L'Osteoporosi viene definita come "una malattia sistemica dello
scheletro, caratterizzata da ridotta massa minerale e deterioramento
microstrutturale del tessuto osseo, con conseguente aumento della
fragilità dell'osso e maggior rischio di fratture".
La mancanza di Calcio e Fosforo nella struttura ossea determina una rarefazione della struttura trabecolare delle ossa soprattutto in determinati punti (tibia, perone, vertebre), asintomatica fino al momento della frattura che può verificarsi anche in seguito a lievi traumi; ecco perchè la prevenzione ha un ruolo decisivo nel contrastare le statistiche di fratture che ogni anno affliggono numerosi adulti.
Ma, le terapie che seguono ai controlli diagnostici hanno senso? La risposta è: No se gli interventi terapeutici sono fatti con ormoni, integratori e altro; SI, se l'intervento è mirato a modificare la dieta e lo stile di vita.
Se volete leggere una montagna di idiozie potete godervele in questa pagina della LIOS; se tutto quello che c'è scritto in questa pagina fosse vero ed efficace non avremmo più Osteoporosi da trattare, invece l'Osteoporosi, non solo non è stata arrestata, bensì è in continuo aumento. Le solite associazioni che "curano" l'osteoporosi (affinchè non si estingua!).
Forse è il caso di cominciare a chiedersi perchè!
Si calcola che, nel mondo, circa 200 milioni di persone siano attualmente affette da osteoporosi. Solo in Europa, USA e Giappone, l'osteoporosi colpisce più di 75 milioni di persone. La tendenza all'allungamento della vita media e all'invecchiamento delle popolazioni, in mancanza di seri interventi di prevenzione, determinerà nei prossimi decenni un significativo aumento dei casi. Attualmente, ogni anno, in Europa e USA, si verificano più di 2.3 milioni di fratture da osteoporosi. Nel 1990, nel mondo, le fratture del femore sono state stimate a 1,6 milioni; per il 2050 se ne attendono 6,3 milioni.
L'Osteoporosi è una delle affezioni che colpisce sia donne che uomini: il 20% di donne oltre i 40 anni e il 15% di uomini oltre i 60 anni di età. Inoltre il 40% di donne ed il 30% di uomini è affetto da osteopenia (rarefazione della massa ossea) ma solo la metà è a conoscenza del proprio stato che prima o poi culminerà in una frattura ossea.
Ognuno di noi ha una sua storia legata al latte, quello di mucca. Moltissimi di noi hanno avuto la fortuna di essere allattati dal seno della propria madre moltissimi altri purtroppo no. Ma non è del latte materno umano che ci dobbiamo occupare, bensì del latte che durante e dopo lo svezzamento ci hanno insegnato essere uno degli alimenti più benefici a disposizione per crescere più forti e sani: questo è sbagliato!
Questa è un'informazione frutto dell'ignoranza di molti: ci hanno voluto far credere che col latte vaccino saremmo cresciuti forti e vigorosi, tanto che le autorità sanitarie nel tempo hanno innalzato la RDA del Calcio (la dose giornaliera raccomandata) raddoppiandola, pensando che quanto più calcio assumiamo tanto meno dovremmo incorrere nell'Osteoporosi: invece non è così.
In America il consumo per persona di latte vaccino e suoi derivati è uno dei più alti al mondo, il che può far pensare che gli americani siano una fra le popolazioni più robuste dal punto di vista della struttura ossea; purtroppo è vero il contrario! In america si registra infatti anche un tasso molto elevato di fratture ossee nella popolazione di donne oltre i 50 anni; le percentuali più alte si registrano però in Europa e soprattutto in Australia e Nuova Zelanda dove il consumo di latte vaccino è ancora più elevato che negli USA.
Vogliamo continuare a domandarci il perchè?
Nonostante tutti i messaggi che esortano a consumare più latte ed assumere più calcio, l'osteoporosi non arresta la sua scalata lungo una salita che non si sa quando terminerà se non si prenderanno gli opportuni provvedimenti che purtroppo saranno sicuramente contrastati dalle industrie produttrici di latte e latticini.
L'argomento Osteoporosi è preso in considerazione anche in "The China Study", il bestseller di T. Colin Campbell, che riporta in maniera impeccabile il numero di studi, effettuati nel tempo, che senza ombra di dubbio rivelano una correlazione scientifica tra il consumo di proteine animali e le fratture ossee nelle donne di diversi paesi: un rapporto redatto nel 1992 dalla facoltà di medicina dell'Università di Yale riassume i dati di 34 indagini separate condotte in 16 paesi diversi e apparse in 29 pubblicazioni scientifiche certificate. Tutti i soggetti delle indagini erano donne oltre i 50 anni di età e l'impressionante dato che emerge è il tasso del 70% di fratture ossee attribuibile al consumo di proteine animali.
I ricercatori avevano spiegato anche il perchè di questa correlazione: le proteine animali più di quelle vegetali acidificano il nostro organismo il quale per difendersi deve trovare una fonte per contrastare lo stato di acidosi che non può sopportare; il mezzo per neutralizzare l'acidosi diventa il calcio che è un basificante molto efficace, e la fonte di calcio diventano soprattutto le ossa che, private del calcio, si indeboliscono e diventano più soggette a facili fratture.
Questo meccanismo era noto fin dagli anni '20: le proteine animali sono più capaci di quelle vegetali nel determinare uno stato di acidosi nell'orgnaismo umano e questo può essere fonte di numerosi malanni, tra cui l'osteoporosi.
E' stata anche dimostrata una correlazione lineare tra il consumo di proteine animali e un aumento di calcio nelle urine, il quale aumenta nell'impressionante misura del 50% in conseguenza ad un raddoppio del consumo di proteine animali; ciò conferma che una rimozione del calcio dall'organismo è una conseguenza diretta di una dieta a base di proteine animali.
La pubblicazione più recente è invece quella dell'Università della California, nel 2000, basata su 87 indagini condotte in 33 paesi diversi: sono stati confrontati il consumo di proteine animali e vegetali in rapporto alle fratture ossee; il risultato di questo studio multinazionale è veramente straordinario perchè si vede chiaramente che il consumo di proteine vegetali è associato alla totale sparizione delle fratture ossee osteoporotiche.
Altri importanti studi vengono citati in "The China Study" con dovizia di particolari bibliografici che non lasciano dubbi sulla serietà dei riferimenti; uno di questi è uno studio condotto a livello nazionale negli USA, su gruppi di donne dai 65 anni in su che avevano consumato per 7 anni diete diverse nel rapporto tra proteine animali e vegetali; il risultato è stato che le donne che avevano consumato più proteine animali avevano avuto un tasso di fratture ossee circa 4 volte superiore a quello delle donne che, pur avendo consumato più proteine vegetali, avevano mantenuto un consumo di proteine animali del 50% rispetto al loro consumo totale. Figuriamoci se avessero consumato una dieta vegetariana!
Il confronto fra le diete alimentari dove il consumo di proteine animali è nettamente superiore a quello di proteine vegetali e diete dove invece il consumo di proteine è invertito, porta inevitabilmente a dati di incidenza delle fratture ossee che arrivano al 99% in meno! Straordinario vero?
Nonostante tutto ciò, nel mondo occidentale si pubblicizza ancora che i latticini sono una necessità giornaliera per rendere forti le nostre ossa, soprattutto in gravidanza e durante l'allattamento.
Uno studio condotto in 10 paesi ha dimostrato che la quantità di Calcio assunta nella dieta o con integratori è associata ad un aumento delle fratture ossee (la maggior parte del calcio è stata comunque assunta come prodotti caseari piuttosto che integratori).
Il meccanismo di questo effetto lo si riscontra in una incapacità dell'organismo di regolare il bilancio tra assorbimento ed escrezione del calcio, azione normalmente esercitata dall'ormone Calcitriolo (una forma attiva di Vitamina D che regola la quantità di calcio da assorbire dagli alimenti e quella da espellere e fissare nelle ossa); ciò sarebbe una conseguenza di una assunzione, ripetuta nel tempo, di alte quantità di calcio che manderebbe in tilt questo meccanismo di regolazione.
Dunque, le proteine animali ed il calcio sono i due principali imputati legati alle fratture ossee osteoporotiche; guarda caso i latticini sono ricchi di entrambe questi elementi nutritivi.
Un indice ritenuto importante per diagnosticare la salute delle ossa è la Densità Minerale Ossea (DMO, in inglese BMD = Bone Mineral Density; determinata mediante la Mineralometria Ossea Computerizzata = MOC).
Da quanto si evince sopra è il rapporto fra proteine animali e proteine vegetali assunte con la dieta l'indice predittivo della possibilità di incorrere in fratture osssee osteoporotiche; la DMO non è stata significativamente associata a questo indice, ciò significa che non è un esame predittivo per le fratture ossee da ospeoporosi. Per dirne una: nei paesi in cui la DMO è inferiore rispetto ai paesi "occidentali", si è verificato che anche il tasso di fratture ossee è più basso.
Per concludere si possono dare i migliori suggerimenti per ridurre il rischio di Osteoporosi:
1) Alimentarsi con una grande varietà di cibi vegetali naturali ed evitare cibi di origine animale compresi i latticini (il calcio si trova in quantità sufficiente anche in moltissimi alimenti vegetali come i legumi e le verdure a foglia);
2) Fare attività fisica in maniera costante e frequente (ci sono mille modi per farlo ed anche divertenti; sfruttare anche le innumerevoli possibilità di evitare le comodità nella vita quotidiana, come usare l'ascensore anzichè salire le scale a piedi)
3) Evitare i cibi raffinati (che sono stati depauperati degli elementi nutritivi minerali come il calcio contenuti invece negli alimenti integrali).
Ne abbiamo abbastanza per dire ancora una volta che la verità anche sull'Osteoporosi è qualcosa che va ricercata al di fuori dei "media" dell'informazione, della scienza convenzionale e dell'industria alimentare. Se queste verità non verranno largamente rese pubbliche e sostenute dall'informazione alle popolazioni fin dall'età scolare, il trend di salita dei numeri di fratture da osteoporosi non vedrà mai il culmine.
Personalmente non ci credo che si riuscirà in poco tempo a raggiungere tale obiettivo: nel mio piccolo io mi dò da fare affinchè avvenga quanto prima.
La mancanza di Calcio e Fosforo nella struttura ossea determina una rarefazione della struttura trabecolare delle ossa soprattutto in determinati punti (tibia, perone, vertebre), asintomatica fino al momento della frattura che può verificarsi anche in seguito a lievi traumi; ecco perchè la prevenzione ha un ruolo decisivo nel contrastare le statistiche di fratture che ogni anno affliggono numerosi adulti.
Ma, le terapie che seguono ai controlli diagnostici hanno senso? La risposta è: No se gli interventi terapeutici sono fatti con ormoni, integratori e altro; SI, se l'intervento è mirato a modificare la dieta e lo stile di vita.
Se volete leggere una montagna di idiozie potete godervele in questa pagina della LIOS; se tutto quello che c'è scritto in questa pagina fosse vero ed efficace non avremmo più Osteoporosi da trattare, invece l'Osteoporosi, non solo non è stata arrestata, bensì è in continuo aumento. Le solite associazioni che "curano" l'osteoporosi (affinchè non si estingua!).
Forse è il caso di cominciare a chiedersi perchè!
Si calcola che, nel mondo, circa 200 milioni di persone siano attualmente affette da osteoporosi. Solo in Europa, USA e Giappone, l'osteoporosi colpisce più di 75 milioni di persone. La tendenza all'allungamento della vita media e all'invecchiamento delle popolazioni, in mancanza di seri interventi di prevenzione, determinerà nei prossimi decenni un significativo aumento dei casi. Attualmente, ogni anno, in Europa e USA, si verificano più di 2.3 milioni di fratture da osteoporosi. Nel 1990, nel mondo, le fratture del femore sono state stimate a 1,6 milioni; per il 2050 se ne attendono 6,3 milioni.
L'Osteoporosi è una delle affezioni che colpisce sia donne che uomini: il 20% di donne oltre i 40 anni e il 15% di uomini oltre i 60 anni di età. Inoltre il 40% di donne ed il 30% di uomini è affetto da osteopenia (rarefazione della massa ossea) ma solo la metà è a conoscenza del proprio stato che prima o poi culminerà in una frattura ossea.
Ognuno di noi ha una sua storia legata al latte, quello di mucca. Moltissimi di noi hanno avuto la fortuna di essere allattati dal seno della propria madre moltissimi altri purtroppo no. Ma non è del latte materno umano che ci dobbiamo occupare, bensì del latte che durante e dopo lo svezzamento ci hanno insegnato essere uno degli alimenti più benefici a disposizione per crescere più forti e sani: questo è sbagliato!
Questa è un'informazione frutto dell'ignoranza di molti: ci hanno voluto far credere che col latte vaccino saremmo cresciuti forti e vigorosi, tanto che le autorità sanitarie nel tempo hanno innalzato la RDA del Calcio (la dose giornaliera raccomandata) raddoppiandola, pensando che quanto più calcio assumiamo tanto meno dovremmo incorrere nell'Osteoporosi: invece non è così.
In America il consumo per persona di latte vaccino e suoi derivati è uno dei più alti al mondo, il che può far pensare che gli americani siano una fra le popolazioni più robuste dal punto di vista della struttura ossea; purtroppo è vero il contrario! In america si registra infatti anche un tasso molto elevato di fratture ossee nella popolazione di donne oltre i 50 anni; le percentuali più alte si registrano però in Europa e soprattutto in Australia e Nuova Zelanda dove il consumo di latte vaccino è ancora più elevato che negli USA.
Vogliamo continuare a domandarci il perchè?
Nonostante tutti i messaggi che esortano a consumare più latte ed assumere più calcio, l'osteoporosi non arresta la sua scalata lungo una salita che non si sa quando terminerà se non si prenderanno gli opportuni provvedimenti che purtroppo saranno sicuramente contrastati dalle industrie produttrici di latte e latticini.
L'argomento Osteoporosi è preso in considerazione anche in "The China Study", il bestseller di T. Colin Campbell, che riporta in maniera impeccabile il numero di studi, effettuati nel tempo, che senza ombra di dubbio rivelano una correlazione scientifica tra il consumo di proteine animali e le fratture ossee nelle donne di diversi paesi: un rapporto redatto nel 1992 dalla facoltà di medicina dell'Università di Yale riassume i dati di 34 indagini separate condotte in 16 paesi diversi e apparse in 29 pubblicazioni scientifiche certificate. Tutti i soggetti delle indagini erano donne oltre i 50 anni di età e l'impressionante dato che emerge è il tasso del 70% di fratture ossee attribuibile al consumo di proteine animali.
I ricercatori avevano spiegato anche il perchè di questa correlazione: le proteine animali più di quelle vegetali acidificano il nostro organismo il quale per difendersi deve trovare una fonte per contrastare lo stato di acidosi che non può sopportare; il mezzo per neutralizzare l'acidosi diventa il calcio che è un basificante molto efficace, e la fonte di calcio diventano soprattutto le ossa che, private del calcio, si indeboliscono e diventano più soggette a facili fratture.
Questo meccanismo era noto fin dagli anni '20: le proteine animali sono più capaci di quelle vegetali nel determinare uno stato di acidosi nell'orgnaismo umano e questo può essere fonte di numerosi malanni, tra cui l'osteoporosi.
E' stata anche dimostrata una correlazione lineare tra il consumo di proteine animali e un aumento di calcio nelle urine, il quale aumenta nell'impressionante misura del 50% in conseguenza ad un raddoppio del consumo di proteine animali; ciò conferma che una rimozione del calcio dall'organismo è una conseguenza diretta di una dieta a base di proteine animali.
La pubblicazione più recente è invece quella dell'Università della California, nel 2000, basata su 87 indagini condotte in 33 paesi diversi: sono stati confrontati il consumo di proteine animali e vegetali in rapporto alle fratture ossee; il risultato di questo studio multinazionale è veramente straordinario perchè si vede chiaramente che il consumo di proteine vegetali è associato alla totale sparizione delle fratture ossee osteoporotiche.
Altri importanti studi vengono citati in "The China Study" con dovizia di particolari bibliografici che non lasciano dubbi sulla serietà dei riferimenti; uno di questi è uno studio condotto a livello nazionale negli USA, su gruppi di donne dai 65 anni in su che avevano consumato per 7 anni diete diverse nel rapporto tra proteine animali e vegetali; il risultato è stato che le donne che avevano consumato più proteine animali avevano avuto un tasso di fratture ossee circa 4 volte superiore a quello delle donne che, pur avendo consumato più proteine vegetali, avevano mantenuto un consumo di proteine animali del 50% rispetto al loro consumo totale. Figuriamoci se avessero consumato una dieta vegetariana!
Il confronto fra le diete alimentari dove il consumo di proteine animali è nettamente superiore a quello di proteine vegetali e diete dove invece il consumo di proteine è invertito, porta inevitabilmente a dati di incidenza delle fratture ossee che arrivano al 99% in meno! Straordinario vero?
Nonostante tutto ciò, nel mondo occidentale si pubblicizza ancora che i latticini sono una necessità giornaliera per rendere forti le nostre ossa, soprattutto in gravidanza e durante l'allattamento.
Uno studio condotto in 10 paesi ha dimostrato che la quantità di Calcio assunta nella dieta o con integratori è associata ad un aumento delle fratture ossee (la maggior parte del calcio è stata comunque assunta come prodotti caseari piuttosto che integratori).
Il meccanismo di questo effetto lo si riscontra in una incapacità dell'organismo di regolare il bilancio tra assorbimento ed escrezione del calcio, azione normalmente esercitata dall'ormone Calcitriolo (una forma attiva di Vitamina D che regola la quantità di calcio da assorbire dagli alimenti e quella da espellere e fissare nelle ossa); ciò sarebbe una conseguenza di una assunzione, ripetuta nel tempo, di alte quantità di calcio che manderebbe in tilt questo meccanismo di regolazione.
Dunque, le proteine animali ed il calcio sono i due principali imputati legati alle fratture ossee osteoporotiche; guarda caso i latticini sono ricchi di entrambe questi elementi nutritivi.
Un indice ritenuto importante per diagnosticare la salute delle ossa è la Densità Minerale Ossea (DMO, in inglese BMD = Bone Mineral Density; determinata mediante la Mineralometria Ossea Computerizzata = MOC).
Da quanto si evince sopra è il rapporto fra proteine animali e proteine vegetali assunte con la dieta l'indice predittivo della possibilità di incorrere in fratture osssee osteoporotiche; la DMO non è stata significativamente associata a questo indice, ciò significa che non è un esame predittivo per le fratture ossee da ospeoporosi. Per dirne una: nei paesi in cui la DMO è inferiore rispetto ai paesi "occidentali", si è verificato che anche il tasso di fratture ossee è più basso.
Per concludere si possono dare i migliori suggerimenti per ridurre il rischio di Osteoporosi:
1) Alimentarsi con una grande varietà di cibi vegetali naturali ed evitare cibi di origine animale compresi i latticini (il calcio si trova in quantità sufficiente anche in moltissimi alimenti vegetali come i legumi e le verdure a foglia);
2) Fare attività fisica in maniera costante e frequente (ci sono mille modi per farlo ed anche divertenti; sfruttare anche le innumerevoli possibilità di evitare le comodità nella vita quotidiana, come usare l'ascensore anzichè salire le scale a piedi)
3) Evitare i cibi raffinati (che sono stati depauperati degli elementi nutritivi minerali come il calcio contenuti invece negli alimenti integrali).
Ne abbiamo abbastanza per dire ancora una volta che la verità anche sull'Osteoporosi è qualcosa che va ricercata al di fuori dei "media" dell'informazione, della scienza convenzionale e dell'industria alimentare. Se queste verità non verranno largamente rese pubbliche e sostenute dall'informazione alle popolazioni fin dall'età scolare, il trend di salita dei numeri di fratture da osteoporosi non vedrà mai il culmine.
Personalmente non ci credo che si riuscirà in poco tempo a raggiungere tale obiettivo: nel mio piccolo io mi dò da fare affinchè avvenga quanto prima.
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