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mercoledì 8 maggio 2013

Cancro al Seno: la verità nascosta sulla vera prevenzione.

La prevenzione del cancro al Seno si può fare a costo "0".

Quando si leggono libri come "The China Study"che in modo inconfutabile ti mettono di fronte la verità, supportata da studi scientificamente imperturbabili, non riesco a fare meno di non condividerli perchè credo che, soprattutto in questo caso, troppe informazioni vengono tenute volontariamente nascoste; l'autore T. Colin Campbell è riuscito a portare a termine uno dei più colossali, tanto quanto sorprendenti, studi sui rapporti tra alimentazione e malattia e nel suo libro prende in considerazione anche il cancro: focalizzandosi su 3 fra i più nefasti tipi di cancro ci guida passo passo a capire cosa si può fare in concreto per prevenire, e anche curare, il Cancro in generale. Esclude solo una piccola percentuale di possibili tipi di cancro realmente dovuti a fattori genetici, il resto è veramente tutto prevenibile.
Ma cosa ci dice a proposito del Cancro al Seno?

Quattro fra i più importanti fattori di rischio del cancro al seno possono essere influenzati dall'alimentazione.
Il rischio di Cancro al Seno aumenta quando:
1) il menarca (la prima mestruazione) compare in età precoce; 2) la menopausa inizia in età avanzata; 3) i livelli degli ormoni femminili nel sangue sono alti; 4) i livelli di Colesterolo endogeno sono elevati.
Una dieta ad alto contenuto di cibi animali e carboidrati raffinati ha i seguenti effetti:
1) anticipa l'età del menarca; 2) ritarda l'età della menopausa; 3) aumenta i livelli di ormoni femminili, 4) aumenta i livelli di colesterolo endogeno.
Da quanto esposto, si può notare come l'esposizione ad un eccesso di ormoni femminili, tra cui estrogeni e progesterone, porta ad un elevato rischio di cancro al seno. Le donne che si alimentano con una dieta ricca di cibi di origine animale e povera di cibi di origine vegetale, iniziano il loro periodo fertile in anticipo e lo chiudono in ritardo: la conseguenza è dunque una esposizione più prolungata a certi livelli di ormoni femminili.
I risultati dello studio di Campbell dicono che l'esposizione agli ormoni femminili estrogenici nell'arco di una vita è almeno 2,5-3,0 volte più alta nelle donne Occidentali rispetto a quelle della Cina rurale; questo è un dato che indica una differenza enorme poiché si tratta di ormoni che hanno un'importanza decisiva per l'insorgenza del cancro al seno; gli estrogeni infatti partecipano direttamente al processo cancerogeno. Un aumento dei livelli di estrogeni e ormoni affini è legato al consumo di diete tipicamente occidentali, ricche di proteine animali e grassi ma con un ridotto apporto di fibre vegetali.
Uno studio scientifico precedente allo "Studio Cina", aveva già sottolineato l'importanza del fattore "ormonale"  nei tassi di cancro al seno, evidenziando quanto un semplice calo del 17% dei livelli di estrogeni poteva risultare in un'enorme differenza nell'espressione di questa malattia. Nello "Studio Cina" le differenze riscontrate tra i livelli di estrogeni delle donne a "dieta occidentale" e quelle a "dieta Cina rurale" sono state di 26-63% inferiori, con otto nove anni di vita fertile in meno (quindi di minor esposizione agli estrogeni) nelle donne della "Cina rurale" che abitualmente si alimentano con cibi a più elevato contenuto di fibre vegetali (verdure, frutta e cereali integrali).
La conclusione che si può trarre è che il Cancro al seno si può prevenire se si consumano cibi che tengono sotto controllo i livelli di estrogeni.
Un mio commento: se si pensa poi che le carni provenienti da allevamenti intensivi (mammiferi ma anche pesci) possono essere "sofisticate"e quindi inquinate da estrogeni (usati per l'incremento ponderale rapido dell'animale) che vengono quindi introdotti con la dieta ad insaputa del soggetto, ci si ritrova con un quota aggiuntiva di ormoni filo cancerogeni, a questo punto veramente poco desiderata; si può quindi, a maggior ragione, ulteriormente rinforzare la necessità di un attento controllo dell'alimentazione come mezzo di prevenzione per il Cancro al Seno.

Che dire dell'aspetto genetico relativo al cancro al seno? Si sa che ben 2 geni sono stati scoperti essere una potenziale causa del cancro al seno nel momento in cui subiscono una mutazione, e si sa che questi geni sono trasmissibili di generazione in generazione, sono quindi ereditari. Questa informazione va però alimentata con un'altra informazione altrettanto degna di considerazione: solo lo 0,2% del totale della popolazione è portatore delle forme mutate di questi due geni, quindi è altrettanto vero che un'esigua percentuale di cancro al seno può essere attribuita a cause genetiche. Va tenuto in considerazione poi che, affinché questa malattia si manifesti, i geni devono essere "espressi" (nel nostro patrimonio genetico abbiamo una dotazione innumerevole di geni che però non si "esprimono", cioè non viene tradotta in pratica l'informazione che portano in sé, sono come "dormienti"). Quindi il fatto di avere questi 2 geni non significa che il cancro al seno si svilupperà. Si sa tuttavia che l'alimentazione ha un ruolo nell'attivazione di geni dormienti, ed in particolare un'alimentazione ricca di proteine animali. I test per l'individuazione dei geni del cancro al seno non possono quindi essere considerati un atto di prevenzione.
Un farmaco, il Tamoxifene, ha avuto l'autorizzazione nell'uso come preventivo del cancro al seno da parte di donne con determinati requisiti; il tamoxifene ed i suoi derivati (grande business!) sono considerati degli "antiestrogeni" perchè riducono l'attività estrogenica. A parte gli effetti collaterali di una certa gravità che possono provocare (ictus, cancro all'utero, cataratta, trombosi venosa profonda, embolia polmonare) vengono somministrati per abbassare i livelli di estrogeni considerati una potenziale causa di cancro al seno. Perché invece di spendere centinaia di milioni di euro o dollari per sviluppare e pubblicizzare un farmaco, di cui non si è certi dei benefici ma si è certi dei danni che può provocare, non si pone attenzione al perchè i livelli di estrogeni sono alti? 
La risposta alla domanda mi sembra ovvia: il business del farmaco e della "sanità" è più importante della salute della popolazione. Perché dico questo: ormai è ben documentabile il fatto che un'alimentazione con cibi a basso contenuto di proteine e grassi animali ed alto contenuto di cibi naturali di origine vegetale comporta una riduzione dei livelli di estrogeni. Non sarebbe più conveniente fare informazione con campagne pubblicitarie che riportino queste poche ma sicure verità? ad esempio dicendo che ricerche scientifiche hanno portato risultati a dir poco strabilianti in merito a questo? Dire che in pochi anni si possono ridurre i livelli di estrogeni del 20-30% e di progestrone del 50% in ragazze di età compresa fra gli 8 e i 10 anni (età in cui si gettano i primi semi del cancro al seno) con una dieta a contenuto di cibi di origine animale moderatamente basso?

L'attività tossica di sostanze chimiche come le diossine, i PCB (policlorobifenili) e gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), che in laboratorio hanno dimostrato di essere cancerogene e che ci ritroviamo nell'ambiente in cui viviamo o negli alimenti che ingeriamo, sono potenzialmente cancerogene nell'organismo umano qualora ci si alimenti con cibi ricchi di proteine animali (carne, latte e pesce); di fatto il 90-95% della pericolosità di queste sostanze deriva dal consumo di prodotti animali. Lo Studio Cina dimostra anche, senza ombra di dubbio, che ogni tipo di cancro dovuto a queste sostanze può essere prevenuto con un'alimentazione a basso contenuto (o priva) di cibi di origine animale (proteine e grassi) e ricca di cibi naturali di origine vegetale.
Anche la Terapia Ormonale Sostitutiva (TOS) lascia crescere notevoli dubbi in merito al fatto che sia o meno vantaggiosa: anzi, non lo è proprio a causa degli effetti collaterali gravi che potrebbero presentarsi con la sua assunzione. Alcune ricerche hanno dimostrato che l'assunzione di TOS aumenta dal 26 al 30% il rischio di contrarre il cancro al seno. Una spesa superiore al miliardo di dollari in USA non giustifica i benefici (se realmente ce ne sono) che si traggono da questa terapia.
Colin Campbell giunge a suggerire una terapia alimentare al posto della TOS in base alle seguenti argomentazioni:
1)  durante gli anni fertili i livelli ormonali sono alti; tuttavia le donne che consumano cibi vegetali hanno valori inferiori
2)  è normale che i valori ormonali scendano ad un valore ridotto "di base" quando si giunge alla fine della vita fertile
3) alla fine della vita fertile i livelli ormonali delle donne vegetariane non precipitano così drasticamente come invece succede per le donne che si alimentano con cibi di origine animale.
4) i bruschi abbassamenti dei livelli ormonali che si registrano nelle donne che si alimentano con cibi di origine animale sono quelli che causano i disturbi della menopausa.
5) una dieta vegetariana porta ad un abbassamento meno grave dei livelli ormonali e quindi ad una menopausa più mite.

Per concludere vorrei ricordare che una dieta vegetariana ha anche il vantaggio, non indifferente, di apportare quelle sostanze che hanno la capacità di competere con gli estrogeni endogeni riducendone il livello di attività: sono i fitosteroli, sostanze che si trovano nella soja e derivati, nei legumi, nei cereali integrali e in alcuni semi oleosi come quelli di Lino (questi ultimi due sono anche i componenti della Crema Budwig la colazione del Metodo Kousmine di cui ho già scritto parecchi articoli in questo Blog).



Mi sembrava doveroso divulgare queste informazioni a tutte le donne.

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