Riporto il
testo di un articolo di ALTROCONSUMO,
molto interessante e rappresentativo del livello di rischio a cui ancora oggi
l'uso di carni di animali da allevamenti intensivi sottopone la salute
pubblica.
Ci tengo che
queste indagini vengano divulgate il più possibile perchè ci danno l'idea della
dimensione del problema, putroppo solo quando qualcuno di veramente grande si
prende la briga di approfondire questi temi con test e risultati veramente
degni di attenzione. L'unico consiglio personale per bypassare il problema
senza rischi è vedere di persona chi e come alleva gli animali (se proprio non
potete fare a meno di mangiare carne); tuttavia la mia esperienza personale e i
risultati dei miei studi mi dicono che la soluzione definitiva per
salvaguardare la propria salute in toto è la dieta Vegana che ovviamente seguo
(e ovviamente mi permette di vivere in piena salute fisica, mentale e
spirituale). Questa associata all'uso di prodotti BIOLOGICI risulta essere il connubio più efficace per la prevenzione e la cura di tantissime malattie anche cronico degenerative.
A seguire in corsivo il testo dell'articolo di ALTROCONSUMO che ringrazio per ciò che fa.
Allevamento intensivo di polli (foto aggiunta da me) |
" Alcuni batteri negli animali
possono sviluppare un meccanismo di resistenza a questi farmaci. Li abbiamo
cercati nella carne di pollo e nell'84% dei casi li abbiamo trovati. Con la
diffusione di batteri resistenti, c'è il rischio che gli antibiotici perdano il
loro effetto anche negli uomini. Abbiamo segnalato il tutto al ministero della
Salute.
In seguito al trattamento degli
animali con antibiotici, usati per curarli dalle malattie, i batteri che vivono
nel loro tratto gastrointestinale possono diventare resistenti al farmaco e
contaminare il cibo e l'ambiente. Infatti, abbiamo trovato batteri resistenti
agli antibiotici nell'84% dei campioni di carne di pollo comprati in Italia.
Abbiamo segnalato i risultati della nostra inchiesta al ministero della Salute.
Non necessariamente questi microrganismi
possono farci ammalare, il vero problema è che possono trasmettere il loro
meccanismo di resistenza ad altri batteri presenti nel nostro organismo: senza
seri provvedimenti, che ne limitino l'uso negli allevamenti, gli antibiotici
potrebbero, tra una decina di anni, non riuscire a sconfiggere la maggior parte
dei batteri, anche negli uomini.
Cosa abbiamo scoperto
Abbiamo analizzato 250 campioni di
petti di pollo, cercando alcuni particolari batteri (della famiglia
Enterobatteriacea), più inclini di altri a sviluppare un meccanismo di
resistenza agli antibiotici. Li abbiamo trovati nell'84% dei 45 campioni
comprati in Italia, a Milano e a Roma.
Chiediamo più severità
I risultati del nostro test dimostrano
che il problema della resistenza agli antibiotici è molto diffuso ed è
strettamente legato al tema della sicurezza alimentare: occorre migliorare il
monitoraggio dell'uso di questi medicinali in ambito veterinario con sistemi di
sorveglianza più severi. Serve, inoltre, un sistema che lavori maggiormente sulla
prevenzione delle malattie animali, per ridurre la necessità di usare gli
antibiotici. Non solo: visto i rischi per l'uomo, perché non conservare una
classe di antibiotici da usare solo per gli animali e non per le persone, in
modo da limitare i danni? Queste le richieste girate al ministero della Salute
da cui ci si aspetta interventi chiari e maggiore informazione ai consumatori.
Come difendere l'effetto
degli antibiotici
Affinché gli antibiotici continuino a
proteggerci anche noi possiamo prendere alcune precauzioni, agendo su due
fronti: il corretto uso di antibiotici quando dobbiamo curarci e l'igiene in
cucina. "
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