funzione di evitare un ritorno del contenuto intestinale dal Crasso al Tenue.
Questo argomento è molto correlato ad uno stato di intossinazione dell'organismo che spesso viene ad instaurarsi proprio a causa di un ristagno delle feci all'interno dell'intestino Crasso; lo stato di intossinazione è anche l'origine di molti disturbi che raramente vengono correlati alla situazione di "intasamento" dell'intestino, soprattutto se ci si affida alla medicina allopatica che tende a curare i sintomi e non la loro causa.
Il ristagno delle feci nell'ultima parte dell'intestino è anche il disturbo più facilmente riscontrabile come disagio, ed è proprio in questo stato che si ricorre più frequentemente ai rimedi che tentano di risolvere il problema più velocemente per liberarsi dal malessere che esso porta.
Liberarsi dal ristagno intestinale è una cosa semplice se si adottano i rimedi che più facilmente troviamo a disposizione in Farmacia o anche in Erboristeria, ma se si vuole fare un lavoro più profondo occorre davvero più impegno, con la consapevolezza che qualche disagio insolito deve essere accettato e sopportato, in cambio di una vera "liberazione".
Le migliori tecniche di svuotamento dell'Intestino a mio parere sono le seguenti:

1) Idrocolonterapia di cui ho già ampiamente trattato nel mio articolo dedicato al Metodo Kousmine. Mi preme sottolineare che l'Idrocolonterapia è particolarmente indicata per il trattamento della Stitichezza, essa infatti è una pratica non solo igienica per la pulizia profonda del colon, ma è anche un ottimo stimolante della peristalsi intestinale, riportando quel benefico equilibrio dei moti odulatori di contrazione e rilassamento che permettono sia l'avanzamento che lo svuotamento del contenuto intestinale. Come tutte le pratiche che hanno un'attività specifica nelle aree periferiche che vengono stimolate e controllate dal Sistema Nervoso Centrale (sono quelle aree del corpo che hanno a che fare con la Psicosomatica), anche la stimolazione periferica di queste aree (come in questo caso l'Intestino) può portare dei benefici al Sistema Nervoso, procurando anche un benessere psichico. Si tenderà ad instaurare un effetto ping-pong dove il Sistema Nervoso migliorerà le sue capacità di controllare gli organi periferici e gli organi periferici porteranno il loro benefico "massaggio" al Sistema Nervoso, con un effetto di riequilibrio generale di interesse decisamente terapeutico.
2) Il Clistere (del quale ho già scritto ampiamente nel mio articolo dedicato al Metodo Kousmine e anche in quello di approfondimento della pratica del Clistere è un metodo più alla portata di tutti per la semplicità con cui si può effettuare; si può ottenere comunque un buon effetto di stimolo della peristalsi intestinale e con un utilizzo frequente si può ritornare alla normalità in fatto di evacuazioni regolari. Ciò naturalmente deve essere accompagnato, così come tutte le pratiche di riattivazione della motilità intestinale, da un'alimentazione più sana e ricca di fibre vegetali, di cui ho già trattato nel mio articolo su Alimentazione e Stitichezza.
3) Se vogliamo lavorare con pratiche più energetiche (energetiche, non energiche!) lo possiamo fare con la Riflessologia plantare mediante la quale possiamo stimolare tutta la zona riflessa dell'Intestino Crasso con una particolare manovra che gli esperti conoscono e possono praticare senza problemi. Anche in questo caso si possono ottenere buoni risultati che "indirettamente" possono ripristare la motilità intestinale con un conseguente effetto sull'evacuazione.
Per quanto riguarda l'uso di rimedi fitoterapici atti a stimolare un'immediata evacuazione ho già espresso il mio parere nei precedenti articoli: si possono usare per risolvere temporaneamente una situazione stagnante ma occorre ricordare che un uso frequente può portare (e per certi rimedi la porta sicuramente) una certa assuefazione (Senna, Cascara, Frangula e altri rimedi contenenti principi "antrachinonici") che alla lunga non funzioneranno più.

Tarassaco (Dente di Leone)

Carciofo
Possono essere d'aiuto invece i Colagoghi e i Coleretici (Carciofo e Tarassaco) che hanno un'azione sul miglioramento della quantità e della qualità della Bile che può decisamente migliorare la qualità e la quantità delle feci con un effetto secondario sull'evacuazione intestinale.
Un rimedio di sicuro interesse per l'effetto "simil-Idrocolon" che coinvolge tutto l'intestino è invece la pratica depurativa del Fegato secondo il metodo Clark; questa pratica oltre che ripulire il fegato da ristagni anche importanti come i calcoli, permette una pulizia dell'intero intestino. Purtroppo molta gente non ha un approccio positivo con questo metodo per via dell'uso del "Sale Amaro"o "Sale Inglese" O "Sali Epsom" (Solfato di Magnesio) che ha un sapore molto amaro. Anche in questo caso si tratta di sopportare un piccolo disagio che rispetto al beneficio che si ottiene non ha paragoni. Il Fegato depurato porterà con sè anche un miglioramento della qualità e della quantità di Bile con gli stessi effetti duraturi anche sull'intestino che abbiamo già visto qui sopra con l'uso dei Colagoghi e Coleretici.
Senza dubbio ci sono altre applicazioni interessanti che possono aiutare l'Evacuazione dell'intestino, ma credo che le migliori consistano in quelle che ho elencato in questo articolo.
Non mancherò di riportare utili aggiornamenti qualora scoprissi ulteriori approcci in tal senso: che abbiano al 100% un senso naturale e di rispetto del corpo.

domenica 14 luglio 2013

Stitichezza: i consigli per una soluzione definitiva - 3° parte (Stress e Sistema Nervoso Autonomo)

Ho già avuto modo di accennare nel mio articolo iniziale, relativo alla Stitichezza, che il Sistema Nervoso Autonomo svolge un ruolo determinante anche ai fini del buon funzionamento dei nostri organi interni; non fa eccezione l'Intestino.
Molto brevemente, il ruolo del Sistema Nervoso centrale Autonomo è quello di far funzionare il nostro corpo senza che noi ce ne occupiamo direttamente; è tutto programmato affinché ogni funzione importante e necessaria per sopravvivere avvenga senza che la nostra parte razionale se ne prenda cura. Per inciso, non dobbiamo pensare di "respirare", di "digerire", di contrarre e rilasciare la muscolatura liscia delle pareti dei vasi sanguigni, di regolare i battiti cardiaci per sopperire una maggior necessità di ossigeno nei tessuti periferici, di regolare l'emissione di ormoni per permettere il funzionamento del sistema Endocrino, ecc, ecc.; non dobbiamo neanche pensare di contrarre e rilasciare le fasce muscolari delle pareti intestinali per far progredire il bolo alimentare fino all'intestino retto, attraversando tutto l'intestino Tenue ed il Crasso, riassorbendone l'acqua del contenuto intestinale e preparare le feci per l'espulsione. Non dobbiamo pensare a nulla, è tutto automatico.
Tutte le funzioni necessarie in uno stato di "riposo" sono controllate da una parte del Sistema Nervoso Centrale Autonomo che si chiama Parasimpatico; esso è in equilibrio e contrapposto al Sistema Nervoso Autonomo Simpatico. Se, ad esempio, la digestione avviene regolarmente sotto il controllo del Parasimpatico, quando il Simpatico è attivato la digestione viene in qualche modo rallentata e a volte anche bloccata.
Perché succede questo?
Il Sistema Simpatico è la parte del Sistema Nervoso che controlla tutte le funzioni del corpo che hanno a che fare con le situazioni di "Stress", inteso nell'originario naturale significato, quello che ci permette di sopravvivere nelle situazioni in cui ci troviamo in pericolo, le situazioni cosiddette di "attacco e fuga"; dobbiamo mettere in atto tutto ciò che ci consente di sopravvivere nel momento del bisogno, quando la nostra vita è in pericolo. Per fare ciò, il Sistema Nervoso funziona attivando il Sistema Simpatico a discapito del Parasimpatico; ad esempio farà in modo che il sistema circolatorio si attivi per superare un'attività fisica di attacco o di fuga: i battiti del cuore aumenteranno, i vasi sanguigni si restringeranno negli organi interni (ad esempio stomaco e intestino) per dilatarsi nei muscoli poiché questi avranno bisogno di più energia per lottare o scappare.
Veniamo alle funzioni intestinali: pensate che durante una situazione di urgente sostegno alla sopravvivenza, ci sia bisogno di far avanzare il contenuto intestinale, assorbire l'acqua nel Crasso, muovere le feci verso il retto per evacuarle? Direi proprio di no, anzi credo proprio che tutto si fermi o si rallenti ai minimi termini.
Adesso proviamo a immaginare lo Stress che affligge almeno il 99% della popolazione dei paesi occidentali, industrializzati (ho lasciato un 1% di possibilità per qualche raro caso, ma sono certo che non ce n'era bisogno), persone che non hanno bisogno di attaccare o fuggire ma che per svariati motivi sono stressate. La risposta fisiologica di questo stato di Stress è pur sempre quella che abbiamo visto poco sopra, il nostro organismo non discerne la vera situazione di pericolo di vita da quella di un "Capo Ufficio" che ti tratta male o pretende più di quello che potresti fare; un trasloco, una perdita di una persona cara sono motivi di stress e come tale viene fisiologicamente interpretato e tradotto in risposte atte a sostenere il momento di pericolo.
Per moltissime persone lo Stress diventa causa di diversi distrurbi e sintomatologie, le più svariate; per molti il problema Stress si manifesta con la Stitichezza, un rallentamento o un blocco delle funzioni intestinali principali, proprio come se foste in pericolo di vita e vi preparaste ad attaccare un nemico.
Ecco perché molto spesso la Stitichezza non si riesce a sconfiggerla se prima non si risolve il problema principale: lo Stress.
Fermare lo Stress non è cosa facile e non ci si deve provare usando farmaci Simpaticolitici; il sistema nervoso è troppo complesso e si creerebbero più guai che risultati positivi, un risolvi di qua per fare danni di là.

Meditazione
Per attaccare lo Stress ci sono metodi efficaci che vanno dallo Yoga alla Meditazione, le attività sportive di vario genere (bicicletta, nuoto, corsa, ecc), psicoterapia e ipnositerapia (nei casi più gravi che portano verso la depressione), e tante altre semplici tecniche come il Rilassamento profondo, training autogeno, autoipnosi, camminare in montagna o in ambienti naturali che favoriscono il rilassamento mentale.
In un certo senso avere la consapevolezza di che cosa ci crea Stress, ci aiuta anche a combatterlo; per dirla breve "se lo conosci lo eviti" o almeno vi cerchi un rimedio. A volte eliminare la fonte di stress diventa difficile se non impossibile, soprattutto se questa è rappresentata dal tuo Capo o peggio ancora da tua Moglie/Marito, ecco perché le alternative sopraddette sono spesso la via migliore, o l'unica, da percorrere.
Ma ci sono ulteriori tecniche con grande potenziale: una è sicuramente una tecnica che ho già descritto nei miei articoli sui 5 Riti Tibetani (1° Rito ; 2° Rito ; 3° Rito ; 4° Rito ; 5° Rito ).

Pranayama

Un'ulteriore tecnica è certamente quella del Pranayama terapeutico (una pratica che non ho ancora trattato in questo Blog ma che conto di fare), pratiche di respirazione che combattono lo stress e nello stesso tempo effettuano un massaggio addominale utile a rimettere in moto la peristalsi intestinale.

Come sempre, nessuno meglio di chi ce l'ha può combattere lo Stress, occorre impegno e consapevolezza totale, per riconoscerlo e porvi rimedio con uno o più dei metodi che ho suggerito. Anche in questo caso la Stitichezza è un segnale che ci dice che qualcosa non va nella nostra vita; una vita sotto stress continuo ci può portare a ben altro di più fastidioso e più grave della Stitichezza, ecco perchè questo stato non va sottovalutato.




mercoledì 10 luglio 2013

Stitichezza: i consigli per una soluzione definitiva - 2° Parte (Alimentazione)

Come ho già sottolineato alla fine del nel mio articolo precedente, che è un'introduzione al tema della Stitichezza (o Stipsi), ci sono almeno tre punti di attacco a questo problema: l'Alimentazione, il Sistema Nervoso Autonomo e l'Evacuazione vera e propria (intesa come stimolo della peristalsi intestinale, i movimenti ondulatori di contrazione e rilassamento che nel complesso inducono un avanzamento del contenuto intestinale dal duodeno al retto, con l'intento di favorire l'espulsione delle feci). Ovviamente stiamo parlando di Stitichezza e non di altre patologie gravi del tubo digerente che, pur risultando in una ritenzione del contenuto intestinale, potrebbero richiedere l'intervento medico e anche chirurgico d'urgenza (come nel caso dell'occlusione intestinale).
Restando quindi nell'ambito di un rallentamento dell'attività peristaltica in questo articolo ci occuperemo dell'Alimentazione vista in funzione dell'obiettivo di stimolare l'Alvo (i movimenti di contrazione e rilassamento della muscolatura liscia delle pareti intestinali che producono un avanzamento del contenuto dell'intestino). Chi ne soffre dovrebbe innanzitutto fare un'atto di autoanalisi sulla qualità della propria alimentazione, e qui troverà certamente delle risposte al proprio problema.
Molto spesso chi ha un'alimentazione disordinata e povera di cibi vegetali soffre anche di stitichezza o comunque di evacuazioni intestinali rare.
Possiamo affermare, senza ombra di dubbio, che in funzione di quello che mangiamo e dello stato di integrità fisica e funzionale del nostro intestino, il bolo alimentare percorrerà il tratto che va dal duodeno al retto in un tempo più o meno lungo. Il tipo di alimenti che ingeriamo svolge un ruolo primario nel determinare l'avanzamento del bolo alimentare attraverso il nostro intestino e quindi anche l'evacuazione finale delle feci; fra tutti gli alimenti, quelli che sono più ricchi di fibre sono anche quelli che hanno più capacità di stimolare la peristalsi intestinale. Ma fra gli alimenti ricchi di fibre si distinguono quelli più ricchi di fibre solubili (come la frutta in generale) e quelli più ricchi in fibre insolubili (come le verdure in generale e la maggior parte dei cereali integrali); queste ultime sono anche quelle che meglio assolvono al compito di stimolare la peristalsi intestinale e sono quindi indicate per coloro che soffrono di stitichezza. Naturalmente occorre anche eliminare tutti gli alimenti raffinati in quanto non apportano alcun tipo di fibra o alcuna sostanza in grado di darci una mano con questo problema, anzi favoriscono proprio un'azione contraria al nostro obiettivo; ecco perchè vanno sostituiti con alimenti integrali ricchi di fibre. Tra i cereali possiamo fare un'eccezione con l'Avena che, risultando più ricca di fibre solubili, è meno indicata a sostenere una riattivazione dell'attività peristaltica intestinale (per inciso, è comunque meglio un'Avena integrale di un riso raffinato!). Le fibre insolubili (cellulosa, emicellulosa insolubile e lignina sono le principali) hanno la caratteristica di poter assorbire grandi quantità di acqua, aumentando di molto il loro volume all'interno del lume intestinale; lo stiramento delle pareti intestinali, che può avvenire grazie ad un adeguato volume contenuto, è il motorino di avviamento della peristalsi a partire dai movimenti di contrazione.

A chi soffre di stitichezza consiglierei di iniziare il pranzo e la cena con una bella marmitta di verdure crude (in peso potrebbero essere 250-300 g) condite con Olio extravergine d'oliva, o altro olio di semi spremuto a freddo: masticate bene, senza mangiare altro contemporaneamente, e a seguire bevete un bel bicchier d'acqua che contribuirà all'idratazione delle fibre insolubili e al conseguente ingrossamento del bolo alimentare. Un'attesa di 5-10 minuti prima di procedere nel pasto darà una sensazione di sazietà che vi aiuterà a non eccedere nel resto del pasto, soprattutto se il menù prevede pane, pasta o riso raffinati o carne o latticini in genere (qui non entro nel merito della correttezza di questo tipo di alimentazione, ne ho già ampiamente parlato nei miei precedenti articoli, quindi consiglio di andare a leggerli). Questa procedura  farà comunque da "apripista" predisponendo una adeguata peristalsi intestinale che potrà aiutare il passaggio anche degli alimenti mangiati dopo la verdura.
Si sa inoltre che una delle funzioni principali del Colon è quella di riassorbire acqua dal contenuto intestinale; questa azione sarà tanto più accentuata quanto meno il nostro corpo sarà idratato. La disidratazione delle feci è uno degli indicatori del livello di stitichezza, ma qui il "gatto si morde la coda": se infatti soffriamo di questo disturbo, le feci restano più a lungo nel colon, e quanto più a lungo restano nel colon tanto più verranno disidratate e tanto meno riusciremo ad espellerle (a meno di particolari "manovre"). Quindi, bere tanta acqua (almeno 2 litri al giorno fuori dai pasti) favorisce una buona idratazione, e quanto più saremo idratati, tanto meno il Colon assorbirà acqua dal contenuto intestinale/feci e tanto meglio riusciremo ad evacuare le feci dando una buona mano alla risoluzione del problema originario della stitichezza.

Molto spesso si sente dire anche che l'attività fisica favorisce una buona attività intestinale: vero, verissimo, l'attività fisica è sempre una delle cose importanti da praticare e mantenere, ma attenzione ad evitare che l'attività fisica contribuisca ad una disidratazione eccessiva. Quindi, se normalmente ci siamo dati l'obiettivo di bere 2 litri di acqua al giorno, facendo un'attività fisica che comporta molta sudorazione (attenzione anche nuotando si suda!), per mantener fede all'obiettivo di reidratazione dovremo bere più di 2 litri al giorno.


Fra i rimedi naturali che normalmente vengono suggeriti in caso di Stitichezza, ci sono alimenti che possono assolvere ad una funzione di attivazione della peristalsi per una soluzione a breve: i semi di Psillio e quelli di Lino sono ad esempio.Senna, la Cascara, la Frangola e altri) che agiscono direttamente sull'intestino con un'azione "irritante" tanto da provocarne le contrazioni e l'espulsione delle feci; purtroppo questi ultimi hanno anche la controindicazione di dare assuefazione (cioè col tempo non funzioneranno più neppure questi costringendoci a trovare una nuova soluzione)
Al bisogno, è meglio utilizzare questo tipo di soluzione piuttosto che farmaci o altri rimedi naturali (come la
Io sono comunque ancora uno di quei Naturopati che preferiscono andare alla causa del problema (come in realtà dovrebbe fare ogni Naturopata, ma non sempre è così purtroppo) e quindi penso che se il mio intestino è "pigro" lo devo aiutare in un altro modo che non siano i rimedi di emergenza o quelli temporanei. Se il mio intestino ha una peristalsi irregolare questo è un segnale che non sto facendo le cose giuste per lui e per me, quindi dovrò cambiare qualcosa nel mio stile di vita affinché tutto ritorni come natura vorrebbe.
Un altro aspetto importante che riguarda l'alimentazione è quello dei cibi che apportano un contributo al ripristino di una flora batterica intestinale corretta ed equilibrata: i probiotici ed i prebiotici. Molto spesso la Stitichezza è il sintomo di una flora batterica intestinale alterata (Disbiosi): questa deve comunque essere considerata il sintomo di uno stile di vita non adeguato e deve essere ripristinata assieme ad un corretto regime alimentare che ne possa garantire anche una futura equilibrata sopravvivenza. I cibi apportatori di Probiotici naturali sono i cibi fermentati tra i quali si devono evidenziare lo Yogurt o lo Yogurt di Soia ma anche in questo caso occorre fare una scelta di qualità fra i prodotti in commercio. L'altrenativa è l'uso diretto di Probiotici come integratori (in capsule per esempio) che andranno comunque scelti e assunti adeguatamente per evitare spreco di tempo e denaro. I Prebiotici sono invece delle sostanze organiche non digeribili, capaci di stimolare selettivamente la crescita e/o l'attività di uno o di un numero limitato di batteri benefici presenti nell'intestino. Prebiotici
I prebiotici più conosciuti e studiati sono gli oligosaccaridi ed in modo particolare l'inulina ed i frutto-oligosaccaridi (FOS). Alcuni fanno rientrare nella categoria dei prebiotici anche altre sostanze, come i galatto-oligo-saccaridi (TOS), i gluco-oligo-saccaridi (GOS) ed i soia-oligo-saccaridi (SOS).
Prebiotici
In natura gli oligosaccaridi sono presenti in numerose piante edibili quali cicoria, carciofo, cipolla, porri, aglio, asparagi, grano, banane e soia. A livello industriale, l'inulina si ricava soprattutto dalla radice di cicoria. A partire da questa fibra possono essere poi prodotti altri prebiotici, come i FOS, per idrolisi enzimatica. L'assunzione di prebiotici deve seguire un programma mirato e tenuto sotto controllo da un esperto in quanto a dosi e tempistiche per evitare effetti che a volte sono contrari a quelli desiderati
Guarda caso la natura ha fatto l'Essere umano vegetariano (è ormai dimostrato che non ci sono origini carnivore nell'uomo); l'evoluzione ha fatto solo il danno di renderlo onnivoro ma incapace di digerire adeguatamente i prodotti di origine animale (carne, latte, uova, ecc). Una certa "attitudine" è subentrata sicuramente ma le conseguenze sulla salute umana sono alla luce del sole.
Non mi illudo di aver completato il tema alimentare nel trattamento della Stitichezza, ma credo di aver almeno dato un piccolo contributo affinchè ci si possa prendere cura di questo aspetto del problema con qualche nozione di base. 

domenica 7 luglio 2013

Stitichezza: i consigli per una soluzione definitiva.

La Sitichezza o Stipsi è un disturbo molto diffuso ma anche molto sottovalutato.
La prima cosa che devo dire è che se mi mettessi a riscrivere tutto quello che già si può trovare in rete sulla Stitichezza, non riuscirei a pubblicare questo articolo entro la fine del mese e comunque il mio scopo non è mai quello di replicare a specchio tutto quello che già c'è, anche perchè molto spesso sono informazioni che non condivido. Purtroppo la massa di informazioni che si trovano sono sempre piuttosto incomplete e le persone che intendono risolvere il proprio disturbo con un "fai da te", rischiano di ritrovarsi appesi a mille dilemmi; inoltre le informazioni sono anche contraddittorie dovute al fatto che chi scrive spesso lo fa anche con un pizzico di interesse, magari legato alla vendita di qualche suo prodotto o servizio, quindi limitato, che altrettanto spesso riesce a vendere e a dare qualche sollievo, ma senza risolvere definitivamente il disagio del cliente/lettore.
La seconda cosa è che se pensi di non avere tempo per risolvere da solo il tuo problema, smetti subito di leggere, stai perdendo tempo e vai avanti come hai sempre fatto.
Quello che vorrei fare qui è ancora una volta condividere quelle che ritengo siano le indicazioni più appropriate che portino alla soluzione definitiva di questo disturbo.
Ci sono persone che purtroppo convivono con la stitichezza fino al termine dei loro giorni; l'abitudine ai propri ritmi ridotti di evacuazione delle feci può fare di questo disturbo un fedele compagno per tutta la vita che spesso non allarma, ma che altrettanto spesso è causa di altri problemi più seri, e su questi ci si concentra ignorando la vera origine. Molte persone dichiarano di avere evacauzioni regolari, ma poi si scopre che per loro la regolarità consiste in 1 o 2 volte alla settimana.
Come sempre molti si rivolgono al proprio medico di famiglia per risolvere il problema ma, come al solito e sempre con rare eccezioni, i medici allopatici non hanno la preparazione e la visione sufficiente per una soluzione definitiva e spesso anche il loro interesse è legato alla prescrizione di prodotti industriali sintomatici. Si limitano a soluzioni temporanee che risolvono (non sempre!) l'evento quando diventa "impellente"; lo fanno consigliando con la solita "sufficienza", che nasconde ignoranza, i soliti clisterini pronti acquistabili in farmacia, che normalmente hanno un'azione di stimolo locale per scatenare l'azione di espulsione del residuo fecale; oppure i soliti prodotti per via orale che altrettanto si limitano a stimolare l'azione di espulsione con meccanismi diversi; oppure ti consigliano l'uso di probiotici (fermenti lattici) che, se riescono ad azzeccare il tipo di probiotico, non funzioneranno a causa delle modalità di assunzione sbagliate che vengono indicate dal medico stesso. In genere poi per i medici il problema "alimentare" non esiste quasi mai.

Non ci sono dubbi sul fatto che anche per la stitichezza ci sia una definizione da parte della medicina ufficiale; qualcosa del tipo: movimenti intestinali inferiori ad un certo numero, come 2-3 a settimana.

Nella mia attività di Naturopata, quando un cliente si rivolge a me e mi riassume la sua "storia intestinale", se non trovo riscontro per almeno "Una evacuazione al giorno", la nota che mi scrivo nella sua scheda personale è "stitichezza" o "rare evacuazioni" o "problemi intestinali". Al di là di ogni definizione scientifica, di ogni indicazione medica o qualsivoglia altra fonte ufficiale o pubblica, il mio punto di vista è: almeno un'evacuazione giornaliera deve essere considerata "la normalità" e al di sotto di questa soglia, anche se il cliente non crede di avere problemi di stipsi, in quanto Naturopata, mi devo occupare del suo intestino, ma soprattutto di ciò che causa i suoi "rari" movimenti intestinali.
Perché lo devo fare?
Innanzitutto perchè credo fermamente che l'intestino sia uno degli organi più importanti del nostro corpo, centro di importantissime funzioni immunologiche oltre che digestive e di assorbimento dei nutrienti che ingeriamo con l'alimentazione; e proprio perchè è così importante occorre che funzioni meglio di un orologio Svizzero, che sia integro nella sua struttura e nella sua funzionalità.

In natura, se osserviamo il comportamento delle altre specie viventi, possiamo notare che, regolarmente, l'assunzione di cibo è seguita dall'evacuazione di escrementi, i residui inutilizzati/inutilizzabili. I miei cani mangiano due volte al giorno ed evacuano due volte al giorno; avete mai osservato i bovini? gli equini? gli ovini? gli uccelli? i felini?
se non avete mai avuto l'opportunità di farlo è un vero peccato perchè l'osservare gli animali fornisce più indicazioni e suggerimenti di quanto possa fare il vostro medico di famiglia.
L'unico motivo per cui in natura si interrompe il ritmo di assunzione di alimenti ed evacuazione delle scorie è una situazione di "attacco e fuga" che per noi umani è definito come STRESS: devi salvarti la vita, non hai tempo né di mangiare né di evacuare escrementi, devi attaccare per difenderti o fuggire per salvarti, e questo il Sistema Nervoso lo sa: questo stato fisiologico, controllato dal sistema nervoso autonomo Simpatico mette tutto ciò che non è necessario a salvarti la vita, in stand-by, in attesa di risolvere il momento difficile. Quando un animale è in stato normale vegetativo, mangia ed evacua i residui indigeribili: tutto questo è regolato e funzionalmente controllato dal sistema nervoso autonomo Parasimpatico che per il momento vi chiedo di accettare così com'è o di andare a prendere informazioni su altre fonti (in un secondo momento lo tratterò).

Ma allora, che cosa può rendere "pigro" il nostro intestino? Escludiamo subito i casi in cui vi siano problemi fisico-meccanici dovuti a gravi interventi chirurgici o a gravi ostruzioni o restrizioni di una parte dell'intestino; tutto il resto lo possiamo prendere in considerazione, occuparcene e risolverlo.
Come sempre non c'è nessun'altro che può occuparsi di questo eventuale disturbo se non "noi stessi": il paziente è sempre il primo interessato ed il protagonista della propria guarigione, quindi occorre armarsi di buona volontà e "fare", "cambiare qualcosa" nella propria vita perchè anche la stitichezza è un sintomo, un segale che qualcosa non funziona come dovrebbe, ma non è una malattia.
Ho appena detto più sopra che la regolarità del ritmo alimentazione/evacuazione è la normalità in natura, quindi lo deve essere anche per l'Uomo poiché, ahimè, anche l'essere umano fa "parte della Natura" e "vive con le leggi della natura", quindi anche l'essere umano per vivere in condizioni di equilibrio e quindi di salute, deve necessariamente alimentarsi ed evacuare con regolarità. L'Essere umano non è un'eccezzione a nessuna legge della natura, se non per la sua "idiozia" spesso scambiata per intelligenza (ma questo è un'altro argomento!).
L'argomento più vicino all'evacuazione è l'Alimentazione: ciò che ingeriamo per nutrirci (e troppo spesso semplicemente per mangiare e spegnere il senso di fame) è ciò che transiterà nel nostro "tubo" digestivo, dove il tratto più lungo e consistente di attività è proprio l'intestino. Qui determinerà tante cose di cui spesso siamo inconsapevoli, la prima fra tutte è che non siamo in grado di digerire e assorbire qualsiasi cosa che non sia contemplato nelle leggi della natura e troppo spesso manipolato e costruito con l'aiuto dell'idiozia umana.
Questa introduzione su alimentazione, sistema nervoso ed evacuazione, mi permetterà di affrontare in dettaglio tutti gli aspetti che porteranno chiunque a capire autonomamente cosa fare per risolvere il personale problema della stitichezza.
Seguimi nei prossimi articoli e lo scopriremo insieme.

lunedì 1 luglio 2013

Morbo di Alzheimer: la dieta alimentare è la migliore prevenzione.

Il Morbo di Alzheimer è ormai considerata una malattia abbastanza comune. Ci siamo così tanto abituati che quando ci comunicano che a un conoscente, parente o amico oltre i 65 anni di età  è stato diagnosticato il Morbo di Alzheimer, siamo rassegnati al fatto che qualcuno dovrà prendersi cura di lui o di lei per lungo tempo.
Può la dieta alimentare determinare la comparsa di questa malattia? Certamente si!
Il Morbo di Alzheimer è definibile come un processo degenerativo che pregiudica progressivamente le cellule cerebrali, rendendo a poco a poco l'individuo che ne è affetto incapace di una vita normale e provocandone alla fine la morte. Ciò sembra dovuto ad una sostanza proteica, detta beta-amiloide, che si accumula in aree critiche del cervello come una placca (proprio come quelle di colesterolo nelle malattie cardiovascolari)

In Italia ne soffrono circa 500.000 persone, e circa 27 milioni nel mondo con una netta prevalenza di donne (presumibilmente per via della maggior vita media delle donne rispetto agli uomini).
Definita anche "demenza di Alzheimer", viene appunto catalogata tra le demenze, essendo un deterioramento cognitivo cronico progressivo. L'Alzheimer è la più comune fra tutte le demenze rappresentando l'80-85% di tutti i casi di demenza.
A livello epidemiologico, tranne che in rare forme genetiche familiari "early-onset" (cioè con esordio giovanile), il fattore maggiormente correlato all'incidenza della patologia è l'età: infatti è molto poco frequente sotto i 65 anni, ma la sua incidenza aumenta progressivamente con l'aumentare dell'età fino a raggiungere una diffusione significativa nella popolazione oltre gli 85 anni.
Da rilevazioni europee, nella popolazione generale, l'incidenza (cioè il numero di nuovi casi all'anno) è di circa 3 casi ogni 1.000 persone per la fascia di età tra i 65 e i 69 anni; 9 casi su 1.000 persone tra i 75 e i 79 anni, e 40 casi su 1.000 persone tra gli 85 e gli 89 anni
La demenza è un disturbo, con base organica, delle funzioni intellettive che sono state in precedenza acquisite come la memoria (a breve e lungo termine) e almeno una tra pensiero astratto, capacità critica, linguaggio, orientamento spazio temporale, con conservazione dello stato di coscienza vigile.

Nel complesso attualmente è affetto da demenza circa il 5% della popolazione over 65 anni, ma addirittura il 30% degli over 85. L'incidenza è compresa tra l'1 e il 5 per mille della popolazione generale, e tra l'1% e il 24% negli anziani e negli ultraottantenni. Il fattore di rischio principale sembrerebbe dunque essere l'età, seguita dal sesso; non sembrano invece implicate l'etnia o le condizioni socio economiche.
Si ritiene che poco più della metà dei dementi sia affetto da demenza di tipo degenerativo come l'Alzheimer, il 15% circa da demenza su base vascolare, il 15% da forme miste ed il restante 15% da forme di varia natura, ad esempio tossica, traumatica, tumorale, infettiva e altro.
Sebbene l'invecchiamento possa essere un fattore di rischio, nulla vieta che si possa continuare a pensare e ricordare lucidamente anche in età avanzata; la perdita di memoria, il disorientamento e la confusione nell'invecchiamento si possono evitare con uno stile di vita adeguato e soprattutto curando il fattore cruciale dello stile di vita, cioè l'alimentazione.
L'indebolimento cognitivo e la demenza sono spesso associati alle malattie cardiovascolari, all'Ictus e al Diabete di tipo 2 dell'adulto. Si sa inoltre che queste malattie si concentrano nelle stesse popolazioni e spesso nelle stesse persone, portando alla correlazione con specifici fattori di rischio individuati nell'Ipertensione e nel Colesterolo endogeno elevato che possono sicuramente essere tenuti sotto controllo con una dieta adeguata. C'è un terzo fattore di rischio da considerare, ed è la quantità di Radicali Liberi, le famose molecole "super reattive" e distruttive che, fra l'altro, devastano le funzioni cerebrali nell'età avanzata; questo porta a considerare il consumo di alimenti ricchi di antiossidanti come il fattore protettivo cerebrale più importante per prevenire le malattie come la disfunzione cognitiva e le demenze. Bene: gli alimenti di origine animale privi di antiossidanti tendono ad attivare la produzione di radicali liberi, mentre quelli di origine vegetale, ricchi di antiossidanti, tendono a combatterla, quindi a prevenirne i danni su ogni fronte.
E' dimostrato che i nippo-americani che vivono nelle Hawaii hanno un tasso di Alzheimer superiore rispetto ai giapponesi che vivono in Giappone; ma anche che i nativi africani hanno un tasso sensibilmente inferiore rispetto a quello degli afro-americani dell'Indiana (USA). Questo indica che l'ambiente, con il suo stile di vita comune, ricopre un ruolo centrale come fattore determinante di questa malattia.
I tassi di Alzheimer sono superiori nelle aree più sviluppate; questo modello di diffusione è simile a quello di altri disturbi e malattie occidentali. Uno studio recente che mette a confronto i tassi di Alzheimer con le variabili alimentari di 11 paesi diversi, ha riscontrato che un consumo elevato di grassi e ridotto di cereali è associato al più alto tasso di malattia, stabilendo che la dieta ha un ruolo di primo piano nel determinare le capacità cognitive dell'età più avanzata, cioè di quanto il nostro cervello funzionerà quando saremo più anziani.
Cerchiamo di scoprire che cosa ci mantiene in forma da questo punto di vista.
Le Vitamine E, C ed il Selenio sono antiossidanti in grado di contrastare la perdita di memoria con un'azione anti-radicali liberi; ebbene le due vitamine citate sono presenti quasi esclusivamente nei cibi vegetali, invece il Selenio si trova sia nei cibi animali che vegetali.
Uno studio eseguito su 260 persone di età compresa tra i 65 e i 90 anni, ha rivelato che "una dieta con meno grassi, grassi saturi e colesterolo, ma con più carboidrati, fibre, vitamine (in particolare folati, Vitamina C ed E, e Betacaroteni) e sali minerali (Ferro e Zinco) potrebbe essere consigliabile per migliorare la salute in generale degli anziani, ed in particolare della funzione cognitiva"
Questo perora la causa di una dieta a base di cibi di origine vegetale rispetto a quelli di origine animale.
Altri dati importanti sono risultati da 7 diversi studi su diverse centinaia di persone anziane, come
1) le persone che avevano punteggi più alti nei test mentali erano anche quelle che consumavano più Vitamina C e Beta-carotene
2) le persone con bassi livelli di Vitamina C nel sangue avevano minori prestazioni cognitive in età anziana
3) le migliori funzioni cognitive sono associate al maggior consumo di Vitamine B e Beta-caroteni,

stanno a dimostrare che una o più sostanze nutritive contenute esclusivamente nei vegetali sono associate ad un minor rischio di declino cognitivo in età avanzata.
Non si è mai osservato invece in nessuno studio che un maggior consumo di antiossidanti alimentari favorisca la perdita cognitiva.
Come agisce invece la dieta sulle patologie più gravi nel campo della demenza? Parliamo ovviamente di Alzheimer e demenza causata da Ictus (demenza vascolare).
La demenza causata da ictus è chiaramente legata al tipo di alimentazione: un famoso studio ha infatti correlato una riduzione del 22% del rischio di contrarre tale disturbo, consumando 3 porzioni supplementari di frutta e verdura al giorno. Visto che la salute di arterie e vasi che trasportano il sangue al cervello dipende da una dieta più ricca di frutta e verdura, è logico aspettarsi che la demenza correlata ne venga altrettanto contrastata.
Il Morbo di Alzheimer è spesso associato ad una cardiopatia; sappiamo che le cardiopatie dipendono dalla dieta alimentare e che quest'ultima è l'unica via per poterle fare regredire; da uno studio effettuato su più di 5000 persone ha evidenziato che i soggetti che avevano una maggior assunzione di grassi animali e colesterolo il rischio di contrarre Alzheimer e Demenza in generale tendeva ad aumentare.
E ancora, per quanto riguarda l'Alzheimer: soggetti umani con un bassi livelli di Acido Folico (pur nei limiti di norma) hanno un rischio di ammalarsi di 3,3 volte superiore; invece i livelli nei limiti superiori di Omocisteina nel sangue erano correlati a 4,5 volte in più del rischio di ammalarsi. Per chi non conosce queste due sostanze, può tranquillizzarsi sul fatto che l'Acido Folico è contenuto esclusivamente nei cibi vegetali (ortaggi a foglia verde); l'Omocisteina invece è un aminoacido che deriva principalmente dalle proteine animali. Mantenendo alti i livelli nel sangue di Acido Folico e bassi quelli di Omocisteina (quindi con una dieta ricca di cibi vegetali e povera di cibi di origine animale) si riduce il rischio di ammalarsi del Morbo di Alzheimer.


Ancora una volta i cibi di origine animale sono la prima causa di una malattia che, soprattutto nel mondo occidentale, riduce molte persone anziane alla dipendenza da altre persone per svolgere le più comuni funzioni quotidiane; basterebbe seguire un regime alimentare corretto e a base vegetale per trascorrere serenamente ed in piena vitalità e autonomia gli anni che, dai 65, ci conducono serenamente fino al termine della nostra vita.
Pensiamoci adesso!!





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