Sull'ultimo numero (Maggio 2017) di TerraNuova , Eugenio Serravalle, presidente di ASSIS (Associazione di studi e informazioni sulla Salute) scrive una lettera a Roberto Saviano che recentemente si è lanciato in difesa delle vaccinazioni dando numeri e informazioni ben lontane dalla verità con il COMMENTO che trovi sulla sua pagina FB. Serravalle sottolinea nell'articolo di non avere l'abitudine di partecipare a "duelli" via web, astenendosi dal farlo, pubblicando invece su TerraNuova la sua opinione.
Mi sembra opportuno riportare i dati veri sulla questione Morbillo, senza lasciarci fuorviare da interventi inopportuni di chi, per fortuna, si occupa di tutt'altro con grande successo! Utilizzo perciò quanto riportato nell'articolo di Eugenio Serravalle, persona sicuramente più vicina alla verità di qualunque altro.
Saviano afferma infatti che prima dell'introduzione della vaccinazione antimorbillosa, morivano 200 bambini per le complicanze della malattia. Non cita però la fonte di questa informazione, cosa che invece ci si aspetterebbe sempre in interventi come questo; quindi approfondendo l'argomento e andando a leggere il rapporto Unicef-Istat (Mortalità dei bambini ieri e oggi. L'Italia post unitaria a confronto con i paesi in via di sviluppo), a pag. 8, nella tabella 1, è riportato il tasso di mortalità sotto i cinque anni x 1000 nati vivi in Italia: risulta 0 dal 1981, ben prima della vaccinazione di massa. Il tasso era di 10,2 nel 1895, poi è crollato grazie ai profondi cambiamenti del nostro Paese, al miglioramento delle condizioni igieniche, sociali e sanitarie.
Il presupposto del suo (di Roberto Saviano) ragionamento, non ha una base corretta (si veda il sito dell'Unicef a QUESTO link ).
Saviano condivide poi un articolo che, nell'annunciare la triste notizia di un bambino di sei mesi ricoverato per morbillo, si scaglia contro i genitori che non vaccinano i propri figli. Puntualmente Serravalle fa notare che quello che è successo allo sfortunato bambino di Ancona è conseguenza proprio della vaccinazione.
In epoca prevaccinale, la madre che aveva contratto l'infezione naturale forniva anticorpi protettivi al neonato efficaci per i primi mesi di vita; oggi, la mamma vaccinata non riesce a fornire una protezione utile a prevenire la malattia e pertanto il morbillo, da malattia eccezionale nel primo anno di vita del bambino, è più frequente anche in lattanti di pochi mesi. Non si fidi delle mie affermazioni (dice Serravalle a Saviano), consulti la bibliografia che riporto nell'articolo pubblicato su Assis (www.assis.it/2017-ritorno-del-morbillo-parte) QUI
E' vero che la malattia doveva essere eradicata in Europa nel 2015, e che siamo lontani dal raggiungere questo obiettivo perchè la copertura vaccinale non è al 95% con due dosi di vaccino. Non ci siamo mai avvicinati a questo traguardo, eppure in alcuni anni i casi di morbillo sono stati comunque molto poco numerosi, a conferma dell'andamento ciclico della malattia. Oggi siamo all'inizio di un nuovo ciclo epidemico, che coinvolgerà purtroppo oltre ai lattanti, adulti e anziani, per i quali la malattia può avere un decorso grave. Il cambiamento epidemiologico è causato anche dalla vaccinazione così praticata. Non ci si è concentrati a raggiungere l'obiettivo prefissato per l'eliminazione della malattia, preferendo aumentare il numero dei vaccini consigliati, arrivando a proporne quindici nei primi quindici mesi di vita.
A tutti piacerebbe l'Italia senza morbillo, anzi ancora di più un mondo senza morti per malattie infettive. Significherebbe vivere senza guerre, senza malnutrizione, senza sfruttamento e con cure gratuite per tutti. E' un'utopia forse irrealizzabile, e allora più modestamente, per sconfiggere il morbillo, cerchiamo di fornire risposte ai genitori che non vaccinano i propri figli, indaghiamo davvero sui motivi delle loro esitazioni e dei loro dubbi, non ridicolizziamoli, ma con serietà e rispetto. La fotografia che ha riportato non va in questa direzione, serve consapevolezza, non obbligo. Se la immagina l'efficacia di una legge regionale in cui si fa divieto di essere camorristi? Servirebbe a nulla, perchè diversa è la strada per battere le mafie, come ben sa. Applichi lo stesso principio (dice a Saviano) nel comprendere le ragioni dei genitori, e cerchi di conoscere qualcuno tra i 631 danneggiati dalle vaccinazioni cui lo Stato ha riconosciuto il diritto all'indennizzo.
Cordiali saluti,
Eugenio Serravalle
Credo che questa precisazione puntuale di Serravalle possa andare invece nella direzione di sostegno alle indecisioni dei genitori che si trovano a dover decidere su quel strada intraprendere per i propri figli, visto che ancora non sono in grado di decidere.
Grazie Eugenio Serravalle, Presidente Assis (Associazione di Studi e informazione sulla Salute)
Mi sembra opportuno riportare i dati veri sulla questione Morbillo, senza lasciarci fuorviare da interventi inopportuni di chi, per fortuna, si occupa di tutt'altro con grande successo! Utilizzo perciò quanto riportato nell'articolo di Eugenio Serravalle, persona sicuramente più vicina alla verità di qualunque altro.
Saviano afferma infatti che prima dell'introduzione della vaccinazione antimorbillosa, morivano 200 bambini per le complicanze della malattia. Non cita però la fonte di questa informazione, cosa che invece ci si aspetterebbe sempre in interventi come questo; quindi approfondendo l'argomento e andando a leggere il rapporto Unicef-Istat (Mortalità dei bambini ieri e oggi. L'Italia post unitaria a confronto con i paesi in via di sviluppo), a pag. 8, nella tabella 1, è riportato il tasso di mortalità sotto i cinque anni x 1000 nati vivi in Italia: risulta 0 dal 1981, ben prima della vaccinazione di massa. Il tasso era di 10,2 nel 1895, poi è crollato grazie ai profondi cambiamenti del nostro Paese, al miglioramento delle condizioni igieniche, sociali e sanitarie.
Il presupposto del suo (di Roberto Saviano) ragionamento, non ha una base corretta (si veda il sito dell'Unicef a QUESTO link ).
Saviano condivide poi un articolo che, nell'annunciare la triste notizia di un bambino di sei mesi ricoverato per morbillo, si scaglia contro i genitori che non vaccinano i propri figli. Puntualmente Serravalle fa notare che quello che è successo allo sfortunato bambino di Ancona è conseguenza proprio della vaccinazione.
In epoca prevaccinale, la madre che aveva contratto l'infezione naturale forniva anticorpi protettivi al neonato efficaci per i primi mesi di vita; oggi, la mamma vaccinata non riesce a fornire una protezione utile a prevenire la malattia e pertanto il morbillo, da malattia eccezionale nel primo anno di vita del bambino, è più frequente anche in lattanti di pochi mesi. Non si fidi delle mie affermazioni (dice Serravalle a Saviano), consulti la bibliografia che riporto nell'articolo pubblicato su Assis (www.assis.it/2017-ritorno-del-morbillo-parte) QUI
E' vero che la malattia doveva essere eradicata in Europa nel 2015, e che siamo lontani dal raggiungere questo obiettivo perchè la copertura vaccinale non è al 95% con due dosi di vaccino. Non ci siamo mai avvicinati a questo traguardo, eppure in alcuni anni i casi di morbillo sono stati comunque molto poco numerosi, a conferma dell'andamento ciclico della malattia. Oggi siamo all'inizio di un nuovo ciclo epidemico, che coinvolgerà purtroppo oltre ai lattanti, adulti e anziani, per i quali la malattia può avere un decorso grave. Il cambiamento epidemiologico è causato anche dalla vaccinazione così praticata. Non ci si è concentrati a raggiungere l'obiettivo prefissato per l'eliminazione della malattia, preferendo aumentare il numero dei vaccini consigliati, arrivando a proporne quindici nei primi quindici mesi di vita.
A tutti piacerebbe l'Italia senza morbillo, anzi ancora di più un mondo senza morti per malattie infettive. Significherebbe vivere senza guerre, senza malnutrizione, senza sfruttamento e con cure gratuite per tutti. E' un'utopia forse irrealizzabile, e allora più modestamente, per sconfiggere il morbillo, cerchiamo di fornire risposte ai genitori che non vaccinano i propri figli, indaghiamo davvero sui motivi delle loro esitazioni e dei loro dubbi, non ridicolizziamoli, ma con serietà e rispetto. La fotografia che ha riportato non va in questa direzione, serve consapevolezza, non obbligo. Se la immagina l'efficacia di una legge regionale in cui si fa divieto di essere camorristi? Servirebbe a nulla, perchè diversa è la strada per battere le mafie, come ben sa. Applichi lo stesso principio (dice a Saviano) nel comprendere le ragioni dei genitori, e cerchi di conoscere qualcuno tra i 631 danneggiati dalle vaccinazioni cui lo Stato ha riconosciuto il diritto all'indennizzo.
Cordiali saluti,
Eugenio Serravalle
Credo che questa precisazione puntuale di Serravalle possa andare invece nella direzione di sostegno alle indecisioni dei genitori che si trovano a dover decidere su quel strada intraprendere per i propri figli, visto che ancora non sono in grado di decidere.
Grazie Eugenio Serravalle, Presidente Assis (Associazione di Studi e informazione sulla Salute)