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giovedì 28 luglio 2016

FRUTTA, VERDURE ed ERBE AROMATICHE DI STAGIONE: AGOSTO

Ma dove vai se Frutta e Verdura non li hai?
Ecco quali sono i prodotti della terra che nel mese di Agosto possiamo trovare freschi come Madre Terra li ha fatti. Usateli bene e spesso, cuocete il meno possibile per trarre tutti i nutrienti migliori e intatti, usateli nelle ricette dei vostri Estratti e usate anche la vostra creatività perchè diventino parte di voi.
Naturalmente dovranno essere Biologici e ancora meglo se raccolti dal vostro Orto (non importa dove si trovi, anche sul balcone va bene), così saranno a Km 0 Vero!     


VERDURE:
- Aglio
- Barbabietole
- Carote
- Cetrioli
- Cipolle
- Fagioli
- Fagiolini
- Finocchi
- Melanzane
- Peperoni
- Pomodori
- Rucola 
- Zucchine

FRUTTA:
- Albicocche 
- Angurie
- Fichi
- Fragoline di bosco
- More
- More di Gelso
- Lamponi
- Meloni
- Mirtilli
- Nespole
- Pesche
- Pere
- Prugne

ERBE AROMATICHE
- Acetosa
- Alloro
- Basilico
- Erba cipollina
- Finocchio selvatico
- Maggiorana
- Menta
- Origano
- Peperoncino
- Prezzemolo
- Rosmarino
- Salvia
- Timo

mercoledì 27 luglio 2016

QUALE ESTRATTORE PER I TUOI SUCCHI? I miei consigli.

Ricapitolando ciò che ho scritto nel precedente post sulla differenza tra ESTRATTI E CENTRIFUGATI, si possono riassumere le caratteristiche di un Estrattore come segue:
apparecchio o elettrodomestico atto a produrre succhi ad alto valore nutrizionale che lavora lentamente preservando intatti i nutrienti; preserva le fibre idrosolubili che aiutano a regolare i livelli ematici degli zuccheri; estrae succhi da frutta, verdura ma anche da foglie ed erbe aromatiche e semi oleosi; l'apparecchio non incorpora aria nel succo grazie alla bassa velocità di lavoro, permettendo quindi la preservazione degli antiossidanti, noti per l'azione anti radicali liberi.
Ormai il mercato offre una ampia gamma di estrattori, adatti a soddisfare le necessità di una altrettanto ampio numero di potenziali utilizzatori. Troviamo infatti chi usa l'estrattore più volte al giorno, chi lo usa una volta la settimana, una volta al mese o ancora più raramente.
Se sei un utilizzatore "in fasce" ti consiglio di iniziare rivolgendoti ad un "ECO-Bar", se ne hai uno vicino a casa o al lavoro, provando a consumare i succhi che ti propongono ed entrare nell'ordine di idee. In genere quelli preparati in questi locali sono squisiti e vengono preparati con ricette molto semplici e spesso con prodotti Bio.
I COSTI. L'acquisto di un Estrattore di alto livello è da considerare un vero e proprio investimento: ci sono estrattori che costano anche 600 euro e oltre i 1000 euro; Ci sono però anche Estrattori di qualità e funzionalità sufficienti a soddisfare le esigenze di un "Neofita" che costano poco più di 100 euro, ma in questo caso consiglio di fare i conti con le caratteristiche principali che un buon estrattore deve avere (vedi sotto).
A volte ci si trova a dover acquistare un Estrattore in funzione di una dieta ferrea o una attività di depurazione che viene prescritta per seri motivi di salute (vedi ad esempio la dieta Gerson per il cancro).
Al di là di quali possono essere le tue necessità, proverò qui di seguito a dare una serie di caratteristiche che, a mio parere, occorre tenere presente come "assolutamente necessarie" per avere in casa un elettrodomestico da cucina (perchè di questo si tratta) che produca ciò di cui hai bisogno e che non ti induca a fare i salti mortali per poterlo utilizzare.
1) I materiali con cui è fatto sono importanti sia per un aspetto di resistenza nel tempo all'usura, sia per un aspetto di rilascio di eventuali sostanze tossiche; ecco perchè sceglierei un prodotto certificato BPA Free. Cosa vuol dire? Questo marchio certifica l'assenza di bisfenolo-A (sostanza tossica eliminata già da molti oggetti di plastica per uso alimentare)
2) La Coclea, il cuore dell'apparecchio, deve essere fatta di un materiale che non rilasci particelle durante l'uso e che potresti ritrovare nel succo finale. Un materiale da tenere presente è l'ULTEM, materiale brevettato per un uso frequente senza alcun rilascio.
3) Il Motore. Deve essere potente per poter fare una pressatura efficace anche a bassi giri. Consiglio di scegliere modelli che abbiano il motore con almeno 200 watt di potenza.
4) Facilità di smontaggio e pulizia (e rimontaggio). Questa è una caratteristica che, se viene a mancare, può far desistere nell'uso quotidiano dell'estrattore. L'apparecchio ideale è composto da poche parti semplici da smontare, da pulire e rimontare: parliamo di 3, 4 o 5 mezzi al massimo.

5) Le dimensioni e peso: anche questa è una caratteristica importante perchè se l'apparecchio è troppo grosso si corre il rischio di non avere un posto fisso per averlo disponibile all'uso quotidiano; se è troppo pesante può diventare una scusa per abbandonarlo in quanto difficile da spostare o tirare fuori dal suo "nascondiglio".
Consiglio dunque di non acquistare un Estrattore se prima non si sono verificate tutte le caratteristiche elencate sopra; una breve dimostrazione da parte del venditore, che vi coinvolga in una prova, è gradita per evitare sorprese.

QUANTI TIPI DI ESTRATTORI CI SONO?

1) Estrattore VERTICALE: forse il più comune ed utilizzato, ormai disponibile in diverse foggie, funzionalità e prezzi. Si tratta comunque di un apparecchio costituito da una coclea, azionata da un motore, che ruota in verticale all'interno di un cestello conico forato. Il prodotto da estrarre viene convogliato dalla coclea nella parte bassa del cestello dove è costretto ad una pressione contro le pareti del cestello; il succo passa dai fori del cestello ed espulso da una via e le fibre coriacee convogliate all'esterno da una via secondaria e separata dalla prima.
2) Estrattore ORIZZONTALE A 1 COCLEA: ha la forma di un tritacarne. Alcuni lo trovano meno maneggievole di quello verticale

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     

3) Estrattore ORIZZONTALE A DOPPIA COCLEA : è in grado di esercitare una pressione maggiore rispetto ai due precedenti, ma resta meno maneggievole di quello verticale. 

IN CONCLUSIONE ritengo che la scelta di acquistare un Estrattore deve essere ben motivata e pertanto occorre prestare attenzione a quale tipo di Estrattore si vuole avere e quali sono gli usi che ne vogliamo fare. Ricordiamoci per esempio che con gli estrattori di buona qualità si possono fare anche i Latti Vegetali (Mandorle, Nocciole, Avena, ecc), possono diventare quindi degli ottimi assistenti in un percorso di cambiamento alimentare a scopi salutistici; ecco perchè anche la scelta di spendere qualche centinaio di euro può diventare un investimento importante, non solo per il portafoglio ma anche e soprattutto per la propria Salute.                                                                                                                                                                                                                                                

martedì 26 luglio 2016

ESTRATTI O CENTRIFUGATI: un problema? Facciamo chiarezza.

Estrattore Verticale
Da anni ho rottamato la Centrifuga e sono passato ad un vero Estrattore di succhi vivi e ricchi di sostanze nutritive. A dire il vero ricordo che avevo una specie di rifiuto ad usare la Centrifuga, proprio per le caratteristiche poco soddisfacenti di questo apparecchio.
Molti mi chiedono ma che differenza c'è tra una Centrifuga e un Estrattore?
La differenza è sostanziale, sia dal punto di vista meccanico che dal punto di vista del risultato dei prodotti che se ne ottengono. Tuttavia si continua a parlare di Centrifugati anche dei prodotti ottenuti con il metodo più recente e più performante anche dal punto di vista nutritivo; gli ESTRATTI.
Vediamo innanzitutto quello che io chiamo il Vecchio apparecchio di estrazione per forza centrifuga appunto: la CENTRIFUGA.
Centrifuga
In pratica si tratta di una grattugia che gira velocemente: dai 3000 ai 10.000 giri al minuto (Aiuto!). Grazie alla forza centrifuga, il grattugiato viene inviato su un setaccio fine in acciaio e filtrato; si ottiene una separazione della parte liquida da quella solida. questa parte solida purtroppo è ancora ricca di succo che non essendo stato liberato non viene raccolto. Qui sta il primo lato negativo della Centrifuga: la resa. Il succo che se ne ricava è quasi completamente privo di fibre, comprese le idrosolubili. 
Un ulteriore lato negativo della centrifuga è il fatto che grazie alle alte velocità e all'attrito che si crea, si possono raggiungere alte temperature (si parla anche 50°C), che necessariamente condurranno a degradazione dei micronutrienti, con il risultato finale di un succo con minor sostanze vitali.
Ma non è tutto! L'alta velocità crea una schiuma che incorporando aria tenderà a danneggiare gli antiossidanti, ricca e importante presenza nei succhi di frutta e verdure, compromettendo un aspetto importante dell'uso dei succhi/estratti. Sembra inoltre che l'alta velocità abbia la capacità di neutralizzare le cariche elettriche negative presenti, altro aspetto importante della vitalità di un alimento.
I succhi ottenuti dalle Centrifughe hanno la capacità di provocare picchi glicemici a causa della importante eliminazione del contenuto di fibre che notoriamente sono in grado di regolare i livelli ematici di glucosio; questo è un aspetto molto importante soprattutto per chi soffre di problemi di diabete.
Dal punto di vista della praticità d'uso, come si può notare dalla fotografia, la centrifuga ha una sola bocchetta di scarico, dalla quale esce il succo ottenuto dal processo interno. Tutte le fibre restano all'interno della centrifuga e si accumulano sul filtro, fino ad annullarne l'azione filtrante. Questo comporta che per quantità importanti di prodotto da centrifugare, si dovranno fare degli stop per aprire la centrifuga e pulire il filtro, dal quale elimineremo anche dell'ottima polpa ancora ricca di succo.

Esistono sul mercato Centrifughe che vanno da apparecchi "economici" ma anche veramente "poveri" a centrifughe professionali con rendimenti sicuramente più elevati, ma in sostanza i principi sopraesposti rimangono come fondamentali punti "negativi" rispetto a tutti i lati positivi che invece ritroviamo negli ESTRATTORI .
Vengono anche chiamati Estrattori a Freddo e ve ne sono di tipo Verticale e di tipo Orizzontale (li vederemo in un post successivo).
L'Estrattore è un apparecchio che è in grado di spremere Frutta, Verdura, Semi ed Erbe per mezzo di una coclea o vite senza fine differenziata che, girando a bassa velocità (40, 70, 80 giri al minuto), è in grado di pressare, spremere ed estrarre il succo senza produrre calore, dolcemente. A differenza della Centrifuga, non ha dunque lame/denti.
I pregi di un Estrattore sono molteplici: ci dà un succo vivo perché la temperatura rimane quella del prodotto che viene immesso, ambiente o freddo. Il succo sarà completo di tutti gli enzimi, Vitamine e sali minerali "organicati" e facilmente assimilabili, zuccheri che saranno meglio modulati nel sangue (quindi non avremo picchi glicemici) grazie alla presenza delle fibre idrosolubili che ritroviamo nell'Estratto a differenza del Centrifugato. Le fibre che comunque verranno separate sono quelle insolubili (lignina e cellulosa) che nei prodotti vegetali integri contribuiscono ad un buon funzionamento dell'intestino grazie all'azione volumizzante delle feci. Altra importante caratteristica è che il prodotto ottenuto con un Estrattore ha ancora integra la caratteristica importante di avere un contenuto di acqua che ha mantenuto le sua capacità di idratare e nutrire le cellule del corpo.
Non è da trascurare l'aspetto della resa: l'estrattore è in grado di separare la parte liquida da quella solida praticamente nella sua totalità, quindi altissima resa in succo. Inoltre il funzionamento dell'estrattore è tale per cui sia il succo che le fibre insolubili vengono espulse contemporaneamente attraverso due bocchette separate (vedi foto); questo è un aspetto non trascurabile per la praticità di utilizzo dell'estrattore che è in grado di funzionare e produrre succo praticamente all'infinito senza necessità di stop tecnici per pulizia, che può essere eventualmente fatta introducendo acqua.
Spero di aver chiarito tutti gli aspetti importanti che a questo punto ci devono far propendere per una scelta intelligente: l'Estrattore è un ottimo investimento.
Vedrò di dare, in un prossimo post, alcuni consigli utili per scegliere quale Estrattore è più confacente alle nostre necessità.
Estrattore Versapers Emotion 3G
Funziona in modo silenzioso e continuo
Voto medio su 5 recensioni: Da non perdere

Solo Star 3


venerdì 22 luglio 2016

ESTRATTI PER LA SALUTE: un consiglio per il mese di Luglio

Siamo alla terza settimana piena di Luglio, un momento di presenza abbondante di frutti dal colore arancione che non a caso porta Betacarotene, un componente molto importante per aiutare  la pelle a ricevere i raggi solari che portano energia e vita.
Per affrontare al meglio il mese di Luglio si può sicuramente pensare di preparare ed assumere estratti di frutta fresca di questa stagione. Un tocco di verdure alcalinizzanti aiuta a mantenere costante il livello salino del nostro corpo che in questo periodo, con il clima caldo, perde sali assieme ad acqua per equilibrare la temperatura corporea (sudorazione).
Madre Natura ci mette a disposizione ciò di cui abbiamo bisogno: albicocche, pesche, meloni, limoni, cocomeri, cetrioli. Con un tocco in più si possono rendere i nostri estratti ancora più freschi e attraenti, utilizzando ad esempio la menta. Per chi ama esporsi al sole e non vuole temere l'effetto invecchiamento dei suoi raggi, può aggiungere un ulteriore componente, un potente antiossidante concentrato anche in piccole quantità: la polvere di bacche di Açaì
Ecco come preparare due estratti, uno per il mattino e uno per il pomeriggio, ma per fare questo occorre un Estrattore. Ce ne sono al Top ma anche di più economici e validi per chi vuole iniziare un esperienza salutare come quella degli Estratti.

ESTRATTO DEL MATTINO:
Componenti per una persona: 1 albicocca, 1 Pesca, 1/2 Melone, 1/2 Limone senza buccia o 1 Lime.
Come prepararlo: Lavare bene e denocciolare albicocca, pesca e melone. Tagliare a pezzi tutto, anche il melone con la buccia (ben lavata). Sbucciare il limone o il Lime, tagliarlo a cubetti di circa 3 cm a occhio..
Inserire i componenti nell'estrattore seguendo l'ordine indicato di seguito: alcuni pezzi di limone/lime, pesca, albicocca, melone e alla fine il limone restante. Aggiungere solo alla fine un cucchiaino di Polvere di Bacche di Açaì , mescolare molto bene oppure frullare con un cubetto di ghiaccio.

ESTRATTO DEL POMERIGGIO:
Componenti per una persona: 2 grosse fette di Cocomero (Anguria), 1/2 Cetriolo lavato bene, 8 foglioline di Menta fresca, 1/2 Limone senza buccia o 1/2 Lime (facoltativo: 2 cm di Zenzero fresco).
Come prepararlo: lavare il cetriolo, la menta e la buccia delle fette di anguria (i semi si possono lasciare); tagliare tutto il possibile a pezzi di circa 4 cm e inserire nell'estrattore i componenti nel seguente ordine: parte del Limone/Lime, le foglie di Menta, l'Anguria, il Cetriolo ed il Limone/Lime rimasti. Lo Zenzero si può inserire dopo l'Anguria.
Consigli extra: Frullare il tutto con un cubetto di ghiaccio e un cucchiaino di Erba di Grano in Polvere per un tocco in più di alcalinità.

lunedì 18 luglio 2016

TUTTI GLI USI DELL'OLIO DI NEEM dalla P alla Z

Ci siamo lasciati nello scorso post dal titolo TUTTI GLI USI DELL'OLIO DI NEEM dalla A alla L e continuiamo qui fino ad esaurimento delle possibili applicazioni dell'Olio di Neem da me conosciute.
Come per il precedente post mi preme raccomandare che quando si utilizza un Olio a scopi curativi/risolutivi di problematiche che riguardano la "persona" è indispensabile assicurarsi che l'Olio sia puro e sia veramente di Neem; soprattutto se si acquistano prodotti on-line da siti che non si conoscono. Mi permetto perciò di fornire un esempio di qualità con questo link per acquisto on-line, anche se sicuramente ognuno per esperienza può rivolgersi ad altri siti. Attenzione ai siti di vendita che promettono tutto, dal mattone al navetta spaziale!
Dunque, eravamo arrivati alla L e proseguiamo con la P:
PEDICELLI (escrezioni lipidiche): irrorare e massaggiare fino ad assorbimento; effetto drenante e, col tempo, essiccante.
PELLE SECCA/SCREPOLATA: le cause possono essere diverse, senza escludere quella interna che va trattata con un riequilibrio dello stile di vita, soprattutto alimentare; tuttavia si possono ottenere buoni risultati con l'Olio di Neem, irrorando e massaggiando magari utilizzando una miscela con Olio di Mandorle come per i massaggi nel caso di Dolori Articolari (vedi articolo precedente).
PIAGHE DA CARENZA VITAMINICA: ovviamente la causa è interna, per lo più legata ad uno stile di vita scorretto ed a un'alimentazione non idonea; tuttavia anche in questo caso le irrorazioni ed i massaggi fino a completo assorbimento possono provvedere alla riparazione dei tessuti e all'abbattimento di dolori e bruciori.
PIDOCCHI: cospargere e massaggiare capelli e cuoio capelluto (meglio se i capelli sono tagliati corti). L'azione è potente poichè le uova vengono distrutte subito e in breve tempo i parassiti.
PIEDE D'ATLETA: le desquamazioni interdigitali dei piedi, dovute al fungo Tricophyton, spariscono in pochi giorni così come le lesioni più profonde, anche dolorose. Dopo l'applicazione si prova un piacevole senso di frescura tra le dita.
PRURITO EPIDERMICO: anche nelle zone anali e genitali si può cospargere l'olio di Neem e massaggiare per un effetto sintomatico anche se le cause possono essere dovute a fattori interni che spesso si manifestano sulla pelle.
PSORIASI: l'Olio di Neem è particolarmente efficace nel trattamento esterno di questa patologia; l'effetto è di idratazione e protezione della pelle mentre agisce nella rimozione dei batteri e guarire l'irritazione, la desquamazione, le lesioni. Si consiglia inizialmente di lavarsi con un sapone al Neem (o shampoo se la pelle è molto sensibile), per rimuovere batteri e cellule morte.
PUNTURE DI INSETTI E PARASSITI: se non si è protetta prima la pelle con Olio di Neem, che funziona come repellente, applicare e massaggiare sopra e intorno ai ponfi che caleranno in breve tempo, mentre pruriti e dolori spariranno subito. Se i ponfi si sono escoriati a causa dei grattamenti o altro, l'Olio di Neem funziona anche come cicatrizzante.
RASATURE DI GAMBE E PUBE (trattamento dopo): vedere il trattamento di "IRRITAZIONI DELLA PELLE"
REUMATISMI: vedi "DOLORI ARTICOLARI"
SCOTTATURE LEGGERE: massaggiare con poche gocce l'area interessata, delicatamente: il bruciore cesserà in pochi minuti.
SCOTTATURE PESANTI: per ustioni con bolle e ulcerazioni anche molto estese e dolorose, spargere l'olio con delicatezza sulle parti interessate che saranno così idratate, disinfettate, drenate e protette da contaminazioni batteriche. Ripetere l'applicazione mano a mano che l'Olio di Neem viene assorbito evitando di massaggiare se i dolori sono forti e le ulcerazioni profonde.
SCOTTATURE SOLARI: vedi "SCOTTATURE LEGGEREse si è in presenza di eritema più o meno intenso; nel caso invece di ulcerazione vedi "SCOTTATURE PESANTI".
STRAPPI MUSCOLARI: per abbattere i relativi dolori massaggiare a lungo con la necessaria quantità di Olio di Neem puro. Per zone estese miscelare con Olio di Mandorla come per "DOLORI ARTICOLARI"
TIGNA: vedi "ECZEMA"
UNGHIE E PELLICINE (protezione e rinforzo): umettare e massaggiare a lungo.
VENE VARICOSE: irrorare e massaggiare delicatamente la zona interessata; ci sarà una attenuazione nel caso di dolore; l'Olio di Neem ridà spessore alla pelle e rinforza la rete capillare superficiale.
VERRUCHE: l'irrorazione con l'Olio e il massaggio ammorbidiscono, drenano e riducono le verruche.
VETERINARIO (USO): per non dimenticare mai i nostri amici animali credo importante citare l'uso che si può fare dell'Olio di Neem in campo veterinario, oltre a quelli che si possono dedurre già dalla lunga lista prima di questo punto. L'Olio di Neem infatti risulta risolutivo su punture e morsi di insetti e parassiti (lo posso confermare per averlo provato su uno dei miei cani, il piccolo GIO' che potete vedere nella foto accanto. Mi ha dato il consenso alla pubblicazione!). Le funzioni primarie sono antisettica e cicatrizzante.
Il trattamento con L'Olio di Neem è utile per la disinfestazione dai parassiti anche delle cuccie.
Ulcere e ferite possono essere curate altrettanto efficacemente come nell'uomo.

Per concludere, sono certo che con le conoscenze acquisite in questi articoli sull'Olio di Neem ognuno è in grado di capire dove e in quali altri casi lo si può utilizzare, con buon senso, per USO ESTERNO.







sabato 16 luglio 2016

TUTTI GLI USI DELL'OLIO DI NEEM: dalla A alla L

Premesso che nell'uso dell'Olio di Neem, data l'assenza di controindicazioni, non ci sono effetti collaterali (e questo è già un grosso vantaggio rispetto ad un qualsiasi farmaco). L'Olio di Neem non è aggressivo nemmeno su occhi e mucose, nè sulla pelle molto sensibile e delicata come quella dei neonati. Per questo motivo è applicabile anche su ferite aperte e carne viva.
Naturalmente ognuno rimane responsabile di approvvigionarsi di un Olio di Neem che sia di qualità e puro al 100%; purtroppo sul mercato mondiale ci si può aspettare di tutto, lo abbiamo visto con l'Olio Extravergine di Oliva che si caratterizza per un aroma particolare, figuriamoci cosa potrebbe succedere con un Olio che dal punto di vista aromatico non eccelle per una fragranza delicata e dolce. Però la particolarità del suo "odore" lo può rendere riconoscibile; occorre tuttavia affidarsi a marchi conosciuti e noti che non azzarderebbero il commercio di prodotti di pessima qualità e che possono provocare problemi agli utilizzatori.
Quindi venditori riconosciuti e rintracciabili.
L'Utilizzo dell'Olio di Neem si concentra sulle problematiche affrontabili per USO ESTERNO. Gli effetti sono quasi sempre molto rapidi, in certi casi quasi istantanei.
Nel caso di applicazione esterna sulla pelle, occorre raccomandare che dopo l'applicazione dell'Olio di Neem si dovrà protrarre il massaggio fino a completo assorbimento dell'olio; così facendo la superficie trattata non risulterà unta.
ACARI (anche della scabbia): cospargere e massaggiare tutto il corpo e/o spruzzare sul letto un prodotto a base di Olio di Neem.
ACNE: causata dallo Stafilococco Aureo, contro cui l'Olio di Neem è molto potente. Irrorare le eruzioni e massaggiare delicatamente; disinfezione, drenaggio, cicatrizzazione, sparizione dei dolori, avvengono in tempi brevi ma dipendenti dal grado di infezione del singolo caso.
AFFEZIONI VIE RESPIRATORIE: le esalazioni dell'Olio di Neem hanno effetti balsamici. Si può usare l'Olio per aromaterapia e nebulizzazioni.
ASMA: vedi "affezioni vie respiratorie"
ARTROSI CERVICALE: come coadiuvante di una massaggio specifico è in grado di diminuire i tempi di abbattimento del dolore.
BRONCHITIvedi "affezioni vie respiratorie"
CALLI: irrorare e massaggiare la zona serve per idratare e ammorbidire le callosità. Se si interviene nelle prime fasi di manifestazione del callo, si possono avere risoluzioni complete del problema. Va tenuta presente, una volta risolto il problema, la sostituzione delle calzature che lo hanno provocato.
CAPEZZOLI SCREPOLATI: umettare e massaggiare con una o più gocce (comprendendo le areole). Per le donne in allattamento non se ne consiglia l'uso per via del sapore amaro che permane dopo il massaggio e assorbimento.
DEODORANTE: l'Olio di Neem può funzionare da deodorante in quanto inibisce o distrugge la flora batterica responsabile della decomposizione delle secrezioni (proteine e grassi) della pelle con conseguente rilascio di cattivi odori. In questo caso occorre cospargere e massaggiare soprattutto le zone ascellari, inguinali o anali. Naturalmente, se l'Olio di Neem è puro e non è addizionato con essenze profumate coprenti (lavanda ad esempio), si sentirà il suo caratteristico e forte aroma dovuto principalmente ai composti solforati presenti. E' stato dimostrato che, in clima caldo-umido (considerato il più critico), l'Olio di Neem mantiene esenti da cattivi odori per almeno tre giorni consecutivi (per chi non avesse possibilità di lavarsi quotidianamente). Gli abiti a contatto della pelle acquisiscono solo un sentore di Neem nelle zone trattate.
DEPILAZIONE: dopo la depilazione si può eseguire il trattamento riportato nel paragrafo "IRRITAZIONI DELLA PELLE".
DOLORI ARTICOLARI: per i dolori articolari causati da artrosi, artriti, strappi si può intervenire preparando una miscela Olio NEEM/Olio Mandorla nelle proporzioni 30-50% Neem / 70/50% Mandorla; la presenza dell'Olio di Mandorla consente un massaggio più prolungato e risultante più benefico per il dolore.
DOPO BARBA:  vedi "IRRITAZIONI DELLA PELLE"
ECCHIMOSI (DA CONTUSIONE)/ EMATOMI: umettare e massaggiare con una o più gocce, secondo estensione. Si attenueranno o spariranno i dolori e si abbrevierà il tempo di ripristino.
ECZEMA: irrorare e massaggiare delicatamente escrescenze e croste, ogni giorno, fino al ripristino della pelle.
EDEMI: cospargere e massaggiare. A seconda della causa, l'effetto sarà totale o coadiuvante di un'azione medicinale prescritta dal medico per via interna. In ogni caso si avrà un effetto drenante.
EMORRAGIE DAL NASO : se dovute a fragilità dei capillari, massaggiare l'interno delle narici, fin dove possibile, con una o due gocce per narice (in assenza di fuoriuscita di sangue).
EMORROIDI: in assenza di fuoriuscita di sangue, cospargere con delicatezza e far assorbire. I dolori e i gonfiori si attenueranno progressivamente e si avrà un rinforzo delle mucose che tenderanno sempre meno a lacerarsi.
FERITE: graffi, escoriazioni, tagli e lacerazioni possono essere trattate tamponando la fuoriuscita di sangue e cospargendo di Olio, massaggiando con molta delicatezza. Si avrà una potente azione antisettica, la sparizione o attenuazione del dolore (secondo tipo ed entità della ferita), una più veloce cicatrizzazione e ripristino della pelle. L'Olio non dà il minimo bruciore, neanche sulla carne viva (ideale quindi per l'impiego nei bambini).
FORFORA: massaggiare il cuoio capelluto con una quantità di Olio che dipende dalla quantità e lunghezza dei capelli (più i capelli sono folti e lunghi e più Olio occorre). La causa della forfora è solitamente legata a problemi interni, per lo più dovuti ad una cattiva alimentazione, ma anche se la causa non viene rimossa con l'Olio di Neem si possono eliminare le fastidiose e sgradevoli manifestazioni esterne, spesso evidenti e imbarazzanti. Si consiglia di intraprendere un percorso di disintossicazione interna e riequilibrio alimentare.
FORUNCOLOSI: in ogni caso irrorare e massaggiare per disinfettare, drenare, cicatrizzare e togliere pruriti e dolori.
GELONI: sebbene questa affezione sia diventata più rara rispetto ai tempi addietro, se ne può prendere in considerazione le possibilità di risolverle cospargendo di Olio di Neem e massaggiare; ripetere fino a sparizione.
GENGIVITI: insieme ad altre infiammazioni del cavo orale possono essere trattate aggiungendo una goccia di olio ad un comune dentifricio sullo spazzolino da denti oppure semplicemente aggiungendo una o due gocce di Olio ad un po' di acqua e risciacquando per alcuni minuti. In questo caso il gusto amaro dell'Olio si farà sentire ma i dolori e l'infiammazione cesseranno (NON INGERIRE FINITO IL RISCIACQUO).
GHIANDOLE SUDORIFERE (infiammazione): irrorare e massaggiare la pelle relativa alla zona colpita.
HERPES LABIALE E CORPOREO: irrorare con una o due gocce (secondo estensione) e massaggiare delicatamente le eruzioni; in pochissimo tempo spariranno dolori e bruciori. Per l'Herpes Labiale si raccomanda di operare l'applicazione con precisione nella zona labiale esterna in modo da non sentire in bocca il sapore molto amaro.
IGIENE GENITALE: applicare sulle parti su cui si forma la flora batterica (es: prepuzio / glande del pene) e massaggiare.
INSETTIFUGO: in assenza di un prodotto specifico al Neem, spargere e massaggiare sulle parti del corpo da proteggere, fino a completo assorbimento (in questo modo non si ungeranno vestiti e lenzuola). Per lo più si noterà che gli insetti (zanzare soprattutto) tenderanno a volare vicinissimi alla pelle ma senza posarsi. In luogo aperto e ventilato, dove l'esalazione della pelle è meno intensa, può succedere che qualche zanzara si posi sulla pelle e cerchi di pungere, ma una volta iniziata la penetrazione sentirà l'effetto del Neem e smetterà. Si potrà in tal caso notare un piccolo segno nella parte punta, ma senza prurito e rigonfiamento.
IRRITAZIONI DELLA PELLE anche con arrossamento: un massaggio delicato con l'Olio di Neem risolve e toglie anche il bruciore. L'azione è idratante, ammorbidente, lenitiva, disinfettante. Nel caso di neonati e infanti (attrito da pannolino, contatto prolungato con urina e feci) l'Olio di Neem è garanzia di assoluta tollerabilità da parte della loro pelle tanto delicata.
LABBRA SCREPOLATE: vedi "HERPES LABIALE".
LIVIDI: vedi "ECCHIMOSI".
Nel prossimo post: TUTTI GLI USI DELL'OLIO DI NEEM: dalla P alla Z




giovedì 14 luglio 2016

I POTERI CURATIVI DELL'OLIO DI NEEM

Come promesso nel mio articolo precedente " OLIO DI NEEM: in un unico prodotto una vera farmacia" eccomi a trattare un argomento più atteso: a cosa può servire l'Olio di Neem?
Per secoli gli indiani sono ricorsi alla pianta del Neem per curare dolore, febbre e infezioni. All'inizio di ogni anno molti indù ne mangiano qualche foglia. Inoltre s puliscono i denti con i suoi rametti, curano i disturbi della pelle con il succo ricavato dalle foglie e ne bevono l'infuso come tonico.
In circa 60 anni di studi ( e ne esiste una cospicua bibliografia) è stato analizzato a fondo l'intero campo d'azione del Neem (per singole parti dell'albero o miscele di esse); la lista è davvero lunga e si stenta quasi a credere che così tanti benefici si possano concentrare in una sola pianta:
analgesico, antipiretico, anti-malarico, antiinfiammatorio, anti-tumorale, anti-reumatico, diuretico, ipoglicemico, (effetto antidiabetico), antiacido gastrico, riequilibrante del sistema nervoso centrale, spermicida, anti-HIV, antidiarroico, ipotensivo, purificante, disintossicante, antiossidante (anti radicali liberi), purgativo, epatoprotettore, antiemorroidale, anti-lebbra, anti-venefico, anti-pruriginoso, antibatterico (Gram+ e Gram-).
Il Neem tratta i sintomi della Psoriasi con tanto successo che alcune persone affermano di esserne guarite; ovviamente trattare i sintomi non significa "guarigione" ma solo evitarne i fastidiosi effetti, potendo così condurre una vita libera dai sintomi di questa patologia.
Per la Psoriasi/Eczema il Neem è particolarmente efficace perchè idrata e protegge la pelle mentre lavora per guarire l'irritazione, la desquamazione, le lesioni.
Si consiglia in questo caso di lavarsi inizialmente con Sapone al Neem o Shampoo al Neem se la pelle è molto delicata in modo da eliminare batteri e cellule morte; successivamente si massaggia giornalmente, la parte colpita, con l'Olio di Neem fino a completo assorbimento.
Usato come shampoo il Neem è anche un ottimo rimedio per i pidocchi.
E' un ottimo pesticida naturale utilizzabile contro un gran numero di parassiti. In India i passeri aggiungono foglie di Neem ai loro nidi per evitare infestazioni da parassiti: il loro è istinto e capacità di fare dell'esperienza una lezione.
L'Olio di Neem contiene molecole in grado di sostenere l'idratazione, la rigenerazione e ristrutturazione, divenendo così un efficace prodotto per le più comuni affezioni dermatologiche.
Anche i problemi delle gengive possono essere alleviati grazie all'attività antinfiammatoria dovuta alla presenza di agenti inibitori delle prostaglandine; l'Olio risolve molte affezioni del peridontio.
Anticamente i rametti di Neem venivano masticati ogni giorno da milioni di indiani, come fanno gli americani oggi con il Chewingum (ma non credo proprio che quest'ultimo abbia qualche effetto curativo o preventivo come ci fanno credere a volte con la pubblicità); oggi l'Olio di Neem si usa in paste dentifricie che, oltre all'attività detta sopra, contrastano la formazione della placca batterica (azione antibatterica) e imbiancano notevolmente i denti.
ACNE. Fra i ceppi patogeni inattivati dal Neem vi sono la Salmonella Tifi e lo Stafilococco Aureo che è responsabile delle tipiche manifestazioni acneiche, spesso caratterizzate da ascessi e pustole dolenti; ecco perchè il Neem viene usato per il trattamento topico dell'Acne. Lo Stafilococco Aureo è inoltre responsabile di peritoniti, cistiti, meningiti e purtroppo risulta resistente alle penicilline e altri antibiotici specialistici. Il Neem, per fortuna o grazie alla Natura, è un multi-complesso e perciò sfugge alla capacità dei batteri di produrre resistenze.
Attività antifungina:  il Neem è efficace contro 14 tipi di funghi. L'Olio di Neem è in grado di inibire il Trichosporum (infezioni del tratto gastro-intestinale) e il Geotrichum (infezioni ai bronchi, polmoni e membrane mucose). Si è inoltre confermata la maggior efficacia e sicurezza (dovuta ad assenza di effetti collaterali) di impiego contro Candida Albicans (presente normalmente nel muco ma dannosa se in eccesso di proliferazione, con lesioni alla bocca, vagina, pelle, mani e polmoni. In realtà il problema della Candida è molto complesso e meriterebbe un approfondimento a parte che si può fare con la consultazioni di testi specifici sull'argomento, citandone uno per tutti : Guarire le infezioni da Candida).
Infiammazioni:  i limonoidi e le catechine contenute nel Neem sono dei potenti inibitori dei processi infiammatori acuti. Il Neem trova impiego nell'abbattimento dei dolori da strappi muscolari, artriti, reumatismi. L'effetto è uguale a quello ottenuto con prodotti come Fenilbutazone e Cortisone.
Potente antisettico: viene usato in casi di ustioni, estese, ferite infette e per stimolare la cicatrizzazione e ricostruzione dei tessuti. Ottimo nelle ulcerazioni.
Azione Antivirale: il Neem ha dato ottimi risultati nel trattamento dell'Herpes Virus (labiale e corporeo).
Antiparassitario contro i parassiti del cuoio capelluto (i pidocchi ad esempio), gli acari della scabbia; ottimo repellente contro insetti, soprattutto le zanzare.
Antiforfora: è eccellente, esistono infatti ottimi Shampoo Antiforfora al Neem


mercoledì 13 luglio 2016

Olio di Neem: in un unico prodotto una vera Farmacia!

Il NEEM conosciuto nel mondo anche con i nomi Morgosa, Nimba, Lillà d'India. NIM è il nome popolare dato in India anticamente in onore della dea Neemari, e Neem è la sua translitterazione dall'inglese. 
L'Azadirachta Indica ,conosciuto da almeno il 2000 a.c., è il nome scientifico dell'albero sempreverde a crescita rapida che richiede poche cure e si adatta bene in terreni poveri. 
In sanscrito era detto "Arishta" l'albero che "Allevia le malattie".



Raggiunge anche 30 metri di altezza e può vivere fino a 300 anni. Ha una chioma arrotondata, corteccia di colore marrone scuro e foglie composte. Sulle ascelle fogliari si producono numerose infiorescenze a pannocchia con petali bianchi dal profumo dolciastro. Dopo il quinto anno di età la pianta inizia a produrre i frutti: drupe gialle contenenti uno o più semi in un nocciolo duro dal quale si ricava l'Olio.
Originario dell'India e della Birmania, quest'albero è sto successivamente introdotto in Africa Occidentale, nelle Fiji, nelle isole Mauritius, in Arabia Saudita, in America centrale e meridionale, nelle isole Caraibiche.
Il suo legno è inattaccabile dalle termiti (e questo già ci dà un'idea delle proprietà antiparassitarie dei principi attivi di questa pianta) ed è utilizzato in edilizia e falegnameria.
Tutte le parti della pianta, dalle foglie alle radici, corteccia, legno, polpa dei frutti, fiori, contengono sostanze medicamentose, ma la maggior concentrazione e varietà si trova nei semi.

COMPONENTI BIOCHIMICI del NEEM
I composti rilevati nel Neem coprono una vasta gamma di molecole:
Polisaccaridi, composti fenolici con catechine, vari limonoidi, genudina (agisce come il chinino, antimalarico), polimeri quassionoidi, acido nimbico e nimbidina (con al seguito nimbinolo, nimbina e nimbinina), azadirachtina (vari tipi), composti di Zolfo (corresponsabile del forte aroma agliato), salanina (insetticida), composti di potassio e Fosforo, Carotene, Vitamina C, Vitamine del Gruppo B (fra cui Niacina), Calcio, Ferro margosina, Acido tannico, flavonoidi (fra cui quercitina), meliantriolo, circa 100 tra tetranortriterpenoidi-pentanortriterpenoidi, hexanortriterpenoidi-non terpenoidi, betasitosterolo, n-hexacosanolo, nonacosane, aflatossine (mycotossine, che possono essere tossiche in caso di ingestione sopra i limiti consentiti e prolungati; ininfluenti nell'uso esterno). Le aflatossine sono presenti nell'olioi non raffinato e di cattiva qualità (a causa del terreno, stato dei semi, lavorazione); ecco perchè è importante scegliere un olio di qualità, quindi attenzione ai prodotti a basso costo che sono sempre attraenti.
La composizione dell'Olio in Acidi grassi è la seguente:
Acido Oleico (41%); Stearico (20%); Linoleico (20%); Palmitico (18%; Linolenico (1%).
scienziati ricercatori di tutto il mondo hanno sperimentato gli effetti terapeutici del Neem, dichiarati dalla tradizione popolare indiana Ayurvedica, Unani e applicata anche alla Omeopatia.
Vengono citati in varie occasioni: affezioni del sangue, epatiti, disturbi oculari, cancri, ulcere, costipazioni, diabeti, indigestione, insonnia, mal di stomaco, eruzioni cutanee, bruciori, colera, gengiviti, malaria, morbillo, nausea, morsi di serpenti, reumatismi e sifilide. 
Ulteriormente: proprietà antisettiche, astringenti, emollienti, febbrifughe, calmanti, diuretiche, parassiticide, pidocchicide, purgative, sedative, stomachiche e toniche.

Non per questo l'Olio di Neem deve essere usato in modo indiscriminato e senza un controllo e consiglio di una persona qualificata. Certo non bisogna aspettarsi che il Dermatologo al quale ci si rivolge per una qualche affezione cutanea, Psoriasi compresa, ci prescriva l'Oli di Neem; sarebbe un caso più unico che raro, segnalatemelo! Grazie.
Nel prossimo post darò informazioni sui Poteri curativi del Neem.

venerdì 8 luglio 2016

OMEOPATIA: una descrizione chiara e trasparente di Tiziano Terzani

L'OMEOPATIA è stato uno degli interessi di Tiziano Terzani nel suo lungo viaggio alla ricerca di rimedi alternativi a quelli Chimici e Tossici che consapevolmente ha utilizzato o ha permesso che venissero utilizzati contro il suo male. Nel suo tentativo soprattutto di capire i perchè del male del secolo, (e se andiamo avanti così del millennio!): il cancro, Terzani si è imbattuto nell'Omeopatia. Avendo sperimentato l'Omeopatia come un aiuto al suo stato emotivo, quasi di depressione in un momento così difficile della sua vita, ed avendone riscontrato i benefici nel miglioramento del suo umore, Tiziano Terzani si è domandato se l'Omeopatia poteva essere in grado di portare benefici anche per il cancro. Nel suo libro "UN ALTRO GIRO DI GIOSTRA - Viaggio nel male e nel bene del nostro tempo , Terzani approfondisce la storia e il destino dell'Omeopatia che trovo possa essere utile per molti al fine di capire di cosa si tratta e perchè l'Omeopatia è stata ed è tutt'ora tanto tartassata dai vari tentativi di screditarla e di porla nel dimenticatoio.
E' certo che, come in tanti altri casi, si cerca sempre di farne una moda e di sfruttare al massimo sempre tutto, soprattutto per creare dipendenze e quindi business, soldi. La Vera Omeopatia, così com'è stata ideata è molto probabilmente qualcosa di ben diverso da quell'OMEOPATIA intuita e sperimentata dal suo fondatore Hahnemann.
Mi fido di quello che Tiziano Terzani scrive nel suo libro a riguardo perchè traspare un quadro estremamente rigoroso e dettagliato, ma altrettanto coinciso e chiaro su questa Medicina alternativa, molto alternativa, forse troppo alternativa ed efficace per essere accettata dalla Scienza ufficiale e dalla nostra Medicina Occidentale.
Ecco cosa scrive T. Terzani nel suo libro, dopo aver sperimentato gli effetti benefici dei rimedi Omeopatici che aveva assunto:

>>> Tornai a New York decisamente più calmo e sereno. Le goccioline erano state magiche; la mia curiosità per l'omeopatia era cresciuta. Tutto ciò che aveva a che fare con questo tipo di medicina sembrava andare contro la ragione, contro ogni buon senso, ma era affascinante. Soprattutto non era aggressivo.
E le domande cominciarono a porsi. Poteva il "rimedio" che aveva agito così bene sul mio umore fare qualcosa per il mio cancro? Potevano quelle goccioline stimolare la mia forza vitale e ridare equilibrio e saggezza al mio sistema immunitario impazzito? Tutte le terapie suggerite dagli aggiustatori (Tiziano si riferisce con questo termine ai medici americani che l'avevano in cura) avevano effetti secondari devastanti e pericolosi. Quelle Omeopatiche erano assolutamente innocue.
Sapevo di non avere tempo per fare esperimenti con la magia. ma i dubbi sulla radioterapia che stavo per cominciare mi vennero. Magari fra duecento anni anche gli aggiustatori dell'MSKCC (l'istituto americano dove era ufficialmente in cura Tiziano) saranno visti come dei primitivi e le loro terapie come dei supplizi che alla lunga fanno fra i pazienti più vittime di quanti ne salvano, mi dicevo. Avevo cominciato a leggere di Omeopatia e mi resi conto che era nata fra il Settecento e l'Ottocento da un senso di repulsione contro il modo in cui i malati venivano trattati: tenuti a letto e sottoposti a un regime di vera tortura a base di salassi e di purghe.
Per quasi quindici secoli la medicina si era fondata sulla convinzione che la malattia fosse provocata da veleni, spesso descritti come "umori", che andavano espulsi dal corpo con ogni mezzo: non solo con i naturali organi di secrezione, ma anche con metodi artificiali. Di questi il più frequente era il salasso, affidato a sanguisughe applicate a varie parti del corpo. ......
Fu a quel tempo che Samuel Hahnemann, medico tedesco con una formazione anche di chimico, nato a Meissen in Sassonia nel 1755, indignato nel vedere come la sua professione trattava  pazienti,  pensò di capovolgere l'intero approccio alla malattia e di sviluppare una terapia che ... non uccidesse i malati. Solo mettendo un freno alle pratiche assassine della vecchia medicina, Hahnemann salvò tantissima gente e questo sarebbe stato, secondo i suoi critici, l'unico merito dell'omeopatia. Ovviamente c'era ben altro.
Hahnemann era un attento osservatore della natura, un vero scienziato. Si accorse, ad esempio, che l'insorgere in un paziente di una nuova malattia, finiva, a volte, per curargliene una vecchia.
Tornò per questo a studiare un principio noto a molti popoli del passato: curare il simile col simile. Lo conosceva Ippocrate nella Grecia del IV secolo prima di Cristo, l'aveva riscoperto Paracelso nel Rinascimento, l'avevano usato i cinesi, i maya e i pellirossa. In India è ancora parte della tradizione ayurvedica e tutti gli indiani conoscono la storia di Bhima, uno dei protagonisti del Mahabharata, che si salva da un avvelenamento facendosi mordere da un serpente velenoso.
Il primo esperimento Hahnemann lo fece su se stesso. Scoprì che l'estratto di una certa corteccia (Cinchona) produceva in una persona sana gli stessi sintomi prodotti dalla malaria. Dando piccole dosi di quell'estratto a una persona affetta da malaria, vide che quella guariva. La conclusione era ovvia: somministrando una piccola quantità di "malattia" si fanno insorgere i sintomi della malattia stessa e con ciò si stimola il corpo a difendersi e a guarire. Niente di balordo: i vaccini che oggi diamo per scontati funzionano esattamente così. Forse funziona così lo strano sistema con cui le popolazioni tribali del Gujarat, in India, curano l'idrofobia: prendono le zecche del pelo del cane che li ha morsi e le bevono con un po' di acqua.
Per Hahnemann si trattava, attingendo all'infinita farmacopea disponibile nella natura, di studiare quali erano i "sintomi" che un elemento animale, vegetale o minerale era in grado di provocare. Scoprire quale elemento provocava quali sintomi, poteva significare aver trovato un nuovo rimedio.
Prima i suoi familiari, poi alcuni volontari aiutarono Hahnemann in quest'impresa. Ognuno di loro, dopo aver preso una minima dose di un qualche estratto, doveva tenere un diario dettagliato delle proprie reazioni non solo fisiche, ma anche emotive. Da questo materiale Hahnemann trasse l'importante constatazione che ogni persona reagisce diversamente a tutto quello che le accade, compresa la malattia: sia quella spontanea che quella indotta da una qualche sostanza. Ogni malattia, è vero, produce alcuni sintomi che sono comuni a tutti, ma non tutti i sintomi della stessa malattia sono uguali in tutte le persone. Questo succede perchè ognuno di noi ha un modo suo e irripetibile di reagire. " Ogni malato soffre di una malattia che non ha nome, una malattia che non si è mai verificata prima e non si verificherà mai poi nello stesso modo e nelle stesse circostanze" , scriveva Hahnemann.
Da qui la regola fondamentale dell'Omeopatia: occuparsi del malato, dei suoi sintomi, della sua percezione della malattia; non della malattia in sè. Tanti possono avere il mal di testa, ma ognuno ha le proprie ragioni per averlo. L'aspirina può togliere quel sintomo a tutti, ma ognuno resterà con la propria ragione del suo mal di testa. E quella ragione, prima o poi, troverà altri modi di esprimersi.
Per il medico omeopata è importantissimo capire il paziente. Per questo deve osservarlo attentamente, ascoltarlo. Le parole che un paziente usa nel descrivere la propria condizione, i propri sintomi, specie quelli insoliti, sono molto più importanti dei segni obiettivi che la malattia gli lascia addosso. L'aspetto di una persona, le sue abitudini, le sue preferenze nel cibo, i suoi umori sono determinanti per la definizione omeopatica della persona stessa.
Fu leggendo di Hahnemann e delle sue ricerche che capii quali ragionamenti Mangiafuoco (il soprannome che Tiziano aveva assegnato al suo omeopata) aveva fatto su di me. Prendendo per particolarmente significativo il mio modo di vedere il mondo come attraverso un caleidoscopio, mi aveva giudicato una persona instabile, soggetta a grandi fiammate e a grandi raffreddamenti, pronta a prendere fuoco come il fosforo e a spegnersi subito. Aveva però anche preso sul serio il mio desiderio di mettere sotto controllo quel caleidoscopio. Per lui ero quindi una personalità "fosforica", ma anche una persona con i piedi per terra, ossia, in termini omeopatici, "calcarea". Da qui il rimedio che mi aveva prescritto. Seguendo il sistema di Hahnemann, che classificava ogni paziente col nome del "rimedio" più indicato per lui, io nella cartella clinica di Mangiafuoco ero un Calcarea Phosphorica.
Questo è un punto importante nell'Omeopatia: il paziente non viene definito in base alla sua malattia, ma in base ai suoi sintomi e al suo rimedio. Ad esempio: un malato che ha i sintomi sia fisici sia mentali prodotti in una persona sana, diciamo, dal rimedio Belladonna, viene chiamato un "paziente Belladonna". In linea di principio una volta identificato il rimedio adatto ad una persona, quello resta il suo rimedio per sempre, qualunque siano le malattie da cui è afflitto. Dunque ad ogni paziente il suo rimedio. E questo del rimedio unico fu un altro notevole contributo dell'omeopatia. La medicina tradizionale usava composti fatti di decine, a volte persino di centinaia di elementi, ognuno con una sua utilità; ma non sapeva se questi elementi erano in contraddizione fra loro e comunque ignorava quali potevano essere le conseguenze della loro combinazione. Succede ancora oggi: si prendono combinazioni di varie medicine, ognuna delle quali è di per sè una combinazione, senza ben sapere quali siano le reazioni che il loro accostamento può scatenare.
Hahnemann mise fine a tutto ciò con la regola di usare un solo rimedio alla volta. Se il primo non funziona, se ne prova un altro  e poi un altro ancora. Ma sempre uno per volta, così che se ne possano studiare gli effetti, cioè i sintomi, che produce nel paziente.
La somma di questa conoscenza, frutto di esperimenti fatti con le più varie sostanze su persone sane, non malate*, costituisce "Materia Medica", la bibbia di ogni omeopata.
* Hahnemann aveva capito una cosa importante: non solo che gli esseri umani ammalati reagiscono alla stessa sostanza diversamente dai sani, e che gli animali reagiscono diversamente dagli uomini, ma anche che una specie animale reagisce diversamente da un'altra. La morfina, ad esempio, fa vomitare un cane, ma eccita un gatto; l'aconito uccide una pecora, ma non fa niente ad una capra; l'antimonio è letale per gli uomini e per tanti animali, ma non per gli elefanti e le marmotte.
L'altro enorme vantaggio dei "rimedi" era ed è che non c'è da preoccuparsi dei loro effetti collaterali. Non ne hanno. Le diluizioni sono assolutamente innocue. Al contrario delle medicine allopatiche, tutte con avvertenze scarica-responsabilità di tenerle lontane dalla portata dei bambini, i rimedi non rappresentano alcun pericolo. Un bambino che ne bevesse anche una boccetta non avrebbe bisogno di lavanda gastrica.
Hahnemann aveva una visione antica, e in questo senso anche new-age, dell'uomo e del suo essere al mondo. L'uomo era per lui un essere composito, un'entità multidimensionale, non solo fatta di materia, ma anche di coscienza e di intelligenza. "La mente è la chiave di volta dell'uomo" scriveva. Per questo anche la malattia, in quanto fenomeno biologico di una vita alterata, era da vedere nell'insieme della persona. " E' il paziente ad essere ammalato, non i suoi organi". Aveva detto la stessa cosa Ippocrate; dicono lo stesso oggi gli esponenti di ogni cosiddetta "medicina laternativa", gli olistici.
Per giunta, secondo Hahnemann, il compito medico aveva un fine più alto del semplice ristabilire la salute fisica. " Nell'uomo allo stato normale", scriveva nel 1810, "la forza vitale-spirituale anima il corpo materiale. Questa forza governa l'insieme dell'organismo e ne mantiene le varie parti in un'ammirevole armonia affinchè la mente che lo abita possa usare liberamente di questo sano e vitale strumento per il fine superiore della nostra esistenza". Il corpo, insomma, era per lui molto di più che una macchina.
Un altro aspetto importante dell'omeopatia è, fin dai tempi di Hahnemann, l'uso di piccolissime dosi o in alte diluizioni - le cosiddette "potenze"- delle sostanze che sono alla base dei "rimedi".
All'origine ci fu la necessità di sperimentare veri e propri veleni, come il cianuro o l'arsenico, somministrati in minime quantità. Ma a forza di sperimentare, diluire gli estratti sempre più, Hahnemann si convinse che anche nella diluizione le sostanze continuavano ad esercitare sul corpo il loro effetto stimolante. Anzi, si accorse che la potenza di una diluizione aumentava ogni volta che questa veniva ulteriormente diluita e scossa cento volte -" dinamizzata", come diceva lui - e poi di nuovo diluita e di nuovo scossa . Da qui la conclusione cui Hahnemann arrivò negli ultimi anni della sua vita: il rimedio è tanto più efficace, quanto più è stato diluito, persino al punto in cui nell'acqua non resta più alcuna presenza rintracciabile della materia originaria.
Ne resta forse la memoria?
I detrattori dell'omeopatia hanno spesso usato questo argomento per dire che i "rimedi" non sono che acqua fresca e che i cosiddetti successi di questa materia sono da attribuire all'effetto placebo.
Ma anche questa argomentazione non è convincente. Un recente studio, pubblicato dalla rivista medica Lancet, ha dimostrato che nel corso di un esperimento fatto, a loro insaputa, su due diversi gruppi di pazienti - uno trattato con rimedi omeopatici, l'altro con sostanze neutre - nel gruppo che aveva ricevuto i rimedi c'erano stati più casi di guarigioni (circa due volte e mezzo) che nel gruppo trattato con nulla.
Eppure i medici classici insistono nell'ignorare tutto ciò che avviene fuori dal ristretto cortile della loro scienza, dicendo che si tratta di "effetto placebo". E usano questa espressione con disprezzo, come se il fenomeno non fosse straordinario: una persona, credendo di venire curata, si cura da sè! Inghiottisce una sostanza assolutamente innocua e, pensando che sia un'efficacissima medicina, guarisce! Ma questa è la prova lampante del potere della mente sulla materia. Gli scienziati certo non sono pronti ad accettarla perchè con questo si aprirebbe una voragine sotto i piedi della loro attuale concezione del mondo, dell'uomo e del suo corpo.
E poi come parlare di effetto placebo nel caso di neonati o addirittura di animali curati con l'omeopatia? Si, perchè esistono anche veterinari omeopati! Mangiafuoco stesso mi aveva parlato di quelli che nella sua regione lavorano coi produttori di formaggio: per fare del buon parmigiano le vacche debbono avere una forma di sub-mastite e , perchè quei batteri non vengano eliminati dal loro latte, è preferibile che le loro eventuali malattie non vengano trattate con antibiotici.
Il destino dell'omeopatia dopo la morte di Hahnemann, nel 1843, assomiglia a quello delle medicine "alternative" di oggi.
La gente era delusa dei medici tradizionali, trovava barbari i loro metodi e poco ispirante il loro trattare un paziente come fosse un oggetto da tagliare, dissanguare e rimpinzare di complicatissime pozioni. L'omeopatia, come tante pratiche che oggi stanno diventando di moda (fra queste di nuovo l'omeopatia stessa), si presentava come una vera alternativa. I suoi medici prestavano grande attenzione al paziente; i loro rimedi non erano nè aggressivi, nè distruttivi. L'epidemia di colera che colpì l'Europa nella prima metà dell'Ottocento, facendo innumerevoli vittime, contribuì alla buona reputazione dell'omeopatia quando si vide che i seguaci di Hahnemann erano riusciti a far sopravvivere l'80 per cento dei loro pazienti contro il 50 per cento dei pazienti salvati dai medici convenzionali.
Quando Hahnemann morì era famoso, aveva tantissimi seguaci e poteva vantarsi di aver fondato una nuova prassi medica che si basava non sulla diagnosi della malattia ma sulla diagnosi, molto più difficile e comprensiva, del malato; un sistema che non teneva conto solo di alcuni sintomi, ma di tutti i sintomi, Hahnemann aveva con questo messo le basi di una medicina che, al suo meglio, era potenzialmente in grado di curare malattie ancora sconosciute, come l'AIDS.
L'America fu il terreno inizialmente più fertile per l'omeopatia. La sua medicina era stata dominata da personaggi come Benjamin Rush, un uomo che non credeva assolutamente nella forza curativa della natura e che era un fermo sostenitore dell'interventismo chirurgico, della somministrazione di purghe da cavallo e soprattutto di salassi. Di lui si diceva che " aveva sparso più sangue di qualsiasi generale della storia". L'omeopatia rovesciando completamente queste posizioni che andavano allora per la maggiore, diventò estremamente popolare. Già all'inizio del Novecento veniva insegnata in ventidue università, centinaia di ospedali la praticavano, più di mille farmacie ne vendevano i rimedi e circa il 20 per cento dei medici americani si dedicavano a questa nuova scienza.
Negli Stati Uniti l'omeopatia era ormai così diffusa e considerata di tale successo che le assicurazioni offrivano il 10 per cento di sconto a chi vi ricorreva per curarsi. Ma fu proprio questo successo a provocare il declino dell'omeopatia. Le associazioni mediche tradizionali videro i loro membri perdere clienti, l'industria farmaceutica calare i suoi profitti - i rimedi erano a bon mercato e venivano spesso preparati dai medici stessi - e identificarono nell'omeopatia un pericoloso rivale da eliminare al più presto.
Gli attacchi furono senza tregua e nel giro di poco tempo l'omeopatia benne relegata fra le non-scienze. I corsi universitari di omeopatia vennero chiusi, gli omeopati messi al bando. In Europa successe più o meno lo stesso, anche se molte personalità di rilievo, da Mark Twain a Papa Pio X, da Dickens a Goethe, William James e Nathalien Hawthorne, se ne servivano e la stessa famiglia reale inglese, dal 1830 in poi, era ricorsa a rimedi omeopatici.
I progressi fatti dalla scienza medica tradizionale furono un'altra ragione del declino dell'omeopatia in Occidente. Il microscopio e la scoperta dei batteri permisero di indagare sulle cause di ogni singola malattia, e con questo di mettere l'accento sempre più sul particolare, sempre più sulle singole parti del corpo anzichè sul corpo nel suo insieme.
Solo in India, dove arrivò già al tempo di Hahnemann portata dai missionari tedeschi, l'omeopatia ha avuto una sua storia e un suo quasi autonomo sviluppo. Ghandi la definì "il sistema più raffinato, più economico e meno violento di trattare i pazienti" e suggerì al governo di appoggiarla e diffonderla. Così è stato. Nel 1973 l'omeopatia è stata riconosciuta come uno dei sistemi ufficiali di medicina; 162 università indiane offrono oggi corsi di omeopatia e più di 150.000 medici la praticano in ogni angolo del paese: non come vezzo per benestanti o alternativi, ma come la soluzione più accessibile e meno costosa per i problemi di salute dei poveri.
In Occidente, dove la scienza è diventata una sorta di nuova religione, l'omeopatia ha sofferto dell'impossibilità di dimostrare scientificamente la propria efficacia. Nessun chimico o biologo è in grado di trovare un rapporto di causa ed effetto fra la quantità di una sostanza presente - e spesso non più presente - in un rimedio e i suoi effetti curativi. Ma è proprio questa interpretazione meccanicistica e molecolare della realtà biologica che l'omeopatia mette in discussione! Scienza e omeopatia parlano due lingue diverse. Come possono intendersi?
Nel dopoguerra questo dialogo fra sordi si è ulteriormente complicato. La ricerca scientifica ha fatto enormi progressi e la pratica medica ha accettato come un'indiscutibile verità che la malattia è dovuta all'alterazione di un meccanismo molecolare e che la terapia consiste nel modificare o sostituire la molecola con farmaci introdotti nel corpo del paziente: chiunque esso sia, qualunque cosa provi, pensi, creda ... o sogni. Giusto il contrario della concezione omeopatica!
L'omeopata non pensa in termini di malattia, ma di paziente, e non concepisce la sua terapia come un intervento dall'esterno nel corpo. Anzi. Il suo rimedio è solo uno stimolo perchè il corpo si curi da solo, dall'interno. Nella concezione omeopatica la terapia agisce appunto dall'interno verso l'esterno, dall'alto verso il basso, dagli organi più importanti verso quelli secondari, procedendo nell'ordine inverso a quello del manifestarsi dei sintomi. Un rimedio giusto comincia cioè a far scomparire per primi gli ultimi sintomi provocati dalla malattia; poi gli altri, a ritroso. Per questo la comparsa nel paziente di vecchi sintomi è considerata un buon segno: significa che il trattamento funziona e che il processo di risanamento è nella fase conclusiva.
Tutto questo è strano e interessante, ma è anche inaccettabile per una mente normalmente scientifica. Un medico classico, abituato alla sua prassi, trova assurda la storia raccontata da un omeopata come esempio di una guarigione dovuta alla considerazione del paziente nella sua totalità anzichè nella sua malattia. 
Una signora di 70 anni è costretta da una grave osteoporosi a vivere su una sedia a rotelle. Nel corso della conversazione con l'omeopata la signora dice di fare quasi ogni notte lo stesso sogno: si vede cadere da una grande altezza. L'omeopata si concentra sul ricorre di questo sogno e decide di darle un rimedio che ha a che fare con quel "sintomo" e non con la sua condizione fisica. Dop qualche tempo la signora lascia la sedia a rotelle e riprende a camminare.
Guarigione dovuta alla diluizione di qualche incongrua sostanza prima di andare a letto? Impossibile, dicono i medici-scienziati, buttando - ingiustamente - l'omeopatia nello stess ocalderone delle follie pseudoterapeutiche come la piramidologia, l'automassaggio o la psicoginnastica.
Indubbiamente l'omeopatia soffre della sua reputazione di magia, peggio ancora, di stregoneria.
Nel migliore dei casi la sua pratica viene scartata e derisa perchè, alla fine dei conti, con le sue diluizioni, non sarebbe che acqua fresca.
Ma cosa sapiamo poi dell'acqua? Positivisti come siamo diventati ci pare assurdo che l'acqua possa contenere informazioni su elementi o sostanze che nell'acqua ci sono state, ma non ci sono più. Sappiamo forse qualcosa su ciò che un evento lascia nel luogo in cui è avvenuto? Su quel che le cose, le sostanze, o le molecole di quelle sostanze possono comunicare?
Nonostante la nostra pretesa di capire e il nostro altezzoso disprezzo per tutto quel che non è scientifico, continuiamo a sfruttare ciò che ci serve anche se non capiamo come funziona. I medici-scienziati, ad esempio, sono tornati ad usare l'elettroshok nel trattamento di certe malattie mentali pur non avendo ancora un'idea di che cosa provochi gli effetti desiderati. Eppure lo fanno con la stessa fiducia con cui le massaie stendono i lenzuoli sui prati  nelle notti di luna piena perchè sanno che s'imbiancano meglio che con il detersivo. Allo stesso modo gli indiani continuano a bere al mattino un bicchiere d'acqua che durante la notte è stata in un recipiente di rame dal quale avrebbe tratto una benefica "energia". Cominciarono a farlo secoli fa, quando forse ne sapevano meglio il perchè. 
Il primo passo di ogni grande sapere è il sapere di non sapere. 
E' un passo quello che, a suo modo, la scienza più moderna e più spregiudicata sta facendo accettando ad esempio la teoria del caos, secondo cui un insignificante avvenimento in una parte del mondo può avere ripercussioni catastrofiche e non immaginabili in un'altra. La scienza sta accettando anche che, contrariamente a tutto ciò che ha pensato finora, non esiste una osservazione oggettiva, in quanto persino gli oggetti più inanimati non restano indifferenti all'essere scientificamente osservati: reagiscono!
Quel che sappiamo del nostro mondo è una frazione infinitesimale rispetto a tutto quel che non sappiamo. A pensarci bene, nonostante i grandissimi progressi fatti dalle nostre scienze, siamo circondati dai fenomeni che non capiamo, fenomeni di cui non sappiamo minimamente che cosa possono significare o nascondere." <<<

Eppure aggiungo io si continua fare finta di niente sui risultati che si ottengono con le "medicine alternative"; si ignora e si evita volutamente di approfondire anche da un punto di vista scientifico, perchè questo disturba enormemente i risultati finanziari delle multinazionali legate al mondo scientifico della salute, anzi, che ce l'anno in mano e lo tengono stretto!


Un Altro Giro di Giostra Tiziano Terzani Un Altro Giro di Giostra
Viaggio nel male e nel bene del nostro tempo
Tiziano Terzani

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