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lunedì 12 agosto 2013

Terapia miracolosa: Placebo, il potere della mente per curare il corpo.

Conosco il farmaco più potente al mondo, quello più a largo spettro perché funziona per tutte le malattie, quello più efficace perché a bassissime dosi ti può dare i migliori risultati, quello che costerebbe quasi 0 (mettici il simbolo della moneta che vuoi perché c'è in tutto il mondo ma il costo è sempre quello!), quello con 0 effetti collaterali (a meno che non decidi di averne tanti quanti ne vuoi), quello che le industrie farmaceutiche vorrebbero che non esistesse perché è il loro più potente e agguerrito concorrente dato che non è brevettabile e non è proprietà di nessuno, anzi è di tutti: si chiama PLACEBO. Almeno così è stato definito fin dai tempi più remoti quando per convalidare l'utilità di un nuovo farmaco sono stati creati i cosiddetti studi clinici dove l'efficacia del farmaco deve essere valutata confrontandone i risultati terapeutici rispetto a quelli di una "pillola" identica al farmaco ma non contenente alcun "principio attivo" (pillole "inerti" per essere chiari, zuccherino, o presunte tali).

La definizione che ne da wikipedia è la seguente:
"Per placebo si intende ogni sostanza innocua o qualsiasi altra terapia o provvedimento non farmacologico (un consiglio, un conforto, un atto chirurgico) che, pur privo di efficacia terapeutica specifica, sia deliberatamente somministrato alla persona facendole credere che sia un trattamento necessario.
Per effetto placebo si intende una serie di reazioni dell'organismo ad una terapia non derivanti dai principi attivi, insiti dalla terapia stessa, ma dalle attese dell'individuo. In altre parole, l'effetto placebo è una conseguenza del fatto che il paziente, specie se favorevolmente condizionato dai benefici di un trattamento precedente, si aspetta o crede che la terapia funzioni, indipendentemente dalla sua efficacia "specifica". L'effetto placebo contribuisce non poco anche all'efficacia di una terapia specificamente attiva: per discriminare tra queste due componenti si progettano gli studi clinici controllati contro placebo che quando possibili anche sotto il profilo etico sono considerati il gold standard della ricerca clinica. L'effetto placebo è fortemente influenzato da una serie di variabili soggettive quali la personalità e l'atteggiamento del medico (iatroplacebogenesi) nonché le aspettative del paziente."
Ma dietro a questo "farmaco" miracoloso cosa ci sta?
La misteriosa e inafferrabile MENTE umana.
Dell'effetto placebo se ne parla poco e velocemente nelle aule di Medicina delle Università; i futuri medici si devono concentrare di più sulle materie più importanti (ironicamente parlando) come la Farmacologia e la Chirurgia.
L'effetto placebo invece dovrebbe essere uno dei temi più importanti presentati ai futuri medici, perché questo argomento riguarda il "potere delle nostre risorse interiori" che sono più potenti di ogni altra terapia medica e nessuno ce ne può privare, costituendo una risorsa sempre a disposizione di chiunque ne abbia bisogno e nel momento più opportuno, a costo 0.
Purtroppo invece è vero il contrario, il potere della mente viene non solo trascurato nelle aule di Medicina, ma si insegna agli studenti futuri medici che i benefici contro le malattie a favore della salute, si ottengono solo con l'intervento di migliaia, centinaia di migliaia, milioni, di molecole estranee al nostro corpo, utilizzandole semplicemente per spegnere altrettanti "sintomi" e senza curarsi di quale sia la causa vera.
Se si riuscisse a scoprire come attivare l'effetto placebo, si darebbe in mano a medici e terapeuti uno strumento molto potente ed efficace, fondato sull'energia interiore e soprattutto privo di effetti collaterali. Ma qui stiamo esagerando! Tutto questo sarebbe contrario ai principi della moderna Medicina che di tutto questo ne fa volentieri a meno, anzi cerca consapevolmente di ignorarlo perché questo vorrebbe dire "la fine della Medicina allopatica e del business della Sanità". 



E tanto è vero che si sa anche che le case farmaceutiche reclutano i pazienti adatti agli studi clinici che devono intraprendere, studiando i pazienti sotto il profilo della suggestionabilità per cercare di escludere quelli che darebbero dei "placebo positivi".
Semplice no? Tolgo quelli che mi potrebbero dare fastidio! Che figuraccia ci farebbero se i risultati dei test clinici mostrassero una quantità elevata di guarigioni con delle semplici pillole di zucchero quando i loro costosi studi di ricerca sono durati anni per arrivare ad avere l'autorizzazione per portare il loro nuovo potenziale farmaco allo studio su pazienti ammalati (ma ancora vivi).
Il numero di persone potenzialmente sensibili all'effetto placebo corrisponderebbe ad 1/3 della popolazione, quindi il gioco di esclusione dagli studi clinici è davvero duro ma ce la si può fare e ne vale anche la pena!
Perché il PLACEBO funziona? Semplicemente perché il paziente CREDE che funzioni! E quando la mente crede si mette in moto il più potente meccanismo che si conosca, tanto che a vincere sul corpo sarà sempre Lei, la nostra Mente.
L'effetto Placebo è talmente potente che funziona anche con la chirurgia, altra branca importante tanto quanto malamente sfruttata, della medicina. Non credo che ci sia bisogno di ricordare gli scandali che hanno accompagnato le vicende legate al business che ci sta dietro (ricordate le protesi di seconda mano? le operazioni chirurgiche inutili prescritte ed eseguite su pazienti sani? ecc, ecc?).
I chirurghi dicono che l'effetto placebo non esiste ma che dire di questo meraviglioso studio della Baylor School of Medicine pubblicato nel 2002 sul New England Journal of Medicine relativo ad interventi chirurgici fatti su pazienti affetti da gravi dolori alle ginocchia (Bruce Moseley et al. 2002). Questo studio prevedeva di sottoporre un parte di un gruppo di pazienti ad un "finto intervento" eseguendo tutte le attività chirurgiche previste dal protocollo di intervento ma senza completare la parte vera e, fino ad allora, considerata risolutiva dell'intervento al ginocchio. Trascorso il tempo standard di intervento il paziente veniva ricucito e sottoposto a terapia postoperatoria e rieducativa come gli altri pazienti operati "veramente". Il risultato sorprendente fu che i pazienti "finti operati" migliorarono come gli altri che invece erano stati sottoposti ad intervento regolare; grazie all'effetto placebo i pazienti poterono riprendere a giocare anche a basket senza più l'uso di appoggi o strumenti per sorreggersi come erano costretti a fare prima del "finto intervento".
Oltre che ad essere efficaci nella cura di malattie croniche anche importanti, il placebo funziona molto bene nella cura della Depressione media o moderata al punto che un famoso Psichiatra Walter Brown propose l'uso del placebo per curarle (Brown 1998). Pensate che nel caso della Depressione grave la percentuale di miglioramento dei pazienti trattati con farmaco è del 50% mentre quelli trattati con Placebo è del 32% (Horgan 1999); la differenza tra i due gruppi è che chi è trattato con farmaco sperimenta gli effetti collaterali, quelli con placebo no.
Il Prof. Irvin Kirsch dell'Università del Connecticut sostiene che l'80% dell'effetto dei farmaci antidepressivi constatato dalle sperimentazioni è dovuto all'effetto placebo.
I dati sugli studi clinici dei 6 più diffusi farmaci antidepressivi, ci dicono che in più della metà dei test i farmaci davano gli stessi risultati delle "pillole placebo". Interessante vero?
L'effetto placebo che i farmaci antidepressivi portano con sé è dovuto all'abile attività dei professionisti del Marketing che riescono a pubblicizzare molto bene i loro prodotti; i potenziali pazienti riescono a "credere veramente" nell'efficacia del farmaco al punto tale da attivare il loro potenziale interno e avere i benefici mediante l'effetto placebo.
Fate mente locale alle pubblicità televisive dei farmaci da banco, quelli vendibili senza prescrizione medica, quelli acquistabili per la cosiddetta "automedicazione": con quanta cura viene costruita la scena che mostra i benefici del farmaco pubblicizzato e con quanta cura viene detta "molto velocemente" la frase obbligatoria finale in cui si sottolineano i possibili "effetti collaterali anche gravi". State certi che chi andrà in farmacia non si ricorderà affatto di questo finale ma si ricorderà dei benefici effetti tanto esaltati nella parte lunga dello spot pubblicitario. Il nostro subconscio avrà memorizzato solo la prima parte che con tanta arte occulterà il finale disastroso e preoccupante al punto da non emergere mai più.
Chi crea le pubblicità dei farmaci conosce bene il potenziale della mente umana ma anche i punti deboli.

I pazienti credono che gli antidepressivi funzionino, 
quindi funzionano.
Andando anche oltre, e allo scopo di far comprendere il potenziale di questa energia guaritrice, dovete pensare che quando i pazienti reclutati per gli studi clinici vengono informati dei possibili effetti collaterali che emergono durante l'assunzione del "farmaco o del placebo" durante la sperimentazione, sorprendentemente anche chi assume il placebo manifesta gli effetti collaterali.
E' venuto il momento di tirare una conclusione: le cosiddette medicine, sono davvero necessarie?
Abbiamo dentro di noi la forza più potente che sia mai stata data ad un essere vivente; essa viene ignorata e opportunamente poco se ne parla. Quasi nessuno se ne occupa finanziando ed eseguendo dei veri studi per scoprire quanto più possibile su questo miracoloso potenziale; il motivo è uno solo, ed è che è troppo pericoloso per il Business della Salute!
Sono certo di una cosa: quando anche l'uso della propria mente potrà essere "brevettabile" dalle industrie farmaceutiche, si spenderanno montagne di soldi per studiarlo.
Pensate con attenzione a quello che ho scritto.